~ Conseguenze ~

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Non capii perché Yoongi l'avesse fatto ma il suo sguardo, quegli occhi accesi di una luce che non conoscevo e che mi aveva tenuto a sé nonostante tutto, avrebbe avuto delle ripercussioni il suo gesto? Probabilmente sì oltre a voler salvare la vita di quell'uomo, volevo farlo per lui: - Andiamo in sala operatoria.. - mi rivolsi ai miei colleghi. Gli stessi che avevano nei loro volti il terrore, non abituati a scene simili ma non ci potemmo spostare più di tanto perché quell'uomo continuava ad impedircelo: - Non ho intenzione di ripeterlo ancora, fermi.. - il suo accento inglese era pessimo e per qualche strana ragione gli avrei voluto tirare il bisturi in mezzo alla fronte. Ma Yoongi parlò nuovamente e lo fece nella nostra lingua: - Da adesso in poi, il nostro dovere è proteggere i medici e il paziente. Squadra, posizionatevi davanti le pistole. - tremavo. Avevo un nodo alla gola che non mi permetteva di respirare né tanto meno di inghiottire, perché? Il mio cuore mi diceva che non lo faceva per il paziente in se, ma allora perché? Perché mettere a rischio la sua vita in quel modo? Era quello che mi aveva spinto ad allontanarlo, a proteggermi da qualche chiamate futura dove mi dicevano che non sarebbe tornato: - Vi do l'autorizzazione di aprire il fuoco su chiunque rappresenti una minaccia. - Dio, nonostante quella cazzo di situazione era dannatamente eccitante quel figlio di puttana. Presi un gran respiro costringendomi a respirare profondamente: - Capitano, spero tu sappia cosa stai per fare. - gli disse quella guardia del corpo. Erano troppo vicini, l'arma di quell'uomo sul viso del mio e il mio cuore battè veloce ma lo sentii, quella sua solita voce sarcastica ed ero certo che stesse sorridendo in quel momento: - Tu fai il tuo lavoro, il dottore salverà colui che è diventato nostro paziente dal momento che avete deciso di mettere piede al Medi Cube. Ed io proteggerò chi devo proteggere! - avevo il cuore a mille, il mio Yoongi davanti all'arma di quell'uomo, il mio Yoongi che si stava giocando tutto probabilmente fino a quando mi fece un piccolo cenno con la testa. - Andiamo in sala operatoria.. -  ripetei senza smettere di guardare la sua schiena, l'unica cosa che mi era concesso di vedere. Una volta entrato in sala non avrei saputo più nulla e sapevo che sarei impazzito, lui e la sua squadra si mossero insieme a noi e lentamente ci portammo in sala operatoria, non smisi di guardarlo fino a quando i suoi occhi non raggiunsero i miei. C'era ogni cosa in quello sguardo, tutto quello che avevamo passato a Seul seppur breve, la separazione a cui l'avevo costretto, il ritrovarci qui senza dare all'altro il beneficio del dubbio o una possibilità. Quante cose mi ero perso? Quanto ancora avevo intenzione di perdermi? Mi chiesi perché fossi tanto coraggioso in sala operatoria ma di fronte alla vita mi sentissi pari ad un gattino indifeso, eppure Yoongi si era messo davanti ad una pistola per me ed io sapevo che non era per il paziente; credeva in me e aveva messo la sua vita nelle mie mani.

- Hoseok... - chiamò Taehyung e sapevo cosa volesse dirmi, dovevamo prestare la massima attenzione perché probabilmente dall'altra parte del mondo, i maggiori esponenti della politica stavano aspettando una nostra riuscita o peggio, un nostro fallimento. - Bisturi.. - ero calmo, concentrato sul mio paziente, sul mio respiro e su quello dei miei colleghi, prima di aprire il suo addome presi un gran respiro tornando ad essere il Dottor Jung. - Hoseok, una volta iniziato non potrai tornare indietro.. - richiamai la sua attenzione, indicando un punto preciso del mio paziente. - Guarda qui Tae, non è un incisione sottocostale? - rimase in silenzio per qualche minuto, esaminando quella cicatrice vecchia di anni. Lo vidi corrugare la fronte sapendo già a cosa stesse pensando: - Ma nella cartella non c'era niente che parlasse di un operazione. - fu quell'ingenuo e sprovveduto Dongwoon a parlare ed io sospirare stanco di ripetermi. - Proprio per questo, ad eccezione di ciò che vedete qui davanti a voi, non dovrete fidarvi di nulla per questa operazione. - sapevo quanto fosse difficile operare alla cieca. Senza sapere cosa davvero potevamo aspettarci dal paziente che attendeva di essere salvato: - Proprio per questo l'operazione è fottutamente pericolosa Hoseok. Noi, il paziente, persino quei soldati lì fuori pronti a prendersi le pallottole per noi.. - ma non lo feci finire. Guardai nei suoi occhi, sicuro di ciò che avrei detto e fatto: - Taehyung se dovessimo interrompere, il paziente morirà.. sai anche tu che, in quanto medici, non abbiamo altre opzioni. - ma non rispose, nessuno in quella sala operatoria emise anche un solo respiro. Tutti sapevano che avevo ragione, che se avessimo lasciato morire quel paziente non era solo la nostra vita ad essere in pericolo ma la nostra integrità in quanto medici: - Iniziamo con l'incisione addominale.. - e senza perdere tempo la mia mano munita di bisturi andò ad incidere la pelle con i relativi sotto strati. Al mio passaggio l'addome dell'uomo si riempì di sangue ed io seppi di non poter più tornare indietro. Io e Tae avevamo le mani imbrattate di sangue, entrambi con le stesse dentro lo stomaco del presidente Arabo, concentrati su ciò che stavamo facendo: - Quasi non ti avevo creduto prima, veramente questo paziente è stato operato di appendicite. - Tae, il mio braccio destro in ogni cosa, aveva lo sguardo corrucciato. - Le aderenze tra i tessuti sono ardue, inizieremo strato per strato andando in ordine.. bovie*.. - mi rivolsi alla mia assistente non che la migliore dottoressa tra i miei colleghi. Ma di nuovo quel rumore insopportabile cominciò a farsi sentire rendendo ancora più nervosi gli infermieri presenti in quella sala. - La pressione del sangue cala ancora repentinamente, ne sta perdendo troppo.. - e non ci fu bisogno di dire che ne serviva altro che l'infermiera addetta fu veloce nel sostituire la sacca vuota con una piena. - Non va Hoseok, continua a calare.. - sentivo le lamentele di Dongwoon ma ne io ne Tae ci spostammo dalla nostra posizione. - Non posso morire adesso.. sono un padre adesso.. - e mi fece quasi tenerezza.

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