Capitolo 24: Ritrovamento

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Rachel e Jakob erano esausti, ma la speranza di ritrovare Hans li faceva andare avanti. Dopo aver passato giorni a chiedere informazioni, finalmente un uomo anziano, con rughe profonde e occhi gentili, li fermò.

«Credo di sapere di chi parlate,» disse con voce calma. «L'ho visto passare di qui qualche giorno fa. È diretto a un campo di rifugiati a est, vicino a Potsdam. Ha chiesto di una donna come quella che descrivete.»

Rachel sentì una fitta di emozione. «Grazie, grazie mille,» disse, stringendo le mani dell'anziano. Poi si voltò verso Jakob, gli occhi brillanti di speranza. «Dobbiamo andare a Potsdam. Potremmo trovarlo lì.»

Jakob annuì. «Andiamo, Rachel. Non perdiamo tempo.»

Partirono immediatamente, prendendo tutto ciò che potevano portare con sé e si diressero verso Potsdam. Il viaggio fu arduo, attraversando strade sconnesse e attraversando villaggi in rovina. Ma Rachel sentiva che ogni passo li avvicinava di più a Hans.

Arrivati al campo di rifugiati, Rachel e Jakob cominciarono a chiedere informazioni. Rachel mostrava il disegno sbiadito di Hans, descrivendo il suo aspetto a chiunque incontrasse. Le giornate passavano lente, e la frustrazione cresceva. Poi, un pomeriggio, mentre stava per perdere la speranza, una giovane donna con un bambino in braccio le si avvicinò.

«Credo di aver visto l'uomo che stai cercando,» disse la donna, con un lieve accento polacco. «Era qui ieri, è andato verso il vecchio ospedale abbandonato. Diceva di cercare qualcuno.»

Rachel sentì un'ondata di sollievo e gratitudine. «Grazie, davvero,» disse, con le lacrime agli occhi. Poi si voltò verso Jakob, la determinazione nei suoi occhi. «Andiamo all'ospedale.»

Si diressero verso il vecchio edificio, ormai in rovina, con la speranza che quella sarebbe stata la loro ultima tappa. Entrarono nell'ospedale abbandonato, le ombre allungate dal tramonto creavano un'atmosfera spettrale. Rachel avanzava lentamente, il cuore che batteva all'impazzata.

Ad un tratto, videro una figura seduta su una panca, la testa china tra le mani. Rachel trattenne il respiro. Si avvicinò piano, riconoscendo la figura familiare.

«Hans,» sussurrò, la voce spezzata dall'emozione.

Hans alzò la testa, incredulo. «Rachel?» Le sue mani tremavano mentre si alzava in piedi.

Rachel corse verso di lui, abbracciandolo con tutta la forza che aveva. «Ti ho trovato,» sussurrò tra le lacrime. «Ti ho finalmente trovato.»

Hans la strinse forte, le lacrime che scendevano lungo il viso. «Non ho mai smesso di cercarti,» disse, la voce rotta. «Sei sempre stata nel mio cuore.»

Jakob li osservò da vicino, un sorriso soddisfatto sul volto. La loro missione era finalmente compiuta.

Vedendo Rachel e Hans insieme, capì che era il momento di congedarsi e lasciare che trovassero il loro futuro senza di lui.

Si avvicinò lentamente, la figura alta e imponente che si stagliava contro la luce del tramonto. Rachel, ancora stretta nell'abbraccio di Hans, si voltò verso di lui con gratitudine negli occhi.

«Jakob, non ce l'avrei mai fatta senza di te,» disse, la voce colma di emozione. «Come potrò mai ringraziarti?»

Jakob scosse la testa con un sorriso. «Non c'è bisogno di ringraziamenti, Rachel. Mi avete salvato dagli orrori del campo e vedervi finalmente insieme è tutto ciò di cui ho bisogno. È stata un'avventura incredibile, ma ora è il momento per me di andare avanti.»

Hans si staccò leggermente da Rachel, guardando Jakob con rispetto. «Non dimenticheremo mai ciò che hai fatto per noi, Jakob. Sei stato un vero amico e un eroe.»

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