Girl, you'll be a woman soon

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La mattina dopo mi svegliai con un senso di euforia che non sentivo più da anni ormai.A partire dal 2020, la mia vita era diventata un crescendo di insicurezze e momenti bui.

Avevo attraversato la morte di mio padre, due rotture con il mio ex, di cui l'ultima definitiva e per scelta mia, e poi una serie di altre delusioni. Facevo fatica ad alzarmi dal letto, pensavo che, se non lo avessi fatto, non avrei dovuto affrontare la vita, non avrei dovuto pensare, non avrei avuto altro male. Ma la realtà era che più rimanevo a letto, più pensavo, e più pensavo, più mi abbattevo.

Quel giorno, però, fu diverso.

Come prima cosa presi il telefono e, tra le notifiche, trovai proprio un messaggio di Gianluca: "è stato un piacere conoscerti"

Sorrisi, misi like al messaggio e replicai con un: "anche per me"

Dopo l'uscita del giorno prima, quell'aura di inarrivabilità di cui lo avevo circondato, sembrava essere sparita. In quel momento, non era il Mancini che vedevo in TV, era diventato "solo" Gianluca.

Notai l'orario, e mi alzai di fretta dal letto per non fare tardi a lavoro. Non feci neanche colazione, in realtà non amavo neanche troppo farla, mi vestii solo, presi al volo il pc ed il pranzo, che buttai velocemente nella mia tote bag comprata a Parigi ed uscii di casa.

Il mio ufficio si trovava a Piazzale Flaminio, tecnicamente non troppo distante da casa, ma i mezzi pubblici di Roma facevano sembrare quel tragitto l'ennesimo viaggio della speranza.

Ne approfittai per sentirmi con Chiara, le raccontai tutto quello che era successo il giorno prima e, esattamente come me, sembrò sciogliersi per la dolcezza e la delicatezza che aveva avuto il calciatore in quel pomeriggio.

Fu ironico che l'ultimo mezzo di trasporto che dovevo prendere per concludere il tragitto era il tram 2, il quale aveva come capolinea proprio Piazza Mancini.

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La giornata passò velocemente, non avevo molto da fare, le grafiche dei post erano pronte, così come i testi e la newsletter, ed io avevo già programmato tutte le pubblicazioni.

Erano le 4 ormai, avrei staccato di lì a poco, quando un altro squillo del mio cellulare richiamò l'attenzione.

Non credevo che sarebbe successo così facilmente, ma era proprio Gianluca: "Ehi, ho finito gli allenamenti e sto andando a farmi una passeggiata a Via del Corso. Ti va di venire?"

Inutile dire che gli dissi subito di sì, anche perché il mio ufficio si trovava a sole due fermate del 2 da piazzale Flaminio e, quindi, da Via del Corso.

Alle 17 staccai, salutai velocemente i miei colleghi che, vista questa mia fretta, non poterono che domandare, spinti dalla curiosità, dove stessi andando. Risposi che avevo da fare e che, se non mi sbrigavo, avrei perso il tram.Loro sembrarono crederci e, così, mi lasciarono libera di andare.

Ci misi dieci minuti ad arrivare a Via del Corso, ed ovviamente quella che trovai fu l'ennesima folla di gente. Scossi la testa incredula, mi passai una mano sul viso, poi sospirai e mi avvicinai a lui.

Indossava un paio di jeans scuri, gli occhi erano coperti da delle lenti a goccia Rayban e la maglietta nera sottolineava i muscoli delle sue braccia.
Lui era intento a scattare selfie, a chiacchierare sull'andamento della squadra e delle partite, ma, quando mi vide, non perse tempo a concedarsi per raggiungermi.

"Eccoti"

"Eccomi"

Ci fu uno scambio reciproco di sorrisi, due baci guancia contro guancia e poi iniziò la nostra passeggiata.

Gialla come il sole ☀️ Gianluca ManciniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora