********Namjoon
Jimin dormiva, probabilmente per lui era stata una giornata pesante, accanto al suo letto, guardavo quel viso bello ma rovinato: un occhio dava sul violaceo, il labbro inferiore era spaccato e c'era qualche graffio ai lati della mascella; un cerotto posto a metà del sopracciglio sinistro e un collare elisabettiano lo teneva fermo. Niente che un paio di settimane e le giuste cure non avrebbero risolto, sarebbe tornato lo splendido ragazzo che era, fui felice di averlo aiutato, non perché fossi un soldato e sentivo fosse il mio dovere; tanto perché se non avessi avuto il mio hyong non avrei certezza di dove sarei adesso. Lo sentii muovere e quando aprì gli occhi rimasi fermo nella mia posizione, girò lo sguardo e quando i suoi occhi raggiunsero i miei, dalla sua espressione capii che era in imbarazzo: - Lo so che mi hai visto. - dissi quando voltò lo sguardo, non rispose e lo trovai divertente: - Hai fatto qualche sport? - lo sentii mugolare ma rispose ugualmente: - Judo ma so anche ballare. - sospirai, pensando alla scena di poco prima. - Perché hai lasciato che ti picchiasse? - lo chiesi curioso, era proprio questo che mi aveva colpito di più, non reagiva per niente: - Così finisce prima. - rispose ed io deglutii, chissà quante ne aveva passate. - Come ha capito che ho fatto sport? - sorrisi malinconico: - Per come lasciavi che ti colpissero.. impari a ricevere prima di dare.. - ricordai cose che avevo cercato di dimenticare, di tenere chiuse in quei cassetti dove raramente mettevo mani: - Ho anche fatto altri sport, come il taekwondo. - lo disse con un broncio assai carino. Sorrisi, mi piaceva Jimin e mi piaceva vederlo con gli occhi tranquilli: - Dalle elementari fino al liceo.. - continuò: - Eri bravo? - anche quello chiesi con un sorriso: - Ho vinto una medaglia d'oro.. - e lo disse cosi fiero di sé mentre cercava di sorridere ma il dolore al labbro ebbe la meglio.
Non riuscì a finire perché la stessa infermiera di poco prima era tornata a controllare il suo paziente: - Vedo che il suo tutore è ancora qui. - era simpatica, sembrava che parlasse con suo figlio, ed anche se probabilmente era dovuto al suo lavoro mi piacque ugualmente: - Dobbiamo compilare i documenti di ricovero. - sentii Jimin sbuffare. - Le ho detto che non ne ho.. - era infastidito ed anche un po' triste: - Sono io.. - lo dissi senza alcuna esitazione, se fosse servito a toglierlo dalla strada allora avrei fatto questo e molto altro per lui, entrambi mi guardarono ma dedicai il mio sguardo solo a Jimin. Avevo deciso, l'avrei preso sotto le mie ali e non avrei più permesso che tornasse alla sua vecchia vita, alla strada, alle gang, a qualcosa che avrebbe finito per ucciderlo ed io non volevo; tutti avevamo bisogno di qualcuno che ci aiuti a rialzarci ed io volevo essere il bastone di Jimin. Una volta tornati in caserma, mi cambiai d'abito decidendo di fare una corsa, i miei pensieri erano affollati: Jimin e come avrei potuto aiutarlo, Seokjin e la forza di tenerlo lontano; avrei voluto abbracciarlo in ospedale, stringerlo a me e non lasciarlo andare più ma c'era qualcosa più grande di noi dietro ed io volevo solo la sua felicità. Quando rientrai, trovai i miei compagni passare il loro tempo libero, chi giocava, chi leggeva e chi invece oziava sul letto: - Vice team, meglio così o così? - mi chiese Yoongi non appena entrai dalla porta, non capivo mai perché mi chiamasse così quando poi mi prendeva a parole il più delle volte. Mentre lo guardavo, Wonpil che era intento a tenere lo specchio, rispose per primo: - Prova di nuovo quello a destra. - e Yoongi eseguì, non riuscii a trattenere una risata, entrambe le divise erano identiche, che differenza avrebbe fatto?
STAI LEGGENDO
Half of my soul
Fanfiction- Moriremo qui. - disse spaventato. Con un sorriso tranquillo, scossi la testa. - Ti ho già detto che non morirai. - risposi, mentre calmo sistemavo la flebo. - Non hai qualcuno da cui andare? - scosse la testa, sembrava triste. - Io si. Anche se mi...