9; Dalila

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Sono passate due ore e un quarto e siamo appena arrivati a Venezia. Nel frattempo Salvatore mi ha riempita di insulti e minacce che io ho evitato. Non le voglio neanche ricordare...

<<Siamo arrivati, muoviti. Dobbiamo entrare a casa.>> dice prendendomi per il braccio e trascinandomi verso la porta.

Entriamo e mi fa sedere sul divano.

<<Ora posso sapere perché mi hai portata qui?>> chiedo stando un po' lontana da lui.
<<Ti ho portata qui perché mi mancavi, anzi mi mancava il tuo corpo. E ora che sei qui, ci sono delle regole che devi rispettare>> sbarro gli occhi e mi allontano.
<<S-Salvatore sei serio?>> balbetto.
<<Sono serio, posso anche fartelo capire in un altro modo, un modo più chiaro. Ma c'è tempo per tutto. Vuoi sapere queste regole o no!" grida prendendomi il braccio.
<<S-Sì...>> sussurro.
<<Non puoi usare il telefono, so che scriveresti al tuo nuovo fidanzato. Puoi uscire solo quando non disobbedisci e infine...starai qui per una settimana.>> rimango ferma a bocca aperta.
<<Una settimana!>> dico sconvolta.
<<Già, una settimana. E ad ogni lamento ci sarà una punizione. Ti stai per caso lamentando?>> chiede con sguardo malizioso prendendomi dai fianchi e togliendomi la felpa.
<<N-No...>> sussurro.
<<A me è sembrato il contrario, invece. Punizione?>> chiede sbottonandosi i pantaloni. Io non rispondo.
<<Ho detto... PUNIZIONE?>> grida.
<<P-Per forza?>> chiedo mentre il fiato inizia a mancare.
<<Sì, per forza>> risponde spogliandosi e togliendomi tutti i vestiti.

Procede buttandomi di forza sul divano e salendo su di me. Comincia a baciarmi tutto il corpo, poi si infila un preservativo e mi gira, mettendomi a pancia in giù.

Entra all'improvviso e saltella su di me.
<<Quanto cazzo mi sei mancata!>> grida sculacciandomi velocemente.
<<URLA!!>> ordina prendendo una cintura e sbattendola sul mio corpo. Obbedisco e continua così, ancora, ancora e ancora.
Mi gira di nuovo e inizia a leccare il mio clitoride per poi ordinarmi di prendere in mano la situazione. Così lo prendo e ci striscio sopra.

Tutto questo per un'ora.
Rimpiango i modi delicati che ha utilizzato Alessandro con me. Non so più come sentirmi.

<<Oggi mi hai soddisfatto, quindi potrai uscire.>> dice toccando il mio seno e addormentandosi fino alle 19:00.

al risveglio di Salvatore

<<Mh, quanto ho dormito?>> chiede toccandomi.
<<Molto, contando che sono le 19...>> rispondo.
<<Bene, puoi prepararti per uscire stasera...devi tornare entro le 23:00!>> mi obbliga.
<<Sì, sì>> rispondo andando a prepararmi.
Dopo ciò che è successo, non ho molta voglia di farmi bella. Vorrei solo trovare un posto per parlare con Alessandro, nonostante io non conosca le vie di Venezia. So soltanto come tornare a casa di Salvatore.

Passa un quarto d'ora e saluto quest'ultimo, infine esco di casa.

Cammino un po' in cerca di un bar o un locale qualunque e trovo un ristorante appena aperto, penso. Non vedo molta gente...

<<Buonasera...>> saluto una cameriera.
<<Salve! Ha bisogno di qualcosa?>> dice la ragazza. Sembra carina...
<<Ho bisogno di fare una telefonata... avete un cellulare, per favore?>> chiedo con occhi lucidi.
<<Oh, certo. Qual è il numero?>> chiede lei prendendo il suo telefono. Prendo il biglietto di Alex che ho messo nella mia borsetta e lo leggo.

...

<<Pronto, chi parla?>> chiede Alex.
<<Alessandro!>> dico felice.
<<Dali? Bimba? Sei tu?>> chiede contento.
<<Sì, sono io! Sono successe un po' di cose, dovrò restare qui per una settimana...>> rispondo.
<<Aspetta... questo è il tuo numero?>> chiede.
<<No... Salvatore non mi permette di usare il telefono, è una faccenda lunga...ti sentiresti male a sapere tutto di botto...>> dico.
<<Ok... è successo quello che penso io?>> chiede triste. Non rispondo.
<<Ho capito...ascoltami, bimba. Domani vengo da te a Venezia...mentre tu dovrai uscire di sera alle 20 e dovrai andare nel locale in via Garibaldi numero 24. Ti aspetterò lì, e mi potrai raccontare tutto. La stessa cosa succederà tutti gli altri giorni, sempre allo stesso orario e sempre nello stesso posto.>> dice.
<<Va bene...a domani, Ale>> lo saluto.
<<A domani, Dali>> mi saluta e stacca.

Ringrazio la cameriera ed esco dal ristorante, poi torno a casa di Salvatore.

a casa...

<<Sono tornata!!>> dico chiudendo la porta.
Viene da me barcollando. Cazzo, ha bevuto?
<<Salvatore, sei ubriaco?>> dico spaventata.
<<Zitta e vieni qua>> dice dandomi uno schiaffo, poi un calcio e poi un pugno...e così via.

"Ti prego, basta!"

amarsi davvero 🌼 // Alex Wyse Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora