LE GABBIE

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Passarono i giorni e fino a quando non ebbero finito di ristrutturare tutti i bagni, la ricerca  per Nimer non poté proseguire.

Poi una mattina, mentre giravamo per la città io e Alexander vedemmo un cartellone pubblicitario dove c'era scritto che non molto distante da qua, c'era un parco avventura per grandi e piccini e il soggiorno era di 1 notte. Tutto al modico prezzo di 20€ a persona e i bambini sotto i 6 anni non pagavano. Era l'occasione perfetta per spedire fuori di casa tutti quanti.

<<Guarda qua!>>Dissi ad Alexander <<con solo 60€ mandiamo mamma, papà, Sophie e i gemelli fuori dalle scatole per una notte intera. Che ne dici?>>

<<Che ne dico?>> Mi rispose quasi scocciato, ma poi cambiò espressione e continuò <<dico che dobbiamo tirar fuori i nostri risparmi e dobbiamo prenotargli subito un bel weekend pieno di avventura! Tanto noi soffriamo di altitudine, quindi cosa ci andiamo a fare>>.

<<Bene, prendo il telefono e prenoto>>.

Quando arrivammo a casa era ora di pranzo, ci sedemmo e aspettammo il momento opportuno per dare la notizia. Aspettammo di finire il dolce, così l'avrebbero presa meglio.

<<Cara famiglia, sono lieta di annunciarvi che vi ho regalato un bel weekend al parco avventura Monte Tamaro>> dissi.

<<Tu cosa hai fatto?>> Mi chiese mia madre alzando il sopracciglio dell'occhio destro.

<<Non è stata solo un'idea sua, ma anche mia>> prese parte Alexander.

<<Sì, vi abbiamo visti stanchi e volevamo fare qualcosa per voi. Tu mamma non ti fermi un secondo per ristrutturare questa casa e tu papà sei sempre preso con il tuo lavoro>>.

<<Tu Sophie hai una bella occasione per divertirti e passare un po' di tempo con mamma e papà e magari le cose fra voi andranno meglio>> disse Alexander guardando la sorella.

<<E infine i gemelli si divertirebbero un mondo>>. 

Con questa frase risvegliai i loro animi ribelli.

<<Sì, dai andiamoci. Che bello! Dai, dai dai!>> Dissero in coro.

<<Effettivamente non sarebbe male come programma>> disse la mamma.

<<E in quanto a voi due?>> Ci domandò nostro padre.

<<Noi soffriamo di vertigini e poi vogliamo fare una sorpresa alla mamma per quando tornerete>> dissi.

<<Che tipo di sorpresa?>> Ci chiese nostra madre.

<<Se te lo diciamo, non sarebbe una sorpresa>> rispose Alexander.

<<Anche tu hai ragione>> disse e poi girandosi verso nostro padre aggiunse <<Almeno passiamo un po' di tempo assieme. Ci farebbe bene>>.

<<Ormai hanno pagato, quindi ci dobbiamo andare>>.

<<Non con tutta questa enfasi, mi raccomando!>> Esclamò Sophie.

<<Ecco, intendevo proprio questo. Magari se passate del tempo assieme, smettete di battibeccarvi>> disse Alexander.

<<Ok, mi avete convinto. E quando sarebbe questo weekend?>> Domando nostro padre.

<<Domani e dopodomani>> dissi fiera.

<<Come domani? E se non abbiamo le attrezzature adatte?>> Ci domandò nostra madre.

<<Vi danno tutto loro. Voi dovete solo portare i vestiti e la voglia di essere una bella famiglia felice>> dissi sorridente.

<<Va bene famiglia, allora andate a prepararvi qualche vestito da mettervi addosso e domani mattina partiremo>> disse nostro padre e in un batter d'occhio tutti si erano dileguati. Tutti tranne la mamma che ci guardava con fare sospetto.

<<Non so se me la raccontate giusta, ma sono contenta che avete fatto questo per la nostra famiglia. Lo ammiro molto. Grazie>>.

<<Figurati>> le dissi e poi sia io che Alexander l'abbracciammo forte forte.

. . . . . . . .

La mattina seguente, tutti salirono in macchina e si diressero verso il parco e io e Alexander, aspettammo il sorgere del sole per incamminarci verso i tunnel.

Arrivati nel capanno, Alexander toglie l'asse e attrezzati di corda e una schiuma espansiva, ci caliamo.

<<Da quale iniziamo?>> Domandai.

<<Prendiamo questo, seguimi>> mi disse prendendo il primo sulla nostra destra.

Il tunnel era molto basso e per passarci abbiamo dovuto camminare a quattro zampe. Ogni tanto davamo una spruzzata con la schiuma, giusto per lasciare il segno. Magari qualcuno ci taglia la corda, non si sa mai.

Dopo qualche metro vedemmo una luce arancione e c'era uno strano tepore nell'aria.

Quando uscimmo dal tunnel e tornammo a stare in piedi con le nostre gambe, vedemmo quello che non avremmo mai voluto vedere.

<<Ma queste sono lampade scaldanti?>> Chiesi.

<<Sì e quelle sono gabbie>>.

<<A cosa mai potranno servire?>>

<<Ho un brutto presentimento>>.

<<Cioè?>>

<<Queste lampade, vengono usate per i piccoli e in quelle gabbie sembra esserci tutto il necessario per creare delle tane. Secondo me sta ricreando l'ambiente per alcune tipologie di cuccioli>>.

<<Quindi pensi che gli farà del male?>>

<<Non lo so, ma non mi piace per niente>>.

<<Però non penso che passi dal capanno per portar dentro quello che vuole portare. Quindi ci deve essere un'altra uscita>>.

<<Hai ragione, cerchiamo>>.

Iniziarono ad ispezionare il luogo e mentre lo facevano scattavano foto con il cellulare di Nimer.

Avevano trovato degli abbeveratoi, della paglia, un piccolo riquadro dove stava facendo crescere delle piante o della verdura e infine videro una porta.

<<Ecco guarda, quella è la seconda entrata!>> Esclamai.

Provammo in tutti i modi ad aprirla, ma non c'era modo, non si muoveva nemmeno di un millimetro.

<<Penso che si possa aprire solo dall'altro lato e che nostro padre possa entrare dal suo tunnel solo per poter prendersi cura di questo posto>>.

<<Tu dici che nemmeno papà sappia cosa c'è dall'altra parte?>> Domandai.

<<Oh, penso che lo sappia bene invece, guarda questi simboli, non ti ricordano niente?>> Mi disse indicando la porta.

<<Bhe sono soldi, cosa dovrebbero ricordarmi di più?>>

<<Pensaci bene, dove lavora il nostro caro paparino?>>

<<In banca>> dissi rattristita.

<<Tutto si collega, non c'è nessun tassello mancante. Secondo me al di là di questa porta c'è un bunker e al posto dei soldi, ci mettono qualcos'altro>>.

<<Hai fatto le fotografie?>> Domandai.

<<Sì a tutto>>.

<<Allora è meglio che torniamo indietro e cambiamo tunnel>>.

<<Ci sto, ma prima forse è meglio prendere una boccata d'aria. Mi sono scordato di farti vedere dove ha messo il suo computer. Poi continueremo il nostro giro. Abbiamo ancora due tunnel da esplorare e vedendo cosa conteneva il primo, ho paura a scoprire cosa contengono gli altri.

Tornammo alla base e mano a mano che tornavamo indietro, staccavamo la schiuma espansiva. Così non avremmo lasciato tracce.

OHANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora