********Era notte, molte persone ignare dormivano beate mentre, nel silenzio, qualcuno cercava di scongiurare una guerra. Nella stanza Blu, era in corso una riunione di emergenza tra politici di spicco quali il Presidente e il Maggiore esponente delle forze armate di Seul: - Intorno alle 02:20, tre membri delle Forze speciali della Corea del Nord, hanno attraversato la linea di demarcazione della zona demilitarizzata! - disse il segretario del maggiore in carica. Nella stanza scese tensione, se si fosse arrivati ad uno scontro, sarebbe potuta scoppiare una guerra tra le due Coree e quello non era certo ciò che ogni presidente di stato voleva, seppur fosse conscio che avrebbero potuto abbattere molti confini. - Hanno commesso uno sconfinamento armato nel nostro confine militare, preso in ostaggio due dei nostri soldati che erano di guardia continuando il loro sit-in*. - aveva descritto, in breve, cosa stava accadendo sotto il loro naso. La fronte del Presidente si aggrottò, stava cercando di capire quello che aveva appena sentito: sconfinamento, ostaggi, confine, Corea del Nord: - Sit-in? Vogliono la guerra? - chiese guardando, uno per uno, tutti i presenti nella stanza. Gli stessi che non osavano sostenere il suo sguardo, tutti meno uno: - Non arriveremo a questo. - si permise di rispondere il Maggiore Kim Kang Shin. Con quella frase, lo stesso si era guadagnato la completa attenzione del presidente, e non solo: - Una delle nostre Forze Speciali, chiuderà tutto in silenzio. - e, detto questo, tutti i presenti capirono cosa volessero dire le sue precedenti parole. Perfino il Presidente sorrise soddisfatto, abbassando le spalle che erano state contratte dal momento che era arrivata quella chiamata di emergenza.
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Erano le tre di notte, faceva freddo nella periferia demilitarizzata e cinque di noi avanzavano in silenzio verso il luogo indicato. Come accadeva quasi sempre, neanche gli animali davano segni di vita, il solo ed unico leggero rumore era prodotto dai nostri scarponi e una volta raggiunti gli altri soldati pronti all'attacco, sette fucili carichi, furono puntati sui nostri corpi. - Stop! Fatti riconoscere. - la voce bassa ma ferma di uno di loro, pronto ad aprire il fuoco ad una nostra mossa sbagliata e sapevamo tutti che l'avrebbero fatto senza alcuna esitazione. Alzai le mani facendo in modo che fossero ben visibili, lasciando che il mio fucile scivolasse leggero sul mio costato, era l'unico modo per avere la loro fiducia: - Sono il Capitano della squadra Delta. Da qui in avanti, prenderemo noi il controllo. - non ci fu bisogno di aggiungere altro. Ogni cecchino era posizionato verso tutti gli angoli della piccola cascina, esplosivi pronti a brillare erano stati posizionati ai lati delle mura della stessa. Io e il mio collega cominciammo a privarci delle cose più futili: l'elmetto, le armi, i giubbotti antiproiettile: - Cosa state facendo? - lo stesso soldato di poco prima ci guardava sorpreso, quasi non credesse possibile che stessimo affrontando, in quel modo, quella situazione. Gli sorrisi, uno di quelli che facevano alzare solo un lato della bocca: - Questa è una zona demilitarizzata, possiamo risolvere tutto solo con il dialogo tra Sud e Nord. - lo dissi basso, quasi dolce, come se stessi parlando con un bambino ma, guardando subito dopo il mio compagno, entrambi sapevamo perfettamente che non sarebbe stato così semplice.
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Half of my soul
Fanfiction- Moriremo qui. - disse spaventato. Con un sorriso tranquillo, scossi la testa. - Ti ho già detto che non morirai. - risposi, mentre calmo sistemavo la flebo. - Non hai qualcuno da cui andare? - scosse la testa, sembrava triste. - Io si. Anche se mi...