XXIII - Lupus

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La calda aria del Natale avvolgeva casa mia. Il morbido profumo della famiglia riempiva la sala da pranzo, mentre io e Noemi guardavamo per l'ennesima volta Pretty Woman. Questo Natale le nostre mamme avevano invitato Hakan e Nicolò a festeggiarlo con noi a Cremona.

Loro erano ancora a Milano per qualche giorno, ma sarebbero arrivati l'indomani. Io e la mia migliore amica eravamo tornate prima, per sistemarci. I nostri genitori ci avrebbero lasciato casa mia completamente libera, mentre loro sarebbero andati dagli zii.

-Passami l'acqua- e Noemi me la quasi lanciò addosso, mentre mi sistemavo a testa in giù, con le gambe appoggiate al divano.

-Stupida- risposi, rilanciandola a lei.

Nicolò

Alessandro ci stava facendo un paio di "raccomandazioni". Eravamo partiti prima da Milano, perchè il Mister ci aveva concesso un giorno di riposo, vista la vittoria contro il Lecce, in cui avevo segnato.

Viola vide la partita dal divano di casa sua, perciò come al solito le dedicai il goal con la mia solita V.

Salimmo le scale del palazzo che avevo già visto qualche mese prima. Alessandro bussò e la madre aprì la porta. Il suo volto trasmetteva un misto di stupore e felicità. Abbracciò il figlio e poi fece lo stesso con me, come la prima volta.

-Nicolò, figliolo, che piacere vederti- disse nell'abbraccio.

-Piacere mio, Elisa- sorrisi. Lei si staccò e mi presentò alla donna al suo fianco, che somigliava moltissimo a Noemi.

-Fra, ti presento Nicolò- disse Elisa.

-Piacere figliolo, io sono Francesca, la mamma di Noemi, ma puoi chiamarmi zia- affermò anche lei con un sorriso, salutandomi.

Poi Francesca salutò Hakan, e lo presentò ad Elisa, come lei aveva fatto con me. Hakan aveva già conosciuto i genitori di Noemi l'estate scorsa. Alessandro prese parola.

-Le mie sorelle dove sono?- domandò.

-In salotto. Ale, porta i nostri ospiti da loro, io e Francesca vi sistemiamo le valigie- esclamò Elisa, afferrando i nostri bagagli senza aspettare risposta da parte nostra.

Alessandro ci condusse per un piccolo tratto di corridoio, verso una porta vetrata. Sentii delle voci. "Passami l'acqua" e dopo un po' "stupida": era la voce di Viola. Basto aprì la porta scorrevole, e ci fece strada dentro la sala.

Mi guardai intorno e poi notai Noemi seduta sulla testata del divano, con i piedi sui cuscini, indossando un pigiama con caramelle natalizie. Affianco a lei, Viola a testa in giù, lei con un pigiama bianco dai richiami alla neve.

Guardavano entrambe verso la televisione, dove Julia Roberts pronunciava la sua iconica frase di Pretty Woman, "mi si sono aggrovigliate le budella". Quando Alessandro richiamò la loro attenzione, ci guardarono sconvolte.

Viola

Quando sentii la voce di mio fratello, mi voltai verso la porta. C'erano lui, Hakan e Nicolò sulla soglia della mia camera da pranzo. Sorrisi inizialmente, ma poi realizzai: ero a testa in già sul mio divano, con un pigiama alquanto ridicolo e i capelli per aria.

Mi alzai immediatamente, quasi saltando dal divano, anche Noemi si ricompose, ed esclamammo entrambe: -che cosa ci fate qui?!-. 

-Felici anche noi di vedervi- scherzò Hakan.

-Dovevate avvisarci, siamo in fase relax- disse Noemi.

-Ci piacciono le sorprese- rispose Nicolò. Si avvicinò a me e si piegò per darmi un bacio.

Gli afferrai il braccio e lo trascinai sul divano accanto a me. Raccolsi il plaid finito per terra, e lui mi sussurrò all'orecchio: -ti ricordi il Natale dell'anno scorso?-. Sorrisi al ricordo del suo messaggio quella notte. Lo collegai subito al nostro primo appuntamento di qualche giorno prima, e poi alla vigilia di Capodanno, qualche giorno dopo.

Pensai a quanto la mia vita fosse cambiata in meglio in un solo anno, ed era solo una piccola parte di quel che mi aspettava.

***

Dopo le vacanze di Natale era ormai tradizione da tre anni a questa parte volare fino all'Arabia Saudita per disputare la finale di Supercoppa Italiana.  Anche se questa volta comprendeva semifinale e finale. Purtroppo per il nostro anniversario, io e Nicolò ci accontentammo di un ristorante italiano a Riyad, ripromettendoci di festeggiare al nostro rientro a Milano.

Avevamo vinto la semifinale contro la Lazio per 3 a 0. Erano passati già tre giorni da allora, e io e Noemi prendevamo il taxi per giungere allo stadio dove si sarebbe disputata la finale: Napoli - Inter. Ci sistemammo nei nostri soliti posti quasi nelle panchine.

Il primo tempo si concluse 0 - 0, continuavamo a tirare in porta senza però sbloccarla. Nicolò come al suo solito non potè evitare di prendere il suo giallo, e di conseguenza attorno al 60' venne sostituito.  Intorno all'80esimo, visto ancora il risultato inviolato, urlai a Inzaghi: -Mister, metti 3 punte-.

E così fece. Tolse Marcus, ma mise Arna e Alexis a sostegno di Lautaro. Poco dopo infatti, nei minuti di recupero, ecco l'assist di Pavard proprio per Lautaro che quasi in scivolata deposita la palla in rete. Si toglie la maglia e si fa 100 metri di campo per raggiungere il settore ospiti, sotto la porta opposta. 

Tutta la squadra lo abbraccia, e come primo ci arriva proprio Nicolò che salta quasi dalla panchina. Io mi limito ad abbracciare Noemi ed esultare con lei. Poi Lautaro si becca il giallo, la partita finisce, e noi possiamo alzare la coppa al cielo. 

Nicolò viene personalmente a prendermi, poichè ero rimasta in un angolo a guardare e a registrare, per darmi un bacio e trascinarmi davanti alle telecamere. Prese la coppa in mano e il fotografo ci scattò una foto.

Poi porse la coppa a Lautaro e si girò verso di me. Mi guardò  negli occhi, e sorrise, come me, per poi dirmi: -questa competizione è proprio speciale per noi-.

Capii che alludeva all'anno prima, quando ci ritrovammo nelle scale dello stadio e decidemmo di metterci finalmente insieme. Sorrisi e gli risposi di sì. Lui sembrava voler continuare.

-Che ne dici allora se ti trasferisci a casa mia? Prendilo come un regalo per il nostro primo anniversario-.

Lo guardai scioccata. Mi aveva seriamente chiesto di andare a vivere con lui?

-Sì, ti ho chiesto proprio questo- e lo guardai ancora più stranita. Poi capii che probabilmente avevo pensato ad alta voce. Mi ricomposi e decisi di dargli una risposta, anche perchè forse erano già passati due minuti.

-Sì, sì mi va di trasferirmi a casa tua- risposi sorridente, e ci baciammo.

You're a Sky full of Stars - Nicolò BarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora