Guardo tutti i cappelli buffi.
Fisso i troppo ordinari
e le checche; e pure gli stranieri,
i ciccioni e le cosce grosse.
Tento l'immedesimazione
negli uomini d'affari, nei cani,
nei piccioni e nei vecchi decrepiti.
Butto l'occhio sugli elastici
delle mutande e sulle linee
delle chiappe, che spuntano
dai jeans e dai leggins.
M'innamoro delle passanti,
e immagino le conseguenze
di un mio approccio. A volte,
trovo l'amore della mia vita,
altre, la desolazione di un rifiuto.
E viaggio tanto con i pensieri
che, alla fine, non serve
nemmeno provarci.
Evito i ciclisti e gli ubriaconi;
ma perlopiù i ciclisti.
Invidio i bambini,
che hanno ciò che ho perso;
e gli innamorati,
per lo stesso motivo.
Mollo tre euro alle vecchie
malate, e mendicanti;
cosicché possano
spenderli in mezzochilo di pane,
o in alcool e sigarette:
che in certi casi è meglio.
Lancio sguardi intermittenti
ai disabili e agli strani,
che urlano e boccheggiano.
Inciampo, cammino, e marcio
quando la musica, nelle orecchie,
mi chiede di marciare.
E vado sempre da qualche parte,
pure quando non so dove
sto andando.
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Stupidaggini.
PoetryUna raccolta di piccoli scleri, che per nulla al mondo definirei poesie.