4 - Ladra di Verità

27.4K 1.4K 7.7K
                                    





"Ermes era spesso raffigurato come un dio allegro, amante della musica, del divertimento e dei giochi. Era noto per le sue astuzie e i suoi scherzi, ma anche per la sua generosità e il suo spirito amichevole."


— You're a teaser,
you turn 'em on
Leave 'em burning 
and then you're gone
Looking out for another
Anyone will do
You're in the mood for a dance
And when you get the chance



🍓🪽
H E R M E S


«Ehi, Piccolo Paradiso», saluto Haven, stringendola in un abbraccio soffocante. Non la lascio andare, però; le circondo le spalle e lei incastra le dita della mano con le mie.

«Ciao Hermy», ricambia, per poi darmi un bacio sulla guancia.

Hades sventola la mano in aria, alle nostre spalle. «Ciao anche a te. Sì, ci sono pure io.»

Mi rivolgo a Haven, riprendendo a camminare. «Cosa fai in giro a quest'ora? Sono le dieci di sera.»

«Cosa ci fate», coregge mio fratello.

Gli faccio cenno di stare zitto. «È irrilevante la tua presenza, così come la tua opinione. Sto cercando di dialogare con la mia migliore amica.»

Da dietro mi arriva il grugnito feroce di una Diva ferita nell'orgoglio.

Conoscere Haven Cohen è stata una delle cose migliori che mi siano capitate. Fin dal primo momento in cui ho posato gli occhi su di lei, nel giardino del campus, è scattata una scintilla dentro di me. Tifavo per Haven e Hades da quando lui sosteneva di non sopportarla e lei faceva di tutto per infastidirci.

Quando hanno litigato, a inizio ottobre, e lui le ha intimato di non avvicinarsi mai più a noi, ho creduto di essermi sbagliato e che fosse finita.

Gli avevo pure chiesto se potessi provarci io con Haven, dato che non si parlavano più.

Hades ha avuto una reazione molto pacata, tipica di chi non ha interesse per qualcuno. Ha afferrato una tazza in ceramica e l'ha lanciata contro il muro.

«Deduco sia un no», gli ho risposto ai tempi, parecchio divertito.
«Deduci quello che ti pare, idiota.»

Haven è una parte della mia anima, e occupa un pezzo del mio cuore. Più di tutto, poi, è riuscita a rendere mio fratello una persona meno insopportabile. Chi l'avrebbe mai detto che un po' di figa avrebbe potuto addolcire Hades Malakai Lively.

«Eravamo al planetario», la voce di Haven mi riporta alla realtà.

Allungo il collo e comincio ad annusarla. Lei ridacchia, tentando di allontanarmi ma con poca convinzione. Sì, lo sento eccome l'odore familiare del sesso e di tutte le cose peccaminose che ci sono al mondo.

«Beati voi», borbotto. «Penso persino di essermi dimenticato come si apre la bustina di un preservativo.»

È passata una settimana dal mio rientro a Yale dopo la vacanza in carcere, e nessuno mi si è ancora avvicinato. La mia popolarità è svanita nel nulla. Nella piramide sociale di questa università, ormai penso di essere più in basso di Athena.

Nessuno mi invita alle patetiche festicciole studentesche, che mi servivano soprattutto per conoscere meglio i nostri compagni e poter sfruttare le informazioni per i nostri giochi. Quasi nessuno mi saluta in giro per i corridoi. Sono diventato un fantasma.

Ancora peggio: nessuno vuole venire a letto con me. Non è incredibile? Eppure, non mi sembra di aver perso la mia bellezza e il mio carisma. Mi pare esagerato rifiutarmi solo perché sono stato accusato di omicidio.

Game of Lust (Game of Gods Spin-off, #Hermes)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora