Il concorso.

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Che avrei vinto
al mio primo concorso:
un vero concorso
di poesie, con soldi;
veri soldi in palio;
già lo sapevo
ancora prima
d'effettuare l'iscrizione.
Che i giudici
li tenevo in pugno.
E come mai: per uno
avevo la figlia in ostaggio.
Per l'altro avevo
lasciato un biglietto.
A non seguirle,
le istruzioni dico,
ci avrebbe ricavato
le gambe rotte,
e un padre morto.
Il suo, questo è ovvio.
Perché il padre?
È che altri parenti
non ne aveva.
Mentre al terzo
piaceva proprio
la mia poesia.
La trovava originale.

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