Silenzio innaturale

308 17 1
                                    

Il mio stato emotivo mi ha decisamente aiutato nella scrittura delle coreografie dei cantanti per Sabato. Ovviamente è tutto una bozza dopo l'altra, nei prossimi giorni diventeranno concrete provando con il corpo di ballo e con la scenografia. 

Mi stendo a pancia in su, rileggendo la lista delle canzoni. Sono parecchie ore che non esco dalla sala, è quasi sera ma vorrei riuscire ad ascoltarle tutte prima di domani. Mi mancano anche quelle di Holden, il caso vuole che siano quelle che più temo. Sembrano scritte a pennello per la mia confusione emozionale di oggi. 

Sbuffo lanciando il foglietto vicino alla parete. Forse è il momento giusto. O forse no. 

Tiro un piccolo grido di frustrazione, striscio fino al cellulare per comporre il titolo della prima canzone. 

Mi guardo allo specchio come a voler leggere meglio le emozioni che mi suscita. Il mio corpo crea una serie di linee incomprensibili ma che spero prendano un senso. 

Ho capito che

per quanto io fugga, torno sempre a te

che fai rumore qui

Perchè anche se nego un piccolo rumore lo fa, devo ancora capire da dove provenga però.

e non lo so se mi fa bene

se il tuo rumore mi conviene

Sicuramente no, certamente no. Mi ha creato più confusione lui in un weekend che il mio cane in 8 anni. 

ma fai rumore sì

che non lo posso sopportare 

questo silenzio innaturale 

tra me e te

Chissà quanto durerà questo silenzio, che poi tanto innaturale non dev'essere se per anni c'è stato. So che prima o poi tutto viene a galla, ma non ne ho voglia. 

Questa danza sembra quasi più una lotta interna che altro. Per fortuna che ho registrato tutto, altrimenti non avrei saputo come ricordarlo. Resto ferma col fiato corto a guardare la mia immagine riflessa, il ballo con la giusta musica è un'ottima terapia. E credo che poche canzoni siano belle quanto questa poesia. 

Che film mentali che me sto a fa. Io non sono fatta per le paranoie, non sono fatta per questo. Sono schietta, dico tutto quello che penso e faccio quello che penso. 

Ho decisamente bisogno d'aria. Mi alzo velocemente dirigendomi verso l'uscita. Appena fuori mi rendo conto che forse avrei dovuto come minimo prendere la giacca dato che è Marzo ed io indosso solo il top. Chiudo gli occhi godendomi il vento, forse la full immersion è stata esagerata. Magari prendermi un caffè con qualcuno potrebbe essermi d'aiuto. Umberto dovrebbe essere ancora qui nei dintorni. 

Apro la porta del corridoio, ma qualcosa mi blocca all'istante. 

Joseph se ne sta impalato a fissarmi con una felpa tra le mani. La mia felpa. Corrugo la fronte confusa. Vorrei fargli più di una domanda ma riesco solo a guardarlo. Sembra quasi intimidito.

"Che ci fai qui?"

 La mia voce esce quasi come un sussurro, vorrei schiaffeggiarmi. Lui abbassa per poco lo sguardo come se stesse decidendo le parole da usare. 

"T'ho vista in sala e ho pensato che na felpa te poteva servì" 

Chissà cos'ha visto, sicuramente non una coreografia, uno scarabocchio forse. Passiamo qualche altro minuto immobili uno di fronte all'altro, come se tutti e due fossimo persi in un mondo apparte. Però ha avuto un bel pensiero. 

Sorrido timida, superandolo per raggiungere la sala e scappare.

"Grazie Joseph, sei stato molto gentile"

Lo vedo seguirmi fin dentro la sala, non intenzionato a tornare in casetta o in qualche altra stanza. Non so nemmeno che ore siano. 

"Stavi a provà la canzone mia, vè?"

Annuisco mentre cerco di infilare le robe dentro il borsone. Sento i suoi passi muoversi ma non gli do bada. La mia felpa ce l'ha ancora lui mannaggia. 

Mi giro trovandolo già pronto ad accogliere il mio sguardo. 

"Dovresti ballarla tu in puntata"

"Non ho il contratto come ballerina, io coreografo e basta"

Allungo la mano in attesa della felpa. 

"Fammi vedè allora"

Ruoto gli occhi infastidita. 

"Jo, devo andare"

Vedo il suo sorriso sotto la barbetta. Nulla di buono in vista. Allunga la mano verso le casse da cui parte poco dopo la base. La canzone di Diodato ci accompagna mentre i nostri sguardi si studiano continuamente. 

"Me devo scusà pe l'altro giorno, solo che non t'aspettavo"

"Potevi reagire in mille modi e hai scelto de fa lo stronzo, capita"

Alzo le spalle come a indicare che non fa nulla. Non è del tutto vero ma non ho voglia di discuterne sinceramente. 

"Tu hai sempre fatto rumore per me Ali, devi stacce tu sul palco con me"

I suoi piedi avanzano verso di me. Mi sento ghiacciare sul posto. Non so che devo fare. 

I miei occhi si perdono completamente nei suoi, è così vicino che la mia mano quasi è tentata di lasciargli una carezza sul volto. Da quanto tempo era che non parlavamo così. Il mio cuore perde battiti e non posso farlo tacere. Guardo a terra.

"Tu invece hai fatto un gran silenzio per troppo tempo"

Gli sorrido, fragile. Lo guardo un'ultima volta prima di avviarmi definitivamente alla porta. Non sento nessun passo rincorrermi ed è giusto così. 



Respiro - HoldenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora