Il suo mal di testa non cessò di tormentarlo nemmeno quando la sua schiena aderì alla testata del letto. Appoggiò il capo sull'estremità del cuscino, aprendo gli occhi leggermente puntigliosi e doloranti per la scarsa mancanza di sonno della notte precedente. Il silenzio della stanza, che prima sembrava una benedizione, ora pesava su di lui come un macigno. Quella mattinata non prometteva niente di buono.
Jeon Jungkook aveva il cuore diviso in mille pezzi. Ogni decisione che doveva prendere gli sembrava la fine del mondo, come se fosse incapace di scegliere. Paranoia, incertezze, nostalgia e imbarazzo lo avevano paralizzato. Il pensiero di affrontare Jimin lo faceva scivolare sempre più giù in una spirale di insicurezze. Ogni volta che cercava di fare qualcosa, di avvicinarsi, un muro invisibile si erigeva tra loro.
Jungkook si sentiva impotente. Eppure, sapeva che quella mattina avrebbe dovuto fare qualcosa. Avrebbe dovuto affrontare le sue paure e, soprattutto, le sue responsabilità.
Diede una leggera pacca sulle gambe, come se volesse scrollarsi di dosso la rassegnazione. Era il momento di agire, non poteva rimandare oltre.
Si alzò dal letto con passi decisi, ma ogni movimento sembrava rallentato dal peso delle sue emozioni. Non voleva farlo, ma sapeva che non c'era altra scelta. I suoi piedi nudi, contro il freddo pavimento della stanza, lo fecero sobbalzare. La scossa di brio che ricevette fu solo momentanea: il suo respiro restava affannato, la mente ingarbugliata.
Non fece in tempo a raggiungere la porta che la figura minuta di Jimin comparve sulla soglia, il viso abbassato, le mani nervosamente intrecciate davanti a sé.
"Buongiorno, Jiminie," disse Jungkook, il tono più basso del solito, sperando di non dover affrontare quello che sapeva stava per accadere.
Jimin alzò lo sguardo, incontrando gli occhi del corvino con una mescolanza di rassegnazione e desiderio di verità.
dinnanzi a quel nome,jimin strabuzzò gli occhi,consapevole dell'amore con cui gli era stato attribuito.
"Buongiorno, Kook." La sua voce tremò, ma non per la paura di Jungkook.
''che ci fai qui'' l'andatura slanciata di jungkook fece intimorire il giovane biondo, e con timore, alzò il suo capo,incontrando gli occhi rossi del castano.
''volevo solo ringraziarti'' jungkook parve scontrarsi contro un camion, il suo cuore fece un veloce tuffo in avanti,non permettendogli di mantenere a lungo il loro contatto visivo. Scosse vigorosamente il capo,in segno di negazione,vacillando sui suoi stessi passi incapace di avvicinarsi più del dovuto al biondo.
''spero che tu oggi ti senta meglio'' accennò un breve sorriso,timido ed impacciato,pieno di sensi di colpa. Tentennò qualche secondo prima di decidere che era arrivato il momento di scavalcare la sua figura,ormai inerme e con il cuore che sbatteva sulla sua cassa toracica. Il biondino però non era dello stesso pensiero, dovevano parlare.
Si dipinse un velo di delusione sul volto candido del biondo,quando con estrema delicatezza,jungkook scosse,come folgorato,la sua mano sul suo avambraccio.
''non ora jimin''
''e quando!!'' la voce stridula fece accapponare la pelle al corvino,quando si rese conto che ormai gli hyung stavano assistendo alla scena.
Gli occhi di jimin si riempirono velocemente di lacrime, mentre sentiva la voce di taehyung prima decisa e incurante delle molteplici imprecazioni,diventare ovattata e confusa,e in poco tempo divenne il caos.
Ogni passo che il corvino faceva sembrava amplificare la distanza tra di loro, come se anche fisicamente fosse sempre più lontano. Non ce la faceva più, non riusciva a reggere tutto questo, la sensazione di vuoto che aveva dentro ogni volta che Jungkook scappava, ogni volta che non aveva il coraggio di affrontarlo. Eppure Jimin era lì, sempre, pronto a perdonarlo, a aspettare che Jungkook si facesse avanti, ma quel momento non arrivava mai.
La sua testa pulsava come se il mal di testa fosse l'unica cosa che potesse definire la sua vita in quel momento. Sentiva un peso sul petto, come se stesse cercando di respirare attraverso una fitta cortina di nebbia, e ogni respiro sembrava più difficile del precedente. Non riusciva a guardare Jungkook senza sentire quella fitta di delusione che si faceva sempre più forte.
"Non ora?!" Ribadì Jimin urlando , la sua voce un misto di rabbia e incredulità. Il suo cuore batteva forte, e sentiva una stretta al petto che lo stava soffocando. "E quando, Jungkook? Quando sarà il momento giusto, eh? Quando te ne deciderai a prendere le tue maledette responsabilità?"
La voce di Jimin divenne stridula, e Jungkook sembrò indietreggiare, come se ogni parola di Jimin fosse un colpo che non riusciva a parare. Perché non riusciva mai a parlarne? Perché non riusciva mai a prendere una decisione, a dirgli una volta per tutte quello che sentiva, a risolvere tutto?
Jungkook si congelò, il volto impallidito, e Jimin vide un'altra espressione attraversargli il viso.
Il caos esplose intorno a loro, con gli altri membri che si accalcavano, cercando di fermare le urla e le parole che ormai erano fuori controllo. Ma Jimin non riusciva più a fermarsi. Aveva bisogno di liberarsi. Di dire la verità.
"VAFFANCULO JEON JUNGKOOK!!!"
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BORN SINGER
Hayran KurguWattpad 2023 Dove jimin dei bts viene indagato per uso di sostanze. (No spoiler) -AU -jikook