Hans aprì gli occhi lentamente, sentendo il freddo del mattino penetrare nella baracca. La prima cosa che notò fu l'assenza di Rachel accanto a lui. Un brivido di preoccupazione gli corse lungo la schiena mentre cercava di raccogliere i frammenti della serata precedente nella sua mente annebbiata dal sonno.
Guardò l'orologio sulla sua mensola e vide che erano già le 6 del mattino. La baracca della corrispondenza aveva iniziato a lavorare da due ore, e Rachel avrebbe già dovuto trovarsi lì. Un senso di ansia gli serrò il petto mentre temeva il peggio. Forse aveva fatto tardi ed era stata punita per questo? O forse era accaduto qualcosa di peggio?
Si vestì rapidamente, ignorando la sensazione di vuoto che gli riempiva lo stomaco. Aveva bisogno di trovare Rachel, di assicurarsi che fosse al sicuro e di iniziare a pianificare un modo per farla uscire da quell'inferno. Con passo deciso, corse fuori dalla baracca, la mente in tumulto mentre cercava di elaborare un piano.
Il campo era già pieno di attività, con i prigionieri che si muovevano freneticamente sotto lo sguardo vigile delle guardie. Hans si avvicinò a uno dei caporali e chiese informazioni sulla prigioniera 87432, cercando di mantenere la calma nonostante l'agitazione che cresceva dentro di lui.
Il caporale gli disse che la prigioniera era ancora alla baracca della corrispondenza insieme a tutte le altre, occupata con i suoi compiti. Un senso di sollievo lo pervase, ma sapeva che doveva fare qualcosa per assicurarsi che fosse al sicuro e per pianificare la loro fuga.
Mentre si dirigeva verso la baracca, Hans notò un brusio crescente tra i prigionieri, un'agitazione palpabile che si diffondeva nell'aria come un sinistro presagio. Attraversando i vialetti del campo, vide gruppi di uomini che parlottavano tra loro con nervosismo, gli occhi pieni di timore e speranza mescolati in egual misura.
Giunto alla baracca, Hans fu accolto da Rachel, il cui viso tradiva una certa ansia. «Cosa succede?» chiese Hans, cercando di mascherare la propria preoccupazione sotto una patina di indifferenza.
Rachel gli fece cenno di avvicinarsi, sussurrandogli piano all'orecchio: «Hans, abbiamo sentito dei rumori provenire dal recinto esterno. Pare che qualcuno stia scavando un tunnel di fuga.»
Le parole di Rachel risuonarono nella mente di Hans come un campanello d'allarme. Un piano di fuga significava problemi imminenti: rappresaglie brutali da parte delle guardie, misure di sicurezza rafforzate e una caccia all'uomo che avrebbe gettato tutto il campo nel caos. Rendendo il loro piano di fuga ancora più arduo da mettere in pratica.
Senza perdere tempo, Hans si precipitò verso il perimetro del campo, dove il brusio si era trasformato in un fermento frenetico. Lì, tra le baracche fatiscenti e i reticolati arrugginiti, trovò un gruppo di prigionieri che discutevano sottovoce, scrutando con ansia le profondità della terra.
«Abbiamo trovato il punto in cui stanno scavando,» disse uno dei Blockälteste⁴, indicando un punto vicino al filo spinato. «Dobbiamo agire velocemente e cancellare ogni traccia prima che le guardie si accorgano di qualcosa.»
Hans si sentì improvvisamente travolto dall'urgenza della situazione. Doveva agire rapidamente e con decisione, ma allo stesso tempo doveva essere cauto. Una fuga fallita avrebbe portato solo a ulteriori sofferenze e ripercussioni per i prigionieri. Allontanò i Blockälteste che sbiancarono alla sua vista, iniziando a inventare scuse assurde del motivo per cui stessero guardando delle buche sul terreno.
Decise di avvertire le guardie senza destare sospetti, fingendo di fare una normale ispezione del perimetro. Nel frattempo, avrebbe contattato i superiori per pianificare una risposta coordinata e impedire che la situazione sfuggisse di mano.
Mentre si allontanava dal luogo del ritrovamento, Hans sentì il peso delle responsabilità che gravavano sulle sue spalle. Doveva fare tutto il possibile per proteggere sia i prigionieri che il suo compito come ufficiale delle SS, ma sapeva che ogni decisione avrebbe avuto conseguenze potenzialmente disastrose.
Con il cuore pesante, si diresse verso l'ufficio del Comandante Höss, pronto ad affrontare le sfide che l'attesa.
Mentre avanzava tra le baracche fatiscenti, Hans Müller si sentiva come un giocatore su una scacchiera, costretto a muoversi con astuzia e precisione per anticipare le mosse del suo avversario. La tensione nel campo era palpabile, un velo di nervosismo che avvolgeva ogni prigioniero e guardia, mentre il segreto della fuga imminente si diffondeva come un'ombra sinistra.
Arrivato all'ufficio del Comandante Höss, Hans si trovò di fronte a una scena agitata. Gli ufficiali si affannavano avanti e indietro, discutendo animatamente mentre cercavano di elaborare una risposta adeguata alla minaccia imminente. Il Comandante era visibilmente contrariato dalla notizia, il suo volto tirato in una smorfia di rabbia contenuta.
«Herr Müller, cosa ha da riferire?» chiese bruscamente il Comandante, fissando Hans con uno sguardo freddo e penetrante.
Hans fece un cenno rispettoso e si avvicinò al tavolo del Comandante, cercando di scegliere le parole con cura. «Signore, abbiamo scoperto un piano di fuga in corso. I prigionieri stanno scavando un tunnel dal perimetro del campo.»
Il Comandante Höss scosse la testa con disprezzo. «Verdammte Untermenschen⁵! Dobbiamo fermarli prima che sia troppo tardi. I cittadini non devono scoprire cosa succede qua dentro! Prendete una squadra e andate a controllare il sito del tunnel. Non possiamo permettere che qualcuno sfugga alla nostra giurisdizione.»
Hans annuì solennemente e si diresse verso l'uscita, pronto ad eseguire gli ordini del Comandante. La sua mente era una ruota che girava veloce, cercando di pianificare ogni mossa con cura mentre si preparava a fronteggiare la minaccia imminente.
Mentre si avviava verso il perimetro del campo con una squadra di guardie, Hans sapeva che il destino di molti prigionieri era appeso a un filo. Doveva agire con decisione e fermezza, ma anche con compassione per coloro che stavano cercando disperatamente la libertà.
Arrivato sul luogo del ritrovamento, Hans si trovò di fronte a un'opera oscena: un tunnel rudimentale, scavato con le mani nude nella terra dura e arida. Guardò dentro l'abisso buio, chiedendosi quante vite avrebbero tentato la fuga attraverso quelle tenebre opprimenti.
Con un sospiro, Hans si voltò verso le sue guardie, il cuore pieno di determinazione. Doveva fare tutto il possibile per fermare questa fuga, ma doveva anche proteggere la vita e la dignità dei prigionieri. Senza esitazione, Hans ordinò alle guardie di sigillare il tunnel, prima che potesse essere utilizzato. Si sentì un mostro ad uccidere così ogni speranza di fuga di quelle povere anime, ma non poteva mettere a rischio il suo tentativo con Rachel e così scelse di tradire i molti per il bene di una.
4. I Blockälteste erano prigionieri nei campi di concentramento nazisti incaricati di ruoli di supervisione all'interno dei blocchi o dei dormitori del campo. Il termine "Blockälteste" deriva dal tedesco e significa letteralmente "il più anziano del blocco". Questi prigionieri venivano scelti dai nazisti tra gli altri detenuti per mantenere un certo ordine e disciplina all'interno del blocco, e spesso dovevano comunicare le istruzioni dei guardiani ai loro compagni detenuti e garantire che fossero eseguite.
5. Termine denigratore e deumanizzante per descrivere gli ebrei e altri gruppi, letteralmente "maledetti sottouomini"
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Oltre il confine del cuore
Historical Fiction[Completa - In Revisione] Il romanzo segue le vite intrecciate di Rachel, una giovane ebrea deportata ad Auschwitz, e Hans, un tenente nazista incaricato di gestire la corrispondenza del campo. Separati da ideologie opposte e dalla brutalità della g...