Capitolo 26

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⚠️TW⚠️
In questo capitolo sono presenti scene di violenza e uso di armi, e il tutto descritto dettagliatamente e in maniera abbastanza cruda.
Io come sempre ribadisco che questo è un DARKROMANCE e non romanticizzo o rendo ammissibili questo tipo di comportamenti.
Perciò se non volete leggere questo tipo di scene (e siete deboli di cuore), sono io la prima a dirvelo...
Non fatelo.💜

Detto ciò vi auguro una buona lettura...anche perchè è tornata l'azione che tanto ci piace💅

PS: È l'ultimo capitolo allo chalet dei Jhonson, dopo ritorneremo al caos più totale. TENETEVI FORTI PERCHÈ NON SARÀ UNA PASSEGGIATA VI AVVISO.👀💃🏻

Vi voglio bene stelline!✨️















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E quel bambino diventava sempre più buio. Man mano la sua luce si spegneva e la sua felicità cessava di esserci.

Fin quando poi ha smesso anche di sperare in un ritorno ed è allora che quel piccolo bambino è cambiato.

❀𒅂𒅂𒅂𒅂𒅂𒅂𒅂𒅂𒅂𒅂𒅂❀

















▪︎♡♧♡▪︎
















🥊

Colin


Controllo.

Ne ho sempre un fottuto bisogno.
Di controllo.

O uscirei completamente di testa.

Proprio come quel giorno...

E l'unico modo che ho di averlo è la boxe. Perciò ora mi trovo in palestra a tirare infiniti ed interminabili pugni sul sacco appeso al soffitto davanti ai miei occhi.

Solo così le voci nella mia testa si fermano per un attimo smettendo di consumarmi. Per un fottuto momento tutto si spegne ed è come se niente fosse accaduto.

E nulla abbia segnato, come una cicatrice indelebile sulla pelle, la mia vita per sempre.

Mi tormenta da allora come un girone infernale alla quale non riesci a sfuggire, e non riesco proprio ad uscirne.

Faccio finta di nulla e metto su la mia solita facciata da duro, ma la verità è che nessuno mi conosce davvero, nessuno sa che è tutto un cazzo di casino. Ed io fingo che così non sia, quando in realtà lo è fino al collo.

Tiro un pugno talmente tanto forte da sentire una scossa al braccio non appena avviene l'urto. Ma non mi interessa, faccio finta che non senta dolore e continuo sempre più forte.

Vado avanti come se nulla fosse accaduto come ogni volta.

E continuo con un pugno, un altro, un altro ancora, arrivando a calciare anche il sacco. Non mi fermo, non posso permettermi di farlo e ricominciare a sentire quelle maledette voci che mi ricordano l'inizio della mia stessa fine.

Un altro pugno.

Un calcio.

Due pugni consecutivi.

Altro calcio con tutta la potenza che possiedo nel corpo e nelle vene.

𝐒𝐤𝐲𝐥𝐞𝐬𝐬 𝐒𝐨𝐮𝐥𝐥𝐞𝐬𝐬 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora