Rientrando nella mia camera dopo il pranzo, un'improvvisa sensazione di sorpresa mi attraversa appena vedo Asmodeo sdraiato sul mio letto. Il suo corpo sinuoso si adagia comodamente sui cuscini, gli occhi scintillanti di curiosità mentre mi osserva, come se mi stesse aspettando. Il suo comportamento è sereno, quasi distaccato, ma c'è una calma inquietante nella sua presenza. Non mi ero mai abituata a vedere quel serpente così a suo agio nella mia stanza, eppure, quando lo incontro, il cuore accelera, pur non volendo mostrare il mio stupore.
"Asmodeo, cosa fai qui?" chiedo, cercando di mascherare la mia sorpresa dietro una voce calma e controllata. L'ultimo che mi aspettavo di trovare nel mio letto era lui. Il serpente non risponde immediatamente, ma si muove lentamente, avvicinandosi a me come se mi invitasse a entrare in contatto, a unirsi a lui in un silenzioso accordo non detto.
Mi avvicino con cautela, osservando ogni suo movimento. Il corpo di Asmodeo si sposta con una grazia mortale, le sue squame fredde che scintillano sotto la luce che filtra dalle finestre. Sospetto che qualcosa non vada, ma non posso fare a meno di sentire una certa stranezza nell'aria. "Sei venuto qui da solo?" domando, quasi più per rompere il silenzio che per cercare una risposta. Come è arrivato fin qui? Mi guardo intorno, cercando di capire se qualcuno lo ha accompagnato o se è riuscito a entrare da solo. Ma prima che possa completare il pensiero, Asmodeo emette un sibilo, breve ma deciso, quasi come se cercasse di rassicurarmi. La sua presenza non è minacciosa, ma c'è qualcosa di enigmatico nel suo comportamento, come se stesse compiendo una missione silenziosa che mi sfugge.
Mi siedo lentamente accanto a lui, cercando di non disturbare la sua tranquillità. Il suo corpo si adagia sul letto, ma non si sposta, i suoi occhi lucidi e profondi mi scrutano con attenzione, come se stesse leggendo i miei pensieri. Senza pronunciare una parola, le sue squame scintillano appena sotto la luce, creando giochi di riflessi che mi distraggono, ma non abbastanza da impedirgli di parlare.
"Sono qui per ordine di tuo padre," sussurra, la sua voce non è quella di un serpente qualsiasi, ma è profonda e solenne, come se quelle parole avessero un peso che io non sono ancora pronta a comprendere. Il suono che emette è delicato, ma possiede una carica che mi fa rabbrividire. Non sono sicura di come reagire, ma sento una strana sensazione di gelo e, al tempo stesso, di comprensione, che mi avvolge.
"Mio padre?" ripeto, cercando di assimilare quella rivelazione che mi coglie completamente impreparata. Non ho mai voluto sapere nulla riguardo a lui, alla sua figura lontana e misteriosa che aleggiava come un'ombra sulla mia vita. Il nome "mio padre" ha sempre avuto un sapore amaro, come un ricordo che preferirei non far rivivere. Mi ritraggo un passo, ma il mio sguardo rimane fisso su Asmodeo, che sembra impassibile alla mia reazione.
Asmodeo annuisce lievemente, come se avesse previsto la mia reazione, eppure non cambia espressione. I suoi occhi, profondi e lucenti, rimangono fissi su di me, cercando forse di decifrare qualcosa che nemmeno io so cosa sia. Il suo sguardo è tanto enigmatico quanto quello di mio padre, e l'idea che entrambi siano connessi in qualche modo mi destabilizza. Ma non posso permettermi di cedere a questa sensazione. Mi alzo lentamente dal letto, il cuore che batte forte nel petto, cercando di allontanarmi da quel pensiero che mi ha invaso.
"Non voglio saperne nulla di mio padre," rispondo, cercando di rendere la mia voce decisa, come una barriera tra me e tutto ciò che riguarda quella figura che non voglio più incontrare. Le parole sono un tentativo di respingere il passato, di chiudere una porta che non voglio aprire. Ma il serpente, come se fosse un essere quasi umano, inclina leggermente la testa, come se comprendesse e accettasse il mio rifiuto senza giudicare.
"Capisco," mormora, il suo tono non è di rimprovero, ma di rispetto. C'è qualcosa nella sua voce che mi fa capire che la sua presenza qui non è solo un incarico, ma che forse, in qualche modo, si preoccupa di me, nonostante la sua natura distante e impenetrabile. La sua comprensione silenziosa mi fa sentire una strana connessione, come se stessimo condividendo un segreto che nessuno altri potrebbe mai comprendere.

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La figlia del diavolo
FanfictionLilibeth Morning cresce in orfanotrofio con Tom Riddle. A Hogwarts le loro opinioni si separano, ma non i loro cuori. ‼️in revisione