AUSTIN

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Cosa vedi?

Un cuore vuoto.

Questo è il problema, finché vedrai solo un cuore vuoto non avrai mai un cuore aperto.

Martina G.


<Devo fumare>

Avrei potuto, avrei dovuto dire tante cose.

Se non fossi quel che sono, se non fossi destinato a vivere nel nero, le avrei chiesto di farlo ancora, di ammazzarmi con il suo corpo, di regalarmi un po' di quella primavera, di quell'arcobaleno che aveva in quei due cazzo di occhi.

Mi faceva perdere il controllo, mi portava in una realtà diversa, ma la verità era un'altra. Ed io non potevo fare altro che viverci in quella realtà di merda.

Ed ero egoista, estremamente egoista. Sapevo benissimo che non sarei mai andato oltre, che non sarei mai riuscito ad andare oltre. Non volevo e non potevo assolutamente andare oltre.

Io conoscevo solo una cosa, la passione.

E lei per me era pura passione, era eccitazione, era il vero ed unico sesso. Ma niente di più, e dovevo farglielo capire, io le avrei fatto del male, l'avrei portata in alto, lei si sarebbe buttata ma io? io non sarei mai stato in grado di prenderla al volo.

Ero spaventato, terrorizzato da lei. Continuava a farmi infrangere regole su regole, divieti su divieti. Ma era difficile resistere, era una sofferenza per me, rinunciare al suo corpo, al suo modo di urlare, al suo modo di muoversi sotto di me. E quindi lo facevo, vivevo grazie al suo corpo ma sapevo che mentre io vivevo, lei moriva. Ed ero io a farla morire, ogni volta che cedevo alla sua bellezza. Ogni volta che la toccavo. Lei non se ne rendeva conto, ma io si. Il suo cuore era troppo grande per potersi accontentare di quel poco che io potevo dargli, il mio invece era fin troppo piccolo per donare ciò che lei voleva.

<E' solo questo Laura. Ricordatelo>

<Lo so>

No, non lo sapeva, i suoi occhi erano troppo sinceri per mentire.

La osservai alzarsi e ricomporsi.

Mi alzai anche io, mi rivestii ed accesi una Marlboro, mi voltai verso il mare, sperando che la sua bellezza si portasse via l'immagine di quella ragazza, fatta di incanto ed errore.

<Anche se con te perdo il controllo, anche se tra le tue gambe vorrei starci sempre, anche se con te, è l'unico sesso che vorrei fare, questo non vuol dire che lo farò solo con te Laura>

Ero stato cattivo, per niente delicato, ma era la verità. Lei doveva sapere che io non ero quello giusto per lei, io non ero un cazzo di principe azzurro. Ero cattivo, scostante, usavo le donne, e basta. Ero solo un insignificante uomo messo al mondo per un solo scopo.

Sperai in tutti i modi che non scoppiasse a piangere. In passato ero già caduto in uno sguardo simile, ero già caduto nella delusione, nel dolore e un'altra volta quello sguardo non l'avrei retto. Soprattutto se quell'altra volta era lei.

<E' meglio che vai, tra poco vengo anche io>

Era silenziosa. Non parlava, non diceva niente. Doveva odiarmi, doveva mandarmi via, doveva urlarmi in faccia e invece, lei mi stupì, ancora.

<Cosa Vedi?>

La osservai indicarmi un cuore disegnato sulla sabbia.

<Dimmi cosa vedi. Dai..> Puntò gli occhi su di me, dandomi l'ennesimo colpo di grazia.

<Un cuore vuoto> Risposi spontaneamente.

Quello vedevo, un semplice cuore, vuoto.

Il suo sorriso sghembo alludeva ad una grande sensazione di arresa mista a delusione. <Vedi, questo è il problema. Finché vedrai un semplice cuore vuoto, non potrai mai accettare ciò che la vita ti propone>

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