Sweet Carolina

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han jisung non aveva dei veri e propri problemi con i suoi genitori: con sua mamma si discuteva spesso riguardo la scuola e non avevano momenti in cui parlavano di altro, come ad esempio la vita sociale del ragazzo, ma non ne faceva una colpa, dopotutto la madre lavorava giornate intere quindi il tempo per conversare normalmente era sempre poco.

con suo padre il rapporto era stretto, erano quasi più amici che papà e figlio per come solitamente si comportavano uno accanto all'altro. Purtroppo però questo rapporto andò man mano a rovinarsi, sgretolandosi lentamente a causa di alcuni avvenimenti.

la prima causa fu il divorzio dei genitori; jisung era pur sempre cresciuto in un ambiente di continui litigi, tanto che per lui erano ormai normali. Quando i genitori annunciarono il loro divorzio il ragazzo non ci rimase nemmeno male; ciò finalmente poneva fine a inutili litigi continui quindi non vedeva il cattivo lato della medaglia.

dopo però circa due anni il padre presentò quella che era la sua nuova compagna, e da lì tutto andò male.

jisung non avrebbe mai pensato che la nuova fidanzata del padre, assieme ai suoi figli che avevano all'incirca l'età del ragazzo, l'avrebbe trattato come un qualcuno di relativamente inferiore a lei ed a suo padre.

ogni volta che veniva invitato per pranzo lì o per i weekend ne usciva piangendo e di malumore. Ci aveva anche provato a parlare col padre, ma egli non gli credeva quindi si arrese e lasciò scorrere, iniziando a rifiutare il più possibile tutti quei inviti, ma ovviamente non poteva farlo sempre, anche perché suo padre gli mancava, ed ancor di più gli mancava il bellissimo rapporto che avevano prima dell'arrivo della malvagia donna.

ora si trovava seduto a quel tavolo che non gli piaceva affatto, sapeva che avrebbe mangiato poco se non nulla; ogni volta finiva che con le loro parole aspre finiva per crearsi nella sua gola un nodo davvero stretto e il suo stomaco automaticamente si chiudeva.

il solo pensiero di dover stare ben due giorni lì gli faceva venire la nausea e dubitava fortemente di riuscire a restarci davvero per due giorni; con qualche miracolo divino era riuscito a sopravvivere fino a quel sabato sera.

''allora jisung, come va a scuola?''

ed ecco la solita domanda, fatta dalla solita voce stridula della donna che gli sedeva davanti.

''bene, il solito.''

sicuramente non era il solito, l'arrivo del mitico minho aveva posto fine al 'solito', ma sicuramente non l'avrebbe raccontato, non a loro.

dopo quella sua risposta calò il silenzio, si sentiva solamente il televisore che trasmetteva uno dei soliti programmi stupidi coreani; tutti mangiavano tranquillamente, ma non jisung. Sentiva che c'era qualcosa di strano nell'aria e la cosa lo preoccupava.

dopo qualche minuto il silenzio venne, sfortunatamente, spezzato dalla fastidiosa voce stridula.

''sai, io e tuo padre stavamo pensando di far cambiare scuola a Ryun e Haring... e di farli venire proprio nella tua scuola!''

a jisung andò quasi di traverso il boccone che aveva appena ingoiato e dovette riprendersi bevendo un lungo sorso d'acqua. Ma che cazzo voleva da lui l'universo?

''cosa? E perché proprio nella mia scuola?''

''che domande jisung, è una delle migliori nella città ed inoltre sei il loro fratellastro, almeno non si sentirebbero completamente soli e poi-''

''loro non sono i miei fottuti fratellastri, non abbiamo nemmeno una virgola dello stesso sangue.''

il padre lanciò un'occhiataccia per i termini che aveva iniziato ad usare, ma il ragazzo lo ignorò completamente.

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