Robot

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Sono andati in onda i daytime e con loro un assalto mediatico nei miei confronti. So già che la giornata sarà pesante da sopportare. Nei video si vedeva Holden perennemente distratto, e in attesa di trovare qualcosa. Penso abbia aspettato quasi tutti i giorni in corridoio e questo mi ha messo parecchia confusione. Sta incidendo sul suo percorso, sulla sua carriera probabilmente, e non va per nulla bene. Sembra non rendersene conto dell'importanza che tutto questo ha e mi manda in bestia. 

Sono in studio, seduta sulla sedia di Malgioglio. Un silenzio abissale mi culla, mentre attendo con occhi chiusi. Tutto sembra così lontano da qui, così ovattato. Vorrei avere questa sensazione per mesi. 

Il rumore di passi mi fa aprire prima uno e poi anche l'altro occhio, mettendo a fuoco la figura del biondo. Sembra confuso al contrario mio che cerco di alzarmi goffamente da quella stupida poltrona. 

Appena nota la mia presenza un sorriso gli colma il viso, le occhiaie sono segnate mentre la barba sembra meno curata. Mi si avvicina piano, fermandosi proprio di fronte a me. Sembra frenare i suoi stessi movimenti, probabilmente sta cercando di capire il mio stato d'animo.

"Joseph, dobbiamo parlare"

Il tono è freddo, pacato ma distaccato. Dopotutto sono qui per il suo bene. Si avvicina ancora di un passo, ma quando tenta di afferrarmi il viso mi scanso. 

"Non sono qui per parlare di noi né delle tue parole, ma devi ascoltarmi"

Il suo sguardo cede, quasi demoralizzato. Sembra disorientato. 

"Alì, so giorni che ti cerco in ogni cosa, ti prego"

Stacco lo sguardo, mentirei dicendo che non mi ferisce vederlo così. Mi accomodo sui cuscini posti a terra dalla produzione, lui segue a ruota i miei movimenti. 

"Per parlare di noi ci saranno altri momenti, ma ora dobbiamo parlare e devi darmi retta sul serio"

Poggio la mano sulla sua, come a volerlo convincere e sembra funzionare. 

"Si tratta del mio andamento, vè?"

Annuisco decisa, vorrei che i miei occhi parlassero per me. Stringe la mia mano come a farsi forza.  

"Io so di poter sembrare razionale alle volte, ma tu lo sai meglio di altri che non è così. Però ho giurato a me stessa anni fa che niente del mio privato sarebbe salito sul palco con me, niente mi può portare via le mie occasioni"

Percepisco alla mano delle dolci carezze, lui sembra perso nei suoi pensieri. 

"Me so' sentito così male dopo il daytime, ho tralasciato tutto il lavoro in sala"

Respiro a fondo, cercando le parole giuste. 

"Non siamo robot, è impossibile non sentire quello che parte da dentro però ci sono occasioni che non possiamo perdere e tu ora non puoi lasciar andare tutto solo perchè hai sbagliato, devi imparare che certe cose capitano una volta sola"

I suoi occhi scattano nei miei come se avesse avuto la sua risposta.

"Me stai a dì che tu sei capitata una volta sola? Me stai a dì questo?"

Il suo respiro aumenta mentre si avvicina improvvisamente a me, le nostre fronti quasi si sfiorano. Che nervoso che mi fai. 

"Te sto a dì che te devi da una mossa, domani devi andare in studio e lavorare tutte le ore che hai a disposizione e chiederne anche di più perchè le cose belle non ti corrono dietro e non cadono nemmeno dal cielo. Bisogna prendersi a morsi ogni piccolo pezzo se serve e tu ora non lo stai a fà"

La mia voce è in contrasto col mio discorso, appare calma anche se in realtà ho un fuoco dentro, Come fa a non capire tutto questo, come fa a buttarlo via in un secondo. I nostri respiri si uniscono mentre le nostre mani sono ancora l'una sull'altra. Il suo sguardo è altrove mentre attendo un minimo cenno da parte sua. Ma ora sembra quasi abbattuto. 

Abbassa la testa, vederlo così mi stringe il cuore però qualcuno doveva dirglielo e so che era giusto fossi io. Mi alzo piano sfilando la mia mano dalla sua. 

"Non lasciarti andare, non deludere te stesso"

Sto per varcare la porta d'uscita quando la sua voce mi richiama debole. Mi volto incuriosita e intenerita dal suo volto stanco.

"E per recuperare co' te che devo fa?"

Sospiro iniziando a torturarmi le dita. Pensavo di averla scampata, pensavo di avercela fatta. I suoi occhi mi stanno entrando dentro come mai prima d'ora. Ma sto perdendo la pazienza.

"Me lo stai chiedendo davvero?"

Sembra confuso dalle mie parole, mi guarda in attesa che vada avanti. Istintivamente mi avvicino di qualche metro ma sempre rimanendo in piedi. 

"Vedi Jo io mi sono fidata una prima volta e non mi è andata tanto bene, credevo fossi maturato in due anni e quello che ho avuto in cambio è vedere la mia vita sbandierata sui giornali e nient'altro. Prima hai detto che te sei sentito male per quello che hai fatto ma a come mi posso sentire io c'hai mai pensato? Tutti hanno visto come sei stato in settimana, hai le telecamere puntate addosso perennemente, ma quella che ha ricevuto i peggio insulti so stata io. Oltre che mantenere la mia vita professionale intatta, far finta che vada tutto bene, ora devo anche essere responsabile dei tuoi cedimenti. Me credevi Wonder Woman che se me butti addosso il mondo lo reggo?"

Seppur la mia voce esca calma, il mio sguardo dice tutt'altro. E lui se ne sta zitto beato che così tanto non sbagli niente. 

"Tu lo sai come son fatta, che quando poi te dico tutte ste cose me sento crudele. Ma io non posso fa la solita statuetta che se fa andà bene tutto e aspetta quelli che gli stanno affianco, me stanco pure io. C'hai voglia de riprovarci e allora trova il modo, ma non stare ad aspettà che accada o che io te dica come devi fà"

Mi abbasso alla sua altezza perché del vittimismo mi son proprio scocciata. 

"Jo guardami bene negli occhi, non è tempo per avere paura nè nei sentimenti nè nella vita, tira fuori i coglioni"

Mi volto senza aspettare nessuna replica.  


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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 10 ⏰

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