Capitolo 8 - Akram

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San Siro, Mi

Dopo la cena rimasimo insieme tutto il resto della serata.
Non so descrivere ciò che sto provando, ma so che in questo momento i problemi sono spariti. Improvvisamente il ragazzo mi rubó il telefono dalle mani iniziando a correre, senza pensarci due volte iniziai a corrergli dietro ridendo, la sensazione era la stessa di quando al pomeriggio uscivi a giocare a pallone, mi mancava davvero quella sensazione.

Rincorrendolo finì in una stradina isolata, si fermò e tornò indietro per raggiungermi.

-Mi hai seguito perché ti mancavo vero?- disse malizioso avvicinandosi sempre di più al mio volto.

-Non mi bacerai in questo posto, te lo scordi- risi e lui si arrese.

Tra una cosa e l'altra si fece l'una dunque iniziammo a ritornare sulla strada di casa, aveva lasciato appositamente la macchina sotto casa mia per potermi riaccompagnare con la scusa di dover andare a prendere la macchina.
Parlammo continuamente del più e del meno, di tutto tranne lo spaccio e questa era una cosa che mi faceva rilassare totalmente.

Una volta arrivati alla soglia del piazzale fece il secondo tentativo, si avvicinò di nuovo ma deviò in un abbraccio, lo guardai perplessa ma poi mi buttai sulle sue labbra.

-Ho capito che con te non ho potere- disse con tono inerme ricominciando a baciarmi.

Poco dopo quel bellissimo momento fu interrotto da una voce che chiamava il mio nome, entrambi iniziammo a cercare con lo sguardo nel buio chi fosse a chiamarmi e in quell'istante Akram si palesò uscendo dall'ombra.

-Akram dovresti recitare in qui film da gangster- entrambi sorrisimo alla mia affermazione.

-Lascia perdere mi sento davvero un criminale a fare tutto questo- mi abbracciò sotto gli occhi vigili di Zaccaria salutandolo subito dopo -siete usciti insieme?-

-L'ho convinta almeno non ho dovuto rapirla- rispose scherzando al ragazzo curioso.

Notai l'espressione felice di Akram e fu come togliersi un peso dal cuore.

-Non sono qui per questo però- tornó alla sua normale serenità -ho scoperto quale sarà la prossima mossa del Quarto e temo che Ismail finirà dentro presto se non lo fermo-

-Vieni spostiamoci da qui- un sentire mi attraversò tutto il corpo, presi Akram per il braccio ma non feci nemmeno in tempo a girarmi per tirarlo dietro di me.

Un forte rumore di sparo rimbombò nel piazzale vuoto, il secondo prima ero in piedi davanti ad Akram mentre il secondo dopo ero a terra, la mano di Zaccaria mi stringeva forte il polso, l'eco dello sparo sembrava essermi entrato nelle orecchie e l'odore della polvere nelle narici.

Mi guardai attorno terrorizzata.

-Petite tutto bene?- sentire la sua voce mi rasserenò leggermente, era vivo e stava bene.

Il suo sguardo che prima era rivolto a me era ora rivolto al cemento del piazzale, guardai nella sua direzione e vidi il peggio.

Akram era steso a terra in una pozza di sangue, mi tirai su immediatamente e lo raggiunsi con le lacrime agli occhi, gli tastai il collo e i polsi, appoggia l'orecchio sul suo petto ma nessuno battito si fece sentire.
Cercai di rianimarlo, non sapevo nemmeno cosa stessi facendo ma tentai fin quando non mi sentii tirare su da terra.

-Lascialo- la voce desolata di Zaccaria mi fece scoppiare nel pianto, mi strinse ma non riuscivo a smettere.

Un'altra voce chiamò il mio nome, questa volta si trattava di mio fratello Marwan che sentendo lo sparo era sceso.
Io che solitamente tenevo le redini di tutto non ero in guardo fare nulla e mio fratello lo percepì subito.

-Zaccaria chiama l'ambulanza con l'anonimo e andiamo via da qui- controllo Akram ma anche secondo lui non c'era più nulla da fare.

Chiamarono l'ambulanza e  gli altri ragazzi che scesero subito.

-Venite tutti da me, li saremo al sicuro- Zaccaria ci fece salire in macchina. Non mi resi nemmeno conto di chi ci fosse in macchina con noi ma sapevo che Sami avesse preso anche la sua.
Non ragionai e ascesi nuovamente dalla macchina che stava partendo, non potevo lasciarlo lì da solo.
Corsi verso il suo corpo ma Zaccaria mi precedette.

-Vieni stanno arrivando- disse placcandomi.

-Non lo posso lasciare-

-Lo so ma dobbiamo andarcene potrebbero essere ancora qui- si avvicinò caricandomi in braccio andando velocemente verso la macchina.

Mi mise dietro sedendosi a fianco a me, al volante ora c'era Vale e mio fratello a fianco a lui. Partimmo e finché potevo non distolsi lo sguardo dal corpo di Akram.
Nella strada incrociammo l'ambulanza seguita dai carabinieri entrambi a sirene accese, gli avevamo scampati per poco.

Lecco, Lc

Una volta arrivati salimmo in casa velocemente. Non eravamo pochi e la casa era abbastanza piccola.

-Ragazzi scusate ma non vi aspettavo- disse il proprietario ancora scosso da tutto mentre cercava di sistemare quello che poteva.

-Ma come mai eri lì?- chiese Sami mentre dava una mano.

Zaccaria si fermò, mi guardava stare in piedi con le braccia ancora leggermente aperte, le mie mani erano sporche di sangue come la sua maglia.

-Dai petite, ti accompagno in bagno- camminai lungo il corridoio lentamente.

Mi guardai allo specchio, stavo uno straccio ma non riuscivo a non pensare a quello che era successo.
Zaccaria entrò in bagno per lasciarmi una felpa e un pantalone della tuta.

-Ti staranno un po' grandi ma ho questo- mi attaccai al suo corpo stringendolo fortissimo lui mi baciò la fronte rimanendo entrambi senza parole.

Dopo lui uscì dal bagno e io mi feci una doccia lavando corpo e capelli, misi quella tuta e asciugai i capelli, una volta finito ci dammo il cambio.
Andai da mio fratello, mi sedetti a fianco a lui appoggiandomi sulla sua spalla chiudendo gli occhi.

-Chi cazzo sarà stato...- dissi con lo sguardo fisso nel vuoto.

Gli occhi del blocco / Baby GangDove le storie prendono vita. Scoprilo ora