I - Ara

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"Prossima fermata Stazione Milano Centrale FS"

Mentre mi preparavo a scendere dal treno, iniziai a ripensare a ciò che mi attendeva in quella città: Milano. E allora iniziai a ricordare la prima volta che la visitai, e tutte le successive: ricordai il Duomo, la Galleria, il Castello Sforzesco, il Teatro alla Scala, i Navigli, la Pinacoteca di Brera, la Basilica di Sant'Ambrogio. E ricordai San Siro. Quel luogo che in qualche modo mi tiene legata a Milano fin da piccola, e che ora più che mai si è insinuato nella mia vita.

Quando il treno frenò sui binari e feci per scendere, altri ricordi affiorarono alla mia memoria. Mi catapultai a qualche anno fa, al mio primo giorno di liceo. A quando una ragazza dagli occhi attenti e curiosi prese posto sulla sedia libera accanto alla mia.

"Ciao, io sono Noemi" quella volta mi disse, prima di iniziare a sistemare le sue cose sul banco che condividevamo. Da allora, Noemi, divenne non solo la mia migliore amica, ma anche la sorella che non avevo avuto dai miei genitori. E allora ricordai ancora, ricordai tutte le cazzate che insieme avevamo combinato. Da quando spedimmo una dichiarazione d'amore anonima al vecchietto che abitava in Via Roma a quando tornammo a case ubriache marce tanto da perdere il cellulare. Per fortuna quella volta ci coprì mio fratello.

Già, mio fratello. L'imponente stazione mi si parava davanti agli occhi, così cercai con lo sguardo l'uscita di Piazza Duca d'Aosta. Mio fratello gemello Alessandro, il mio migliore amico, l'altra parte di me. Una presenza essenziale da sempre nella mia vita, potente come nessun altra. Non eravamo quei classici fratelli che litigavano in continuazione, eravamo quei fratelli che trovavano sempre un punto d'incontro, che si stringevano la mano a vicenda nella notte più profonda quando l'altro aveva un incubo. Quei fratelli che dopo poche ore passate lontano dall'altro iniziavano a pestare i piedi per terra e incrociare al petto le braccia, invocando il nome del gemello.

E invece adesso, pensai mentre attraversavo la piazza, eravamo più distanti che mai. Alessandro coltivava da sempre la passione per il calcio, da quando guardavamo insieme a nostro padre le partite dell'Inter in TV, a quando lo chiamarono per giocare definitivamente nelle giovanili dell'Atalanta.

Ma ora non sarebbe stato più così: stavo per stabilirmi a Milano. La mia promozione dal gestire i mercati in Svizzera ad amministrare gli interi mercati esteri dell'azienda Armani implicava un trasferimento alla sede milanese. Entrai infatti nel taxi che mi avrebbe portato sul mio posto di lavoro.

Imboccammo Via Giovanni Battista Pirelli, per poi svoltare e raggiungere la parallela di Viale della Liberazione. Diversi imponenti palazzi sfrecciarono dietro al finestrino posteriore. In particolare uno: alto, in vetro, e con un grosso stemma nerazzurro sulla facciata anteriore.

"A te penserò più tardi".

Che coincidenze delle volte, chi si sarebbe mai aspettato che la squadra di cui portavo la maglia da piccola sarebbe stata la casa di mio fratello e della mia migliore amica?

Noemi lavorava all'Inter da poco più di un anno come designer. Alessandro era stato un punto di appoggio per lei. A proposito, nessuno sa della mia promozione, tantomeno del mio trasferimento.

La vettura parcheggiò sotto un imponente grattacielo che citava il nome di Giorgio Armani. Scesi dall'auto ed entrai nell'edificio. Una ragazza dagli occhi verdi mi si avvicinò.

-Buongiorno signora Bastoni, sono la sua nuova assistente, Giada Colombo- si presentò.

-Ciao Giada, chiamami pure Viola. Mi mostri il mio ufficio?- chiesi gentilmente.

-Certo Viola, mi segui- mi intimò a seguirla. Prendemmo l'ascensore che salì fino l'ottavo piano di quindici totali.

Varcai la soglia di una stanza infondo un lungo corridoio con targhette dorate. Era luminosa ed offriva una vista su tutta City Life.

-Qui ci sono tutte le carte della promozione e i numeri utili. Se ha bisogno di qualcosa mi chiami pure- spiegò, porgendomi il suo biglietto da visita.

-Va bene grazie, ma non mi fermerò per oggi. Da domani inizieremo a lavorare. Per favore manda a questo indirizzo i miei bagagli e chiamami un taxi tra cinque minuti- le porsi un bigliettino con l'indirizzo di Alessandro. Sì, ho intenzione di occupargli casa con le mie cose.

-Subito- obbedì sparendo dietro la porta. Mi accomodai sulla sedia e accesi il PC per scaricare tutti i miei file di lavoro che avevo accuratamente salvato su una pen drive dal mio computer a Cremona.

Quando l'operazione fu completata, mi alzai dalla sedia per scattare una foto al panorama milanese. L'avrei postata più tardi sui social. Uscii poi dall'ufficio chiudendo a chiave la porta - chiave che infilai i borsa - e tornai al piano terra.

Salutai cordialmente la mia assistente e salii su un nuovo taxi che mi attendeva al di là delle porte scorrevoli.

-Salve signorina, dove la porto?- domandò educatamente il tassista.

-Ad Appiano Gentile- risposi.

-La pinetina?- chiese ancora con un sorrisino. Annuii.

Dopo qualche minuto di viaggio l'uomo mi domandò di nuovo: -tifa Inter?-.

-Sì sono interista, e deduco che anche lei lo sia- affermai. Lui in risposta sorrise.

Per il resto del viaggio nessuno parlò, e d'un tratto mi ritrovai davanti i cancelli del centro d'allenamento.

Dove si trovavano Noemi e Alessandro.

Emozionata di rivederli, dopo essere scesa dalla vettura, telefonai Noemi.

-Emii- la salutai con il suo soprannome.

-Lolaa- rispose lei con il mio.

-Disturbo?- chiesi.

-Nono, sto lavorando, ma nulla di impegnativo-.

-Allora non è che verresti ad aprirmi il cancello?- ridacchiai.

-Che intendi Viola?- rispose scioccata. La vidi affacciarsi dopo poco fuori dalla porta dell'edificio principale. Chiuse la telefonata e corse verso il cancello, che fece aprire ai bodyguard.

-Viola!- esclamò abbracciandomi. Ricambiai stringendola forte: mi era mancata.

-Cosa ci fai qui?- chiese staccandosi.

-Dopo ti spiego tutto. Voglio vedere mio fratello ora- le dissi.

-Certo, vieni con me- mi fece strada nel centro. Attraversammo l'edificio e arrivammo a dei campetti, dove dei ragazzi parlavano in cerchio.

-Sono in pausa adesso- mi informò Noemi.

Conoscevo tutti quei volti, sia perché guardavo sempre ogni partita, sia perché Alessandro me ne parlava. Non ero mai stata qui, nessuno di loro mi conosceva, però io sì.

Avanzai Noemi di un passo, e chiamai mio fratello in modo scherzoso.

-Hey Basto- gridai per farmi sentire, e tutti si girarono verso di me, compreso Alessandro.

Lo osservai girarsi, squadrarmi, e realizzare che effettivamente fosse sua sorella la ragazza davanti a lui, forse un po' cresciuta rispetto all'ultima volta che l'aveva vista.

-Viola-.

Continua...

You're a Sky full of Stars - Nicolò BarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora