XXIV - Orion

277 14 3
                                    

Svuotai l'ultimo scatolone e lo portai in balcone, dove avevo posizionato tutti gli altri vuoti in fila. Rientrai e mi guardai intorno. Adesso quella casa aveva definitivamente un tocco femminile.

Avevo lasciato qualcosa a casa di Alessandro, ma non tutto. Osservai le mie foto sulle mensole, il giradischi sul mobiletto sotto la televisione, qualche piantina in giro.

Nicolò mi aveva anche "regalato" la sua cabina armadio perché "lui usa l'armadio", per citare le sue parole. Lo studietto si trasformò nella mia postazione da lavoro, con portapenne, borsellini, il mio computer, e tutto in ordine.

Dietro alla scrivania, una parete rivestita di libri su scaffali e scaffali. Nicolò non leggeva proprio. In bagno i mobiletti ancora vuoti riempiti da tutti i prodotti di bellezza esistenti sulla faccia della terra.

Mentre attraversavo il corridoio, sentii lo scattare della serratura. Mi affacciai all'ingresso e vidi Nicolò che posava il borsone dell'allenamento e si toglieva il giubbotto.

-Ciao amore, andato bene l'allenamento?- chiesi, avvicinandomi.

Lui mi posò le mani sui fianchi e mi diede un bacio. -Tutto bene, tu invece hai finito qui?-.

-Sì, adesso mi sono impossessata di casa tua- scherzai.

-Prima me e poi la mia casa, quale sarà la prossima cosa? Mia sorella?- rise.

-Ho già conquistato anche lei- risposi.

-Hai ragione- disse dandomi un bacio sul naso -per caso sei specializzata in conquista di gente con il cognome Barella?-.

-Probabilmente è questo il mio destino- affermai.

Mi baciò di nuovo e poi si diresse verso il bagno per andare a fare la doccia.

Nicolò.

Quando aprii la porta del bagno il profumo di Viola mi riempì le narici. Notai tutti i suoi trucchi all'interno dei mobiletti, i suoi prodotti nella doccia, il suo spazzolino vicino al mio.

Avevo intenzione di chiederle di venire a convivere con me da tempo. Pensai che l'anniversario fosse l'occasione migliore. E avevo già in programma molto altro.

Amavo averla intorno, e mi sentivo incompleto quando, dopo una giornata insieme, ero costretto ad addormentarmi da solo nel mio letto. Le trasferte erano già sufficienti.

Tornare a casa e trovarla ad aspettarmi o aspettarla tornare a casa; vedere il suo volto come ultima cosa la sera e come prima la mattina; sentire il suo profumo ovunque, non solo su una maglietta che ho indossato in sua presenza.

Solo una settimana dopo all'inizio della nostra convivenza, Noemi e Hakan si sposavano. Lui gli aveva fatto la proposta a Capodanno, e lei aveva accettato.

Ci tenevano a sposarsi ancora senza figli, prima che nascano le due gemelline, come si era scoperto da poco. Viola sarebbe stata ovviamente la testimone di nozze di Noemi, mentre Robin era venuto da Berlino fino a Milano solo per fare quello di Hakan.

Entrai in bagno per farmi approvare l'outfit da Viola, e la trovai, bella come non mai, davanti allo specchio, intenta a mettersi un orecchino, nel suo vestito verde pastello.

-Sei bellissima, posso baciarti?- chiesi avvicinandomi.

-No- rispose prendendo il suo profumo in mano -ho il trucco, e non mi va di rifarlo- si spruzzò il profumo sul collo.

-Come sto?- domandai.

-Sei un dio sceso in terra- mi disse lanciando un bacio volante -mi prendi la borsetta sul comò?- mi chiese.

Andai alla ricerca della pochette. Quando la trovai, le andai incontro, porgendogliela. Si sistemò i ricci acconciati e mi disse "sono pronta".

Uscimmo di casa e montammo in auto per giungere a casa di Noemi. Lì trovammo i genitori di Noemi e anche quelli di Viola. Alessandro mi venne incontro e parlai con lui, mentre Viola si diresse dalla sposa.

Viola.

Entrai in camera di Noemi e la vidi in procinto di scattare foto assieme al fotografo. Quando si alzò e venne verso di me, quasi piansi dalla commozione. Con il vestito, che avevamo scelto insieme, era davvero bellissima, e il pancione che sporgeva fungeva da ciliegina sulla torta.

Mi prese per un braccio e mi trascinò di fronte alla finestra, per scattare delle foto insieme "perché lei è mia sorella" disse al fotografo, che naturalmente non mi conosceva.

Poi arrivò il momento di raggiungere la chiesa. Abbandonai Nicolò tra i banchi e mi avvicinai al mio posto d'onore, vicino a Robin. Andai da Hakan per frenare la sua ansia.

Nulla da fare, non si calmò neppure quando zio Renato consegnò Noemi nelle braccia del futuro marito. Le solite noiose formule da matrimonio, e poi arrivò il momento del .

Dopo la benedizione mi affrettai a firmare l'atto di matrimonio, a scattare qualche foto, e poi raggiunsi il mio fidanzato per partire verso la sala ricevimenti allestita.

Entrata in macchina, Nicolò mi baciò subito. -Non m'importa se mi sono automaticamente messo il rossetto-.

Risi. -Non riuscivi a resistere eh?-.

-Stamattina me l'hai vietato, e sono stato costretto a fissarti per due ore, bella come sei, senza poterti tenere la mano-.

Risi di nuovo e lo baciai anch'io. Delle volte mi chiedevo quanto fossi fortunata per meritarmi un uomo come lui, che mi riempiva di affetto e complimenti, facendomi sempre sentire speciale, come se fossi il sole e lui la terra che ruotava attorno a me.

Eravamo seduti al tavolo assieme a mio fratello e mia cognata Camilla, Agustina e Lautaro, Marcus, Dimarco e Giulia, e infine Robin.

La cucina si estendeva da quella italiana a quella turca, e devo dire che per una volta un matrimonio non mi appesantiva lo stomaco.

C'erano ovviamente anche i nostri amici del liceo, e li raggiunsi per un po' mentre Hakan tirò Nicolò ad un gioco stupido organizzato dai suoi parenti della Turchia.

Noemi si commosse vedendo un video che Hakan le aveva dedicato, e subito dopo capeggiava il trenino che girava tra i tavoli.

, pensai, è davvero il miglior matrimonio a cui abbia mai partecipato.

Nicolò.

Viola rideva felice mentre ballava con qualche sua amica del liceo e altre ragazze. La mia giacca era ormai andata a quel paese, mentre bevevo del vino e chiacchieravo con Alessandro.

L'animatore della serata invitò tutte le donne ad avvicinarsi in un angolo della sala. Noemi afferrò il suo bouquet e si voltò di spalle rispetto alla folla.

-Ti conviene affrettarti, se non vuoi essere sommerso da domande- disse Alessandro. Inizialmente non capii cosa intendesse.

Poi alzai lo sguardo, e notai Viola in mezzo alla folla che reggeva in mano il mazzetto di Noemi.

Allora capii cosa Alessandro intendesse.

You're a Sky full of Stars - Nicolò BarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora