VIII CAPITOLO

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La notte passo' veloce, in realta' il tempo scorreva piu' velocemente quando ero con lei, forse perche' sto davvero bene quando c'è.
Mi sveglia e non era li', dove poteva essere?, eravamo in un ospedale non credo possa essere andata lontana, o forse l'ha chiamata sua madre ed e' dovuta fuggire.
Giá sua madre, pensai, quella donna odiava i gay e soprattutto le lesbiche, credo che se scoprisse di me e Gaia o semplicemente di me l'allontanerebbe subito se non mi darebbe fuoco all'istante.
Pensare a sua madre mi rattristiva, e proprio quando una lacrima rigo' il mio viso entro' lei; era allegra, glielo leggevo negli occhi, che sara' successo?
Non feci in tempo a pensare che mi si butto' letteralmente addosso e mi disse con fare da bambina 'SAI CHE GIORNO E' OGGI? LO SAI? LO SAI? LO SAI?' scoppiai in una risata rumorosa, adoravo quando usava il suo lato da bimba felice.
Stoppai la risata e dissi seria 'Oddio, e' il tuo compleanno?' ero una frana nel ricordare i giorni di compleanno, ma ehi, con il tempo il suo me lo sono stampato in testa;
Si avvicino' fino ad essere a soli due millimetri dalla mia bocca e urlo' 'IL GIORNO PIU' BELLO DEL MONDO, ESCI DI QUI, E IO STARO' DA TE FINO A QUANDO VORRAI', non ero felice, sapevo che aveva mentito alla madre per stare da me, dicendole chissa' quale balla!
Ma ecco mia madre, li davanti a noi, appoggiata alla porta inerte, che ci fissava intensamente, Gaia era su di me, cioe', pensai, mia madre ormai lo sa, e non le importa? perche' non parla? oddio, ma proprio mamma mi blocco' i pensieri quando disse entusiasta 'Beh? smettetela di amoreggiare e prepara la borsa gioia, sapeva quanto odiavo essere chiamata cosi' davanti alle mie amiche e soprattutto davanti alla mia ragazza;
Gaia ripete' 'Gioia' con fare malizioso, cosi' mi alzai e insieme alla mia piu' grande felicita' e la mia grande mamma preparai la borsa, indossai i miei adorati legghins, la mia adorata felpa nera con scritte in bianco e delle vans ormai distrutte; uscimmo dall'ospedale abbracciate, mamma era in mezzo a noi, capito che era felice per me, cioe', per noi.
Salimmo in auto, e dissi con tono serio verso mia madre 'Ma sua madre?' Si limito' ad accennare un sorriso seguito da un occhiolino, bene, pensai, posso godermi la mia Gaia piu' di un giorno, a questo pensiero sentii i battiti accellerare, che cazzo, quella ragazza mi faceva sentire davvero bene.
Notai un particolare, Gaia continuamente dedita al telefono, ecco si, odio quando usa il telefono ogni otto secondi in mia presenza, mi faccio paranoie inutili, sempre, ogni volta che le vibra quel fottuto telefono.
Arrivammo a casa, salimmo in camera mia, mi era mancata cosi' tanto, ma l'aria era tesa, mi fissava, sapevo che avevo notato il mio sguardo sul telefono dallo specchietto retrovisore in auto, e lei sapeva quello che mi poteva passare nella testa in quel momento, fino a quando quel dannato cellulare squillava senza tregua e lei cercava di nasconderlo.
'Rispondi pure', dissi con aria irritata.
'Si', rispose tesa.
Riuscii a vedere il nome sul display di chiamata 'Nana', cosi' misi in moto i ricordi, si nana, Nicole, oddio parlava con la ragazza che mi aveva uccisa dentro.
Uscii dalla stanza e mi spostai in bagno, dove rimasi ad ascoltare la loro conversazione.
'Non posso essere costretta!' ripeteva assiduamente Gaia e la mia mente pensava e ripensava, quando la porta si apri' bruscamente.
'Cosi' ora origli? l'ospedale ti ha fatto rincoglionire?', queste parole mi ferinoro, non era la Gaia che conoscevo io, no.

SCUSATE PER IL RITARDO,
SCUSATE DAVVERO, PER FARMI PERDONARE STASERA DOPPIO AGGIORNAMENTO, E SCUSATEMI ANCORA.

~CRIS.

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