Sorella puzzona.

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Per gioco noi, e con nessun altro,
ma tra di noi; ci chiamavamo
"fratelli puzzoni". E ridevamo
di questo nostro legame;
che era nostro e basta.
Perché essere fratelli di puzza
per noi voleva dire molto.
Era così che evadevamo
dal mondo; assieme. Noi.
Due puzzoni, e poi tutti gli altri.
E ti dicevo: ma come puzzi oggi.
E tu rispondevi: mai quanto te.
Vomitevole credere a mia madre,
e alla sua inquietante maniera
di dare le brutte notizie:
come ti stesse dicendo
cosa si mangia a cena.
Ma i fatti erano chiari;
e il telefono squillava a vuoto.
Riempirti di medicine
non ti aveva guarita;
e ricoverarti ti aveva soltanto
procurato finestre più alte,
da cui, stanca del mondo,
ti sei creduta un angelo.
Prima d'incontrare il suolo,
tu eri già un angelo; e saranno
state le droghe, o il tuo bisogno
di volare, che da sempre tenevi per te.
Sarà per quello che sul finale,
t'è bastato un volo; e che portasse
via tutti i tuoi desideri. E la tua puzza.
E sono sicuro, che lì, ovunque tu sia;
pure lì; sei la più puzzona. E io qua.
Orfano, a puzzare in solitaria.
E che manchi vorrei potertelo dire;
ma se ci fossi, ti direi soltanto:
ma come puzzi oggi.
E capiresti lo stesso.

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