XIII - Cygnus

350 13 7
                                    

Ero sul divano di Noemi, avvinghiata a Nicolò. Lei e Hakan stavano sistemando la sala per vedere delle vecchie videocassette di me e Noemi ai tempi del liceo.

Sgranocchiavo un pretzel, quando entrarono in casa mio fratello, Federico e Matteo.

-Buonasera?- chiese sbalordito Matteo, alludendo a me e Nicolò.

-Ah, alla fine vi siete degnati di mettervi insieme- esclamò Federico, accomodandosi vicino al divano.

Poco dopo arrivarono anche Robin, Brozo, Lautaro e Denzel. Mangiammo qualcosa per saziarci, e poi Noemi spense le luci.

Infilò la videocassetta all'interno del videoregistratore, e si fece spazio sullo schermo della televisione un'immagine.

Inquadrava casa di Viola e Alessandro, Noemi riprendeva e parlava.

|Corsivo: dialoghi nella registrazione |
|Classico: commenti esterni al video |

Noemi: secondo te ha iniziato a registrare?
Alessandro: la luce rossa c'è

-Oddio che piccolo Alessandro- commentò Hakan.

Rumore di un campanello.
La telecamera si sposta verso una bianca porta che viene aperta dalla mano di Noemi.

Viola: sono neopatentata gente!

Alessandro e Noemi abbracciano Viola, che mostra il suo documento. Successivamente anche i genitori, Elisa e Pietro, si congratulano con la figlia.

Alessandro: bene, andiamo a fare un giro
Viola: che intendi?
Alessandro: hai la patente ora, portaci a spasso. Noemi, vieni
Elisa: Ale, tua sorella ha la patente da mezz'ora, è rischioso
Alessandro: stai tranquilla mamma, ci sono io con loro

-Proprio un pazzo eh- esclamò Brozo.

-Mi fido di mia sorella- disse Ale.

Noemi con la telecamera sale in macchina, nei sedili posteriori. Viola si accomoda sul posto del guidatore e Alessandro su quello passeggero.

Viola: *sospira* Dove andiamo?
Alessandro: a Milano
Noemi: a Milano?!
Viola: ma sei cretino?
Alessandro: no, andiamo a Milano
Viola: Ale ho la patente da mezz'ora, non ho mai guidato prima, e soprattutto non su un'autostrada
Alessandro: io ti ho fatta guidare la mia auto tantissime volte, ne sarai capace

-Mi sembra che Noemi se la stia spassando, mentre Viola è terrorizzata- disse Robin.

-É esattamente così- confermò Viola.

-Ma perché Alessandro aveva già la patente se sono gemelli?- domandò Lautaro.

-Io ho fatto le lezioni più velocemente per via delle partite, ne facevo più insieme- spiegò Alessandro.

Noemi: siamo arrivati a Milano cari telespettatori
Viola: vorrei capire a cosa servono questi video che fai
Noemi: per mostrare ai nostri amici futuri cosa facciamo ora!

-Non ha torto, alla fine è servito a questo- disse Hakan.

Alessandro: Viola prendi l'uscita per San Siro
Viola: e che ci andiamo a fare a San Siro?
Alessandro: tu prendi l'uscita

La telecamera inquadra lo stadio Meazza, e Viola parcheggia l'auto nel parcheggio.

Alessandro: andiamo?

Alessandro riprende e nel mentre scatta delle foto a Viola e Noemi, in posa davanti allo stadio.

Alessandro: dobbiamo andare al gate 14, trovatelo
Viola: perché?
Noemi: quante domande Lola, andiamo e basta

Noemi prende per il braccio Viola ed entrano all'interno del gate 14.
Alessandro inquadra nella telecamera la scritta "San Siro Store".

Viola: a San Siro esiste uno store?!
Noemi: che figooooo

-Tali e quali ad ora- esclamò Nicolò.

Alessandro: Viola, di chi vuoi la maglia?
Viola: cosa?
Alessandro: ti regalo la maglia della stagione per la patente, scegli di chi la vuoi?

Viola è scioccata, e Noemi esulta al posto suo.

Noemi: prendila di Icardi
Viola: ce l'ho già
Noemi: Brozo?
Viola: lo sai che l'ho presa l'anno scorso

-Mi sento importante- affermò Marcelo.

Noemi: e allora di chiii??
Viola: Perisic

Viola sceglie la sua maglia e la mostra nell'inquadratura. Successivamente Alessandro invita Noemi a scegliere un accessorio da acquistare. Le regala una sciarpa, e il filmino si interrompe quando rientrano in auto.

**

-Eri carinissima in quel video oggi- commentò Nicolò.

-Ora non lo sono?- chiesi fingendomi offesa.

-Adesso sei una donna, lì eri una ragazzina-.

-Tenevo sempre i ricci-.

-Sono bellissimi- mi prese una ciocca di capelli, in quel momento piastrati, e ricreò la forma di un riccio. -Vorrei che nostra figlia avesse i tuoi ricci- aggiunse, lasciandomi leggermente sconvolta.

Mi stava parlando di avere un bambino, non è una cosa da poco. Non tutti, uomini o donne che siano, si ritengono 'pronti' ad una situazione parentale a quest'età. Eppure ne aveva parlato con una tranquillità rasserenante.

Riguardo ciò, io invece speravo che, se mai avessimo avuto una bambina, avrebbe avuto i suoi capelli chiari. Da piccola osservavo mia cugina Claudia, poco più grande di me: ammiravo i suoi colori chiari e delicati, sognando un futuro così per mia figlia.

Nicolò richiamò la mia attenzione, ormai dispersa chissà dove, porgendomi un sandwich che aveva appena preparato. Ero sul suo divano, mentre lo costringevo a guardare Pretty Woman con me.

Diceva di odiare quel film, poichè sua sorella ne andava matta - come me -, ma sono sicura che anche lui in fondo lo amava. Non si poteva resistere al fascino di Pretty Woman, tantomeno a quello di Richard Gere.

Di tanto in tanto tirava in ballo qualche argomento casuale, perchè sosteneva di amare la mia voce. O semplicemente mi faceva il solletico, perchè sosteneva anche di amare la mia risata. Le nostre serate passate assieme erano così, e a me andava più che bene.

E' in momenti come questi che si gusta a fondo l'attimo. Il nostro rapporto era pieno di attimi così. Amava parlarmi di lui, del suo passato, e allo stesso tempo amava sentire del mio.

Ripeteva spesso "mi piace...", e io lo prendevo in giro, dicendogli "a te piacciono molte cose". Lui però sapeva rispondere con un "nulla mi piace quanto mi piaci tu".

E anche se non lo dava a vedere, era un vero romanticone. A me non dava fastidio, amavo le dimostrazioni di affetto. Mi sentivo veramente amata da qualcuno che non appartenesse alla mia famiglia.

Prima di lui avevo avuto solo una relazione, non finita bene. Ero al primo anno di università, mentre questo ragazzo faceva l'ultimo anno delle scuole superiori. Si chiamava Giacomo. Era carino con me, ma purtroppo stavamo insieme senza che lui mi amasse realmente. Lo faceva più per avere "la ragazza più grande". Perciò lo lasciai dopo circa 5 mesi, in cui c'erano stati alti e bassi.

Ora, invece, era tutto diverso. Nicolò mi faceva sentire speciale, messa su un piedistallo, e riusciva ad eliminare tutti i miei dubbi.

Credevo fosse quello giusto per me. Lo sapevo.

You're a Sky full of Stars - Nicolò BarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora