Primo aereo

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Dopo il tumulto

ondeggiante del motore

che fa sussultare le ali,

questa coperta bianca

si buca di luce

e raggiungiamo

il cosiddetto paradiso,

sopra questo prato

così bianco quanto puro

intoccabile, ma percepibile.

Tutto è illuminato

dal Sole mattiniero,

non è più rosso

ma dona ugualmente fascino

a tutto ciò che illumina.

Questo oceano scorre sotto

motori potenti, copre geloso

le acque e la terra, tiene

per sé la loro meravigliosa vista

ma da quassù noi ci accontentiamo

di questa distesa di nuvole

che piano piano sembra diradarsi

e ci mostra in segreto il mare

ma in un secondo torna tutto bianco

ma poi rieccolo

riappare il blu, in questo gioco

di "vedo, non vedo".

Le nuvole sembrano pucciarsi

in queste sporadiche pozzanghere,

nascono da esse

e bene o male ci rimangono,

non come me

che ogni secondo che passa

sono più distante

dalla mia Italia;

secondo le mappe

se giro lo sguardo ad ovest

vedo in lontananza

le sue amate

e nostalgiche sponde.

Mentre osservo

questo paradiso

e rifletto

anche la luce del Sole,

sul finestrino nascono

e si moltiplicano

timidi e gentili

cristalli di ghiaccio

che non intralciano la vista:

stanno ammirando anche loro

questa meraviglia.

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