~ La verità di Namjoon ~

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Namjoon

Era sempre così, dove c'era Seokjin non dovevo esserci io, le faide con un suo padre mi toccavano personalmente ed io ero stanco di quella situazione. Cosa voleva di più? Avevo rinunciato all'unico uomo che avessi mai davvero amato, l'avevo allontanato con maniere anche poco carine ma nonostante questo, quella testa di cazzo di un Generale continuava a mettermi i bastoni tra le ruote. Jungkook non disse nulla, potevo sentire il suo disappunto ma non fiatò, anche lui sapeva tutto della mia storia con Seokjin e spesso nessuno faceva domande anche perché ero pronto a rompere il culo a chiunque se mai l'avessero fatto. Davanti il mio armadietto, cominciai a prendere le mie cose ma la mente mi portò dove non avrei voluto andare, a ricordi che dovevano rimanere in quei cassetti sigillati. Eravamo tornati da una missione stupida, leggera, quasi ridicola, avevo fame e non mi portai nemmeno a fare una doccia. In mensa non arrivai nemmeno a toccarlo il mio cibo perché ci fecero mettere sull'attenti, il Generale era appena entrato in menza concedando chiunque fosse presente nel continuare a mangiare; si portò di fronte a me e seppi che non avrei pranzato quel giorno. Andarono tutti via a poco a poco, quasi con lentezza o forse ero io a sentire il tempo scorrere piano, a torturarmi perché sapevo che quella visita era esclusivamente a causa mia: - Sergente Maggiore Kim Namjoon. - disse con quella voce bassa, quasi stanca. Scandii il mio nome come era consuetudine fare quando ti chiamavano e non appena finii, mi guardò di nuovo in viso andando dritto al punto: - Esci con mio figlio? - era ancora l'inizio ma erano stati i mesi più belli della mia vita. Seokjin era spiritoso, gentile, passionale e pieno di vita; io ero più chiuso, forse più impettito per via del lavoro che mi ero scelto ma lui, il mio amato Seokjin, lui era speciale. - Sì, signore. - era inutile mentire su qualcosa che era venuta a sapere tutta la caserma. Pur avendo tenuto nascosto ogni nostro movimento: - Sono in pensiero per il suo futuro. - disse come se io fossi stato il peggior delinquente di tutta la Corea. Corrugai la fronte e qualcosa mi diceva che le parole che avrebbe pronunciato successivamente non mi sarebbero piaciute: - Quindi sarebbe opportuno che anche tu pensassi al suo di futuro.. facendo fede alla tua conoscenza sul metodo da usare e intendo il metodo più delicato possibile. - Ero immobile, non mostravo alcun sentimento ma dentro urlavo e distruggevo ogni cosa, anche quella sua faccia da coglione; con la sfrontatezza di un figlio di puttana mi aveva chiesto di porre fine alla mia storia con Seokjin. - È un ordine? - lo dissi freddo, con la furia negli occhi e un dolore al petto che sarebbe diventato peggiore di ciò che immaginavo. - Confido in te che non lo diventi ma.. sono pronto a farlo diventare tale. - serrai la mascella mentre stringevo le mani a pugno da sotto il tavolo in cui erano rimaste. - Fin tanto che posiamo essere onesti e cortesi tra di noi lascerò la scelta a te. - fu quello il giorno in cui la mia vita divenne il mio inferno. Era il mio superiore e dovevo sottostare alle regole, per Seokjin soprattutto perché ero conscio che gli avrebbe reso la vita un inferno ma, entrambi non avevamo tenuto conto della caparbia di quel ragazzo che si era preso ogni cosa di me.





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