8

11 3 0
                                    

Mi svegliai a causa della luce del sole che penetrava dalla finestra. Ci misi qualche secondo per mettere a fuoco la vista. Non capivo dove mi trovassi. Era una stanza a me sconosciuta. Mi alzai di soppiatto cercando di capire in quale casa fossi, poi dalla porta entrò Ethan.
"Si è svegliata l'altra principessa" disse ironicamente.
"Ma cos'è camera tua?"
"Si. E quello è il mio letto."
"O mio dio"
"Tranquilla, non è successo nulla. Ieri sera stavi male, soprattutto dopo quello che è accaduto a Stella. Ho dormito per terra."
Aveva davvero dormito per terra cedendomi il suo letto? Eppure molti dicevano che Ethan fosse parecchio scontroso. A me non sembrava affatto tale.
"E Stella dov'è?"
"È in cucina, ci sono anche Angela,
Erica e Grace."
"Vado da loro."
"Aspetta" si avvicinò e mi pulì la guancia.
"Sei tutta sporca di trucco. Sei molto buffa."
Una scossa di adrenalina percorse il mio corpo sentendo il contatto della sua mano sul mio viso.
Gli feci una smorfia, senza essere in grado di aggiungere altro, e andai in salone.
"Stella, o mio dio come stai!" esclamai avvicinandomi a loro.
Stella era seduta a tavola in silenzio.
Aveva il naso fasciato.
Accanto a lei c'era Grace, che aveva la testa appoggiata sulla sua spalla. Erica era seduta di fronte a loro e Angela stava preparando il caffè.
"Ciao Lisa, vuoi anche tu un po' di caffè?"
"Si, grazie."
Dopo qualche minuto tornò a tavola con le tazze.
"Deve morire quello stronzo" disse Grace sorseggiando il caffè.
"Sono d'accordo. Ma soprattutto, non devi più vederlo." aggiunse Erica.
"Come faceva a sapere che fossi lì?" domandò Angela.
"Ma non ne ho idea. Mi aveva proibito di andarci, e mi aveva detto che lui non ci sarebbe stato per via di un impegno. Poi Lisa e mia madre mi hanno convinta ad uscire."
"Potrebbe aver visto qualche storia instagram" disse Grace cercando le foto pubblicate la notte trascorsa.
"Non credo, secondo me ha chiesto a qualche suo amico di controllare. Ma io non avevo dato molta importanza a ciò che ha detto. Non può darmi ordini."
Mi avvicinai ad Angela e le chiesi all'orecchio il perché Stella avesse il naso fasciato.
Ricordavo ben poco, quando ci fu l'aggressione ero ubriaca. Inoltre credo che lo shock abbia contribuito a cancellare la mia memoria.
"Ieri notte abbiamo chiamato un'ambulanza. Ma tranquilla, sta bene, è solo ferita.
"E io?"
"Lisa eri ubriaca. Inoltre un ragazzo aveva provato a farti del male. Ethan mi ha chiesto di lasciarti qui. Non ti avrebbe mai fatto nulla, lo conosco bene. Infatti poi ti ha fatta mettere nel suo letto."
"Forse è ora che torniamo a casa. Zia e zio saranno preoccupati." dissi a bassa voce.
Provavo dei forti sensi di colpa, e se fossimo state sole? Non sarei stata in grado di difenderla.
"Sanno già tutto. Stanotte sono stati un po' da noi. Solo che lei ha detto che restare qui l'avrebbe resa più tranquilla, quindi dopo qualche ora sono tornati a casa."
"Chissà cosa gli faranno." disse Erica.
"Non faranno nulla quegli sbirri del cazzo." aggiunse Grace.
"Non ho intenzione di sporgere denuncia."
"Stella, adesso dobbiamo tornare a casa. Mi ha scritto zia." le dissi mortificata.
Lei non rispose, annui semplicemente e andò a prendere le sue cose.
Io tornai in camera di Ethan perché la mia borsa si trovava lì.
Lui era steso sul letto, guardava qualcosa sul cellulare.
Entrai e senza dire nulla presi le mie cose.
"Ve ne andate?" Domandò distogliendo lo sguardo dal cellulare e mettendosi seduto.
"Si. Grazie per ieri, tua sorella mi ha detto quello che hai fatto per me."
"Lo avrei fatto per chiunque. Soprattutto per una ragazza più bella di te."
"Bene."risposi infastidita.
Lui si mise a ridere di gusto.
"Come sei suscettibile."
"Tu sei un coglione."
"Intanto questo coglione stanotte ha dormito sul pavimento."
"Ciao." dissi uscendo dalla stanza.

Quando entrammo in casa Mattia stava ancora dormendo. D'altronde erano le undici di mattina, e la domenica era solito alzarsi tardi.
Come avremmo fatto a fargli vedere sua sorella in quelle condizioni?
Zia Serena stava riordinando casa, mentre Zio era in garage a sistemare la moto.
"Bentornate ragazze." Disse zia venendo ad abbracciarci.
Era stava davvero una notte da incubo.
Ripensavo a quel ragazzo che aveva provato a farmi del male e mi venivano i brividi.
Riuscivo ancora a percepire le sue mani viscide sulle mie cosce.
Zia mi disse che si sentiva terribilmente in colpa per aver spronato Stella ad andare alla festa. Ma non doveva. La colpa non era sua, ma di quel mostro del suo ragazzo.
Doveva essere libera di poter uscire senza subire del male da nessuno.
Per il resto della mattinata io e Stella dormimmo assieme nella sua camera e io l'abbracciai. Aveva paura di restare sola.
"Non preoccuparti, ci sono io. Andrà tutto bene."
sussurrai prima di addormentarmi.

Qui e oraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora