XVII - Delphinus

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La madre di Nicolò torno poco dopo. La trovai in salone che abbracciava il figlio. Nicolò dopo le annunciò la mia presenza. Scesi le scale e mi rivelai.

Anche lei, come la figlia aveva fatto poco prima, era visibilmente emozionata di vedermi. Mi salutò con due baci sulla guancia e mi presentai.

-Salve signora, sono Viola-.

-Ciao figliola, chiamami Rita, non sono tanto vecchia, sai? Nicolò l'ho avuto a soli 19 anni- scherzò.

Lei si avvicinò alla cucina e mise mano ai fornelli. Martina scese al piano inferiore e mi trascinò in camera sua per parlare e conoscerci meglio.

Intorno all'ora di pranzo Rita ci chiamò per accomodarci a tavola. Trovai lì già seduti Nicolò, la madre e il padre, rientrato da poco.

Pensai che somigliasse tanto al figlio. Mi notò e sorrise. Mi accomodai di fianco a Nicolò e di fronte a Martina.

-É un piacere conoscerti, mi chiamo Luca- mi disse il padre.

-Piacere mio, io sono Viola- sorrisi.

Iniziarono dopo qualche minuto a farmi domande su domande. Da che lavoro facessi a dove abitassero i miei genitori, eccetera.

Nei giorni successivi mi divertii molto. Nicolò mi portò in spiaggia, ad assaggiare i piatti tipici, mi portò a visitare la città e persino a conoscere alcuni dei suoi amici d'infanzia.

Invece Martina mi accompagnò a fare shopping in alcuni negozi di vicoletti. Scattai molte foto e le postai, e comprai anche un souvenir per Noemi e per la mamma.

Quest'ultime le chiamai la prima sera della partenza, raccontandogli del viaggio a sorpresa. Noemi era molto felice, e mia madre mi intimò a ricambiare il gesto a breve.

Avevo addirittura guardato i vecchi album di Nicolò da bambino insieme a Rita, e parlato dell'Inter dei primi anni 2000 con Luca.

Stavo rifacendo la valigia, quando Nicolò entrò in camera.

-Sei felice di rientrare a Milano?- chiese.

-Sì, ma sono stata molto bene qui- sorrisi. Mi cinse i fianchi con le braccia e mi accarezzò.

-Ai miei piaci molto, soprattutto a Martina- disse.

-Ne sono felice- gli diedi un bacio.

-Possiamo tornare in estate, così potrai fare un bagno nel mare sardo-.

-Non vedo l'ora- e mi baciò nuovamente.

Finii di riempire la valigia dai miei vestiti e salutai tutti. Mi dissero parole dolci come "è stato un piacere conoscerti" o "ti aspettiamo presto".

Infine ci accompagnarono all'aeroporto e prendemmo il volo che ci riportò a Milano.

*****

Finalmente dopo un anno tornavo sugli spalti, o meglio, in curva. Solitamente almeno due volte a stagione andavo a vedere l'Inter direttamente dal secondo verde, ma quest'anno non mi era capitato nemmeno una.

Perciò, proprio all'ultima di campionato a San Siro, mi presi d'impegno e comprai i biglietti proprio in curva. Scelsi il posto leggermente ai lati dell'anello, poiché al centro c'era la solita confusione di bandiere ed altro.

Mi accorsi di essere seduta tra due ragazze che si conoscevano, due amiche. Chiesi loro se volessero fare a cambio di posto per stare vicine, ma dissero che andava bene così.

Iniziammo involontariamente a parlare. La bionda si chiamava Delia, mentre la mora Iris. Quest'ultima era più solare, mentre l'altra mi sembrava più dolce e gentile.

Mi chiamò Noemi poco prima del fischio iniziale. I ragazzi si stavano già riscaldando in campo. Mi chiese dove fossi, e le risposi che per quella sera non avrei visto la partita dai nostri soliti posti di fianco alle panchine.

La partita iniziò, e dopo nemmeno un minuto segnò Lukaku. Proprio qualche secondo dopo, segnò anche Nicolò, di nuovo.

Ci aveva preso la mano ultimamente.

Si avvicinò alla telecamera e fece come al solito una V, dopo aver corso a braccia aperte. Aprii la fotocamera e scattai delle foto al tabellone e una ripresa allo stadio che gridava il suo nome.

Dopo l'esultanza, le mie due nuove amiche iniziarono a commentare:

-Chissà perchè esulta con una V ultimamente- disse Delia.

-Probabilmente la sua fidanzata ha un nome che inizia per V- la assecondò Iris.

-Vero, non posta mai, non sappiamo se sia fidanzato o meno, né tantomeno chi sia- concluse Delia.

Sorrisi sotto i baffi, e poi dissi: -sì è fidanzato, e la sua ragazza si chiama Viola-.

-Come fai a saperlo?- domandò la mora.

-Perchè sono io- risposi.

-Sì certo- disse Iris, prendendolo per uno scherzo. In risposta aprii la galleria e mostrai loro un video che ci aveva fatto Noemi, di quando mi aveva baciata dopo aver segnato un mese prima.

Rimasero entrambe a bocca aperta, per poi domandarmi perchè fossi in curva, essendo la ragazza di un giocatore.

-Veramente nonostante Nicolò e Alessandro non ero mai stata nei posti d'onore fino a un mese fa. E comunque prima di fidanzata e sorella di giocatori sono tifosa, perciò faccio almeno 3 partite a stagione in curva- spiegai.

-Sorella?- chiese una.

-Di Alessandro? Bastoni?- chiese l'altra.

Risi e specificai, come al solito: -sorella gemella-. Seguirono minuti in cui mi bombardarono di domande.

Intorno all'80esimo minuto tutto lo stadio si accese: 75.000 persone urlavano "E per la gente che" con le torce dei propri cellulari accesi.

Sembrava un concerto dei Coldplay, ma più emozionante. Era uno di quei momenti in cui la vita non sembra reale.

Con le mani tremanti riuscii a malapena a riprendere qualcosa con il telefonino. La mia priorità era però cantare assieme a tutte quelle persone come se volessi far uscire l'anima da dentro di me.

Abbracciai, commossa, le mie nuove amiche. La partita si concluse 3-2 per noi, ma è come se avessimo già vinto nei primi dieci minuti.

Con quella vittoria eravamo matematicamente qualificati alla Champions League successiva. Poi, di lì a pochi giorni, ci avrebbe aspettato una finale a Istanbul.

Peccato solo che non andò come speravamo...

You're a Sky full of Stars - Nicolò BarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora