AUSTIN

17 2 0
                                    




Proteggere: che assurda, arcaica, meravigliosa parola.

Twitter.


ANNI PRIMA

<Sei la vergogna del genere umano. Non meriti niente dalla vita, niente.>

<Lasciami spiegare io..>

<Tu fai schifo e basta. Addio Austin>

<Addio Tessa..>

PRESENTE

La piccolina stava per cadere, le sue gambe fragili, vibranti sembravano non essere in grado di farla rimanere in piedi, la agguantai per le cosce alzandomi da quell'angolo troppo perfetto.

Il suo sapore mi era entrato nelle vene, come una dose potente di droga, le sua urla, il suo modo di gridare il mio nome, era troppo per me.

Volevo morire di quelle urla, di quel piccolo corpo ricco di sbagli e desiderio.

La presi in braccio, tenendola salda a me con le mani sul suo sedere, lei mi guardò, piantò i suoi occhioni nei miei, ed io mi persi dentro a quell'arcobaleno. Era nuda, dannatamente sexy, dannatamente piccola da farmi perdere la ragione.

La tenni tra le braccia fino a quando il suo respiro iniziò a regolarizzarsi, ma non avevo finito, il viaggio era appena iniziato.

<Posso farti una domanda?> Delicata, con la voce bassa mi puntò.

<Dipende>

<Hai detto che qui sopra si può fare tutto ciò che nella realtà non si può, quindi lo faccio>

Furbetta .

<Non intendevo proprio questo ma fa niente.. dimmi> Accessi una Marlboro, mentre lei scese dalle mie braccia.

<Ti rispondo solo se resti nuda, non ho finito con te piccola> Sogghignai rendendola agitata.

Impazzivo a vederla così.

<Di cosa hai tanta paura? Perché scappi dalla vita?>

<Io cosa?>

<Hai capito benissimo, l'ho vista sai, la paura che hai negli occhi>

Involontariamente li abbassai, puntando la sigaretta.

<Fumi per dimenticare, bevi per non pensare, scappi dalle cose belle, ti mostri per quello che non sei, perché?>

<Perché devo> Tagliai corto.

<Tu ora sai cosa devi fare invece?> Malizioso, sputai il fumo sul suo seno scoperto sperando di riuscire a farla smettere di domandare.

<Cosa?> I suoi occhioni seguirono la densità del fumo spargersi intorno a noi e mi fecero caprie che ci ero riuscito.

<Ricordarmi perché continuo ad infrangere tutte le regole ogni volta che sei con me>

Ringhiai tra i denti, mentre con una falcata mangiai la distanza tra i nostri corpi, facendoli sbattere uno sull'altro. Il suo seno pugnalò i miei pettorali ed il suo ventre delicato il mio addome teso.

Sentivo l'eccitazione soffrire dentro i pantaloni, con una mossa rapida la liberai, lasciando che saettasse sul suo piccolo pancino.

Brividi elettrici riempirono la sua pelle, e la mia, inclinai il busto per riempirmi la bocca di quel seno prezioso, lo strizzai tra i denti aiutandomi a sorreggerlo con una mano, l'altra invece, impressa sul suo sedere cercava la strada per farla cedere ancora, scivolai tra le sue carni fino ad arrivare al suo clitoride. Era gonfio sotto le mie dita ed io non persi tempo per torturarlo, lo stuzzicavo con il polpastrello, mi muovevo piano, lento, sentivo il suo corpo chiedere pietà, da quella bocca dannata uscivano gemiti sofferenti ed eccitati, la sua voce riempiva le nuvole, ed io riempii lei, con due dita, le spinsi fino in fondo, entravo e uscivo, facendo scoccare le dita sulla sua apertura.

ARE YOU MY MELODY?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora