Metronomo.

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Ho questa dannata sensazione;
che il passato non conti,
che il presente sia tutto,
e che il futuro non arriverà.
Nonostante il buio venga,
ogni sera, puntuale,
a nascondermi le partiture;
per ricordarmi che sarà notte,
e poi di nuovo giorno.
Allora, quando è tardi
per continuare a suonare,
inizio a chiedermi
a cosa sia servito
il mio ennesimo tentativo
di congelare il tempo.
Dove sta l'utilità della musica,
se la realtà torna sempre
a tormentarmi?
E la risposta
è di una semplicità banale:
non ne ha; non serve a niente.
Ma mi fa stare bene,
come nulla al mondo.
Così, quando arriva il domani,
mi rimetto al pianoforte;
e tutto d'un tratto,
mi ricordo che la musica
non sarebbe nulla,
se il tempo non scorresse.

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