Non posso

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Varco la porta degli studi col fiatone e i borsoni che oscillano sulle spalle. In modo automatico raggiungo i camerini mentre la mia testa non smette di pulsare. Una strana agitazione mi invade. 

I corridoi pullulano di gente che corre in cerca di qualcosa. Adagio le mie borse nel camerino, attendendo che qualcuno mi raggiunga. 

Sono stata convocata all'ultimo momento, solitamente coreografo ma non ballo sul palco. E ora le domande riempiono la mia mente. 

"Eccola, l'angelo caduto dal cielo"

Un grosso braccio muscoloso mi circonda le spalle. 

"Umbè! Dimmi che devo fare così mi tolgo subito il pensiero, prima che inizino le prove generali"

Il suo sguardo vaga dalla mia figura alla parete, come a temporeggiare. Alzo un sopracciglio quasi scocciata. Lo vedo mordersi l'interno guancia. Batto le mani tra loro attirando la sua attenzione. 

"Umbè! Sputa il rospo, c'è poco tempo e ho fatto un viaggio in macchina divorata dall'ansia, mo parla"

Mani sui fianchi e testa inclinata. Solita posa da maestrina che esce in queste situazioni. 

"Elena è caduta e la stiamo sostituendo, tu dovrai sicuramente fare le tue coreo perchè sei l'unica a conoscerle bene quanto lei"

Butta fuori tutto d'un fiato. Sbatto un paio di volte le palpebre. Le mie mani iniziano a massaggiare le tempie, mentre chiudo gli occhi. 

Certo questo non ci voleva. Però non riesco a capire perché tutta questa agitazione, in qualche modo si riesce a sostituire. Elena è divina, questo è innegabile.

"Ok, ce la faccio, alla fine le so tutte quindi va bene"

Sangue freddo e razionalità, ecco perché sopporto bene questo ambiente. Ce la posso fare. 

Il mio sguardo ricade su Umberto che mi osserva più rilassato ma come in attesa. Corrugo la fronte interrogativa. 

"Ali, ti ricordo che devi ballare tutte e dico tutte le tue coreo"

Annuisco convinta più volte, non comprendendo la sua preoccupazione. Si avvicina mettendomi le mani sulle spalle. 

"Devi ballare anche con i cantanti"

Un lampo, i miei occhi si spalancano mentre mi porto le mani a coprirmi il viso, voglio scomparire. 

"No Umbè, sai che non posso, non posso"

"Lo so che lo eviti da mesi, ma è ora di far vedere chi sei"

Scuoto la testa come una bambina, battendo i piedi. Non lui, non voglio.

Sospiro forte, stacco le mani dal viso. Razionalità, sangue freddo, Ali.
Se non fosse per un maledetto cantante non mi sarei riempita di ansia in un secondo. 

Mi tiro uno schiaffo in fronte, come per risvegliare la mia lucidità. È un gesto automatico che faccio spesso. Umberto ride piano e mi unisco pure io. Afferro il pettine iniziando a sistemare l'acconciatura. 

"Voglio una copia della scaletta e tutti gli abiti di scena pronti, non sono della statura di Elena"

Mi lascia un bacio sulla guancia. Ora il bambino sembra lui, quasi salta dalla gioia. 

"Ecco perché mi piaci"

Sorrido guardando dallo specchio la sua figura correre verso la porta. 

"Ah e dì a Ele che mi deve minimo una cena con champagne!"

Fisso lo specchio. 

Non posso permettere di farmi distrarre da stupidi sentimentalismi.

Mancano 5 minuti alle prove generali. Sto cercando di infilare le forcine tra i capelli ma le mie mani tremano.
Non sono abituata a questa reazione, mi sembra assurdo.

La porta si spalanca rivelando una Giulietta in tutta la sua bellezza. Un sorriso caldo la accompagna mentre si richiude tutto alle spalle.

Si avvicina piano, aiutandomi con l'acconciatura.
Adoro questa ragazza.

"Ho saputo, ti senti pronta?"

La guardo dallo specchio, mordendomi il labbro indecisa su cosa dire.

"Pensavo di sì ma le mie mani ora dimostrano il contrario"
Accenno un sorriso, stemperando il nervosismo.

"Eppure non me pari poi tanto triste sai, anzi secondo me sei contenta"

Sguardo d'intesa. Sbatto la testa sul mobile con fare scherzoso. Le nostre risate riempiono il camerino.

"Nammo Giuliè, delle luuunghe prove ci attendono"
Lei continua a ridere seguendomi verso il palco.

Ho una paura fottuta dei suoi sguardi, ecco che succede.

Respiro - HoldenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora