Prologo

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Come promesso eccoci tornate con una nuova storia decisamente più lunga di quelle scritte recentemente.
Non sappiamo bene come siamo arrivate ad un numero così alto di parole ma siamo finite per affezionarci davvero molto a questa versione degli Sterek che finirla ci è dispiaciuto molto.
Prima di lasciarvi alla lettura abbiamo delle doverose premesse da fare onde evitare che incappiate in una storia che non vi aggrada.
Innanzitutto si tratta di un'omegaverse in cui compaiono le dinamiche Alpha/Omega con tutto quello che comporta comprese scene in cui l'Omega è obbligato ad ubbidire al proprio Alpha facendo anche cose che non vorrebbe fare. Perciò potreste trovare anche scene violente.
Seconda cosa da tenere in considerazione è che in questa storia Peter è l'Alpha di Stiles che, seppure lo abbiamo lasciato umano, è un Omega a tutti gli effetti.
Dovremmo aver concluso gli avvertimenti necessari.
Sperando che sia di vostro gradimento vi lasciamo alla lettura.

Sempre vostre

Pampu e Blu

***

Stiles poggia il piatto pieno di uova e bacon sul tavolo della cucina proprio quando il suo Alpha entra nella stanza. È già pronto per il lavoro, con uno dei suoi abiti più belli, quello rosso scuro. Stiles gli sorride, poi si pulisce le mani e gli va in contro.

“Buongiorno, piccolo” lo saluta, annusandogli il collo come ogni mattina. A Stiles fa sempre il solito solletico, ma lo lascia fare.

“Buongiorno a te” ricambia, baciandogli una guancia. “La colazione è pronta, posso versarti anche il caffè?”

“Certo” è la risposta che riceve, mentre l’uomo prende il giornale.

Stiles gli si sede di fianco, la sua pila di pancake davanti. Sente una mano sulla coscia, una leggera carezza che gli fa un po’ accartocciare lo stomaco. Si sente sereno, felice, la sua vita gli piace.

Ha conosciuto il suo Alpha tre anni prima, appena finito il liceo. Era ad un corso per Omega, una specie di formazione obbligatoria, e si stava annoiando a morte, fino a quando non aveva visto questo meraviglioso uomo che l’aveva subito attratto. Aveva ascoltato con attenzione la sua lezione poi si era fatto coraggio e si era presentato. Si era subito reso conto che l’attrazione era reciproca e avevano passato davvero tanto tempo a parlare. Si erano scoperti entrambi soli, un po’ arrabbiati con il mondo e bisognosi di amore.

E ormai sono tre anni che si amano a vicenda, dando all’altro tutto se stesso.

Quando finiscono di mangiare, come ogni mattina Stiles mette via i piatti, poi fa per lavarli, ma il suo Alpha lo chiama, chiedendogli di avvicinarsi. Se lo tira sulle ginocchia, facendolo sedere a cavalcioni e prendendogli il viso tra le mani. “Sei bellissimo” dice, facendolo arrossire. “E ho una cosa da dirti.”

Stiles annuisce. “Ho fatto qualcosa di sbagliato?”

L'uomo si sporge a baciargli la punta del naso. “Tu sei perfetto” dice. “Ma qualcun altro no.”

Stiles è confuso. A chi si riferisce?

“Ricordi che ti ho parlato di quel mio familiare che ha avuto problemi con la legge e che non ha una vita molto regolare?”

Stiles annuisce.

“Ecco, è pur sempre un mio parente e sono obbligato ad aiutarlo per non farlo chiudere in carcere e buttare la chiave. In fondo è una persona buona, ma diciamo che ancora non lo sa. È l’ultimo posto in cui lo vorrei, ma devo tenerlo sotto la mia custodia e deve stare qui, nella stanza degli ospiti.”

Stiles sente il cuore battere veloce. Un criminale lì, in casa loro? E se succedesse qualcosa? E poi è un Alpha, Stiles lo sa, non vuole un altro Alpha lì e non vuole che il suo di Alpha si agiti, vuole solo che stia bene.

“Se poi ti dà fastidio, lo sbrano” conclude l’uomo, agitando ancora di più Stiles che ingoia tutte le domande che vorrebbe fare e ne fa solo due. “Quando arriva e come si chiama?”

“Arriva questo pomeriggio, vado a prenderlo all’aeroporto. E si chiama Derek.”

Stiles si sporge e bacia il suo Alpha. “Okay, Peter. Preparerò un dolce.”

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