"Pronto? Erica sei tu?"
"Stronza ma non hai registrato il mio numero?"
"Oh, si che l'ho registrato. Ho risposto di fretta e non ho letto chi stesse chiamando."
"Ascolta, tua cugina è qui da me. Mirko l'ha menata di nuovo. Non vuole tornare a casa e non vuole che tu la veda e mi ha chiesto di restare da me."
"Io lo ammazzo, fosse l'ultima cosa che faccio."
"Hey hey, calma. Non te l'ho detto per avere problemi. Volevo solo ne fossi al corrente. Ma con lei non devi farti scappare una parola."
"Sarà fatto." risposi nervosamente.
Quella sera non ebbi altre notizie, ma posso raccontarvi cosa fece Stella.
La testardaggine ha da sempre fatto parte di lei, ma recentemente veniva proprio manipolata da quel ragazzo.
Nel pomeriggio lui le aveva chiesto di uscire, le aveva detto di averle comprato dei fiori e che voleva semplicemente scusarsi.
Ancora innamorata, mia cugina non ha perso occasione per correre da lui.
Le ha chiesto di andare nella sua campagna, fuori città. Questo dovrebbe essere il primo segnale di allarme: non allontanatevi mai così tanto con una persona violenta.
Nessuno avrebbe potuto aiutarla lì, se non qualche mucca o qualche pecora al pascolo.
Stella si era agghindata. Aveva indossato i jeans nuovi, grigio scuro, una camicia bianca e i suoi texani preferiti.
L'avevo vista uscire di casa con aria sprizzante, e ormai è un incubo. Quando usciva di casa truccata e profumata doveva sicuramente incontrare lui. Ma io non potevo impedirle di uscire e soprattutto non potevo minacciarla.
Aspettai il suo rientro con ansia, con la speranza che non le facesse del male.
Le regalò un paio di rose, Stella senza pensarci due volte lo baciò.
Si spostarono in casa, ma dopo poco iniziarono a litigare, lui le tirò degli schiaffi fortissimi fino a farle sanguinare le gengive.
Ormai disperata e in preda al panico Stella ha chiamato Erica e le ha chiesto di andarla a prendere assieme ad un adulto.Nel frattempo non avevo ovviamente detto nulla ai miei zii, si sarebbero recati a casa di Erica all'istante.
Mangiavo, cercavo di mandar giù quei bocconi che sembravano pietre per il mio stomaco.
Mattia invece era sereno. Quella mattina mi ero recata a scuola ed ero andata a parlare con le maestre, che sembravano aver rimproverato i bulletti della sua classe.
Per ringraziarmi, aveva preso una delle sue canotte che per lui era "una semplice maglietta bianca" e con il pennarello ci aveva scritto "Amo la mia cugina Lisa." peccato però che avesse ancora qualche difficoltà nella grammatica.
"Amo l'ha mia cugina Lisa." disse ridendo mia zia mentre leggeva la scritta sulla canotta.
"Era molto più semplice scrivere la frase corretta." commentò zio.
"A scuola mi hanno insegnato che si scrive così."
"Non credo proprio"
"Scritto male o bene, è la frase che conta. No?" domandai abbracciandolo.
"Certo."Dopo cena mandai un messaggio a Stella.
"Come stai?" digitai velocemente sulla tastiera senza pensaci.
"Bene, perché mi scrivi?" domandò dopo qualche minuto, come se non mi fossi mai interessata alla sua salute.
"Sono semplicemente premurosa" scrissi per poi chiudere il cellulare e andare a dormire.
Sapevo che non mi avrebbe mai raccontato come fosse andata la giornata con Mirko, e infatti lo avrei scoperto solo più avanti.
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Qui e ora
Teen FictionVite spezzate di un gruppo di adolescenti che scoprono il mondo attorno a loro, con la speranza di potersi prendere una rivincita. Tra questi vi è la giovane Elisabeth, che a causa di un passato difficile è costretta a trasferirsi per cambiare vita.