Stiles corre a casa di Derek, suona furiosamente al campanello, ma non riceve risposta. Sbircia nel garage e non vede la sua auto, quindi spera vivamente sia a lavoro, considerato anche che Peter non ci sarà. Dovrebbe passare per casa a darsi una sistemata, ma non vuole aspettare, deve correre da Derek e scusarsi. Entra in ufficio e gli occhi di tutti gli si puntano addosso, deve avere un aspetto orribile, ma non gli interessa e fila diritto verso l’ufficio di Derek. Per fortuna è lì, proprio fuori la porta che parla con qualcuno ma a Stiles nemmeno quello interessa.
“DEREK!” grida, correndo da lui. “Non volevo scapp-‘
“Stiles, sono impegnato.”Il tono di Derek è gelido, nulla a che vedere con la dolcezza della notte prima. Stiles quasi ride isterico, poi vede le sue narici dilatarsi. Peter. Ha l’odore di Peter. “Derek, ascolta, io non ri-“
“STILES!” Il tono Alpha, gli occhi rossi. “Vai a casa!”Stiles lo guarda sconvolto, ma si sente così debole e così triste che abbassa il capo e se ne va, gli occhi già bagnati dalle lacrime e la sensazione di aver perso ogni cosa. Esce dall’ufficio sull’orlo di un attacco di panico: non sa cosa fare, non sa dove andare. Vorrebbe solo poter parlare con Derek, spiegarsi, supplicarlo almeno di ascoltare quello che ha da dire. Cammina per le strade senza una meta precisa. A giudicare dagli sguardi che riceve deve avere proprio una brutta cera e il non riuscire a fermare le lacrime sicuramente non aiuta. Solo quando comincia a piovigginare decide di tornare a casa di Derek e aspettarlo anche per giorni se necessario. Si siede davanti alla porta appoggiandosi al muro per trovare un po’ di riparo dalla pioggia. Non ha idea di quanto tempo sia passato, sa solo che si sente esausto, sfinito, vuoto. Gli occhi sono sempre più pesanti e finisce per assopirsi rannicchiato su se stesso per scaldarsi almeno un po’. Qualcosa di caldo gli si appoggia addossato facendolo sussultare. Apre gli occhi di scatto trovando quelli duri di Derek. “Dovresti tornare a casa.”
“Non ho più una casa. E quella che mi piace credo di averla persa. O meglio, temo di aver perso il garante.”
Derek apre la porta. “Vieni” gli dice entrando senza aspettarlo.
Stiles lo segue fino alla cucina. Derek gli porge una grande busta marrone che Stiles apre con mani tremanti. Al suo interno trova il contatto d’affitto a suo nome e le chiavi. La gola gli si stringe e gli viene di nuovo da piangere. “Mi dispiace per stamattina io…”
“Hai fatto la tua scelta, lo capisco” lo interrompe Derek dandogli la schiena. Sembra incapace di guardarlo e questa cosa sta distruggendo Stiles. “No, non è così.”
Derek stringe il piano della cucina così forte da farlo scricchiolare. “Sei scappato di qua, sei andato da lui che ti ha lasciato e poi sei tornato da me senza nemmeno avere la decenza di toglierti il suo odore di dosso” sbotta.
“No, non è così. Te lo giuro.”
“E allora spiegamelo perché sto impazzendo” urla Derek colpendo la cucina con un pugno.Stiles sobbalza, il cuore in gola. Ha il terrore di non riuscire a spiegarsi, che Derek non capisca o che non gli creda. Prende un profondo respiro cercando di calmarsi. “Stavo per lasciarlo ma il calore mi ha colto alla sprovvista. Colpa mia che non ho tenuto bene i calcoli. È stato peggio del solito, molto peggio. Ho ricordi vaghi ma so che non passava mai. Ricordo poco e niente di questa notte. Non ho ricordi del mio arrivo qui, di cosa è successo, se ci siamo detti qualcosa. Quando mi sono svegliato sono andato nel panico. Credevo… credevo di essere in qualche modo scappato da Peter e di essere venuto qua. E per quanto mi sia innamorato di te e ti abbia scelto, non se lo meritava.”
Stiles parla a ruota libera senza neppure pensare a quello che sta dicendo ma gli sembra di essersi tolto un enorme peso dal petto.
Derek si gira di scatto. “Tu cosa?”“Pensavo di essere scappato?”
“No, non quello” dice avvicinandosi a lui.
Stiles abbassa lo sguardo arrossendo. “Mi sono innamorato di te. Peter dice che siamo destinati in un modo che raramente capita. Ed è folle ma so che è vero. Non… non mi è mai successo di sentirmi così spaventosamente attratto da qualcuno. E capito. E al sicuro. E tante altre cose belle che ora nemmeno mi vengono perché ho la terribile sensazione di averti perso.”
Derek gli appoggia le dita sotto al mento facendogli alzare il volto. Gli occhi velati di lacrime di Stiles incontrano quelli altrettanto lucidi dell’Alpha. “Sei davvero innamorato di me.”
Non è una domanda e Derek sembra davvero stupito della cosa. Stiles si ritrova a sorridere. “Meritava che chiudessi la storia con lui prima di dirtelo. E lo meritavi anche tu. Così come meriti tutte le cose belle che possono capitarti. Sperando di essere tra queste.”
Derek lo bacia, un leggero sfioramento di labbra delicato come un battito d’ali. “Quando stamattina non ti ho trovato ho pensato di non essere stato all’altezza. Ho… ho fatto di testa mia mentre tu chiedevi altro ma non volevo essere come lui” confessa.
Stiles gli passa una mano tra i capelli. “Non ricordo molto ma ricordo perfettamente la sensazione di benessere con cui mi sono svegliato quindi sono certo che sei stato perfetto.”
“Voglio fare l’amore con te. E vorrei davvero tanto che tu ti trasferissi subito qua.”
Stiles aggancia le braccia attorno al collo di Derek. “Mi piacerebbe ma ad una condizione.”“Quale?”
“Voglio il marchio. Voglio il tuo marchio. Non subito ma quando saremo pronti per vivere insieme.”
Stiles lo sente irrigidirsi tra le sue braccia. “No, non puoi chiedermi questo!”
“Perché?”
“Perché potrei ucciderti come ho fatto con Paige” sussurra disperato.
Stiles sente il cuore lacerarsi. “Quindi non pensi che siamo destinati a stare insieme?”
Derek esita e per Stiles quell’esitazione è già una risposta. Si stacca da Derek sentendo un vuoto all’altezza dello stomaco capace di risucchiarlo completamente. Prende la busta tra le mani e si dirige verso la porta. Dovrebbe digli ancora qualcosa, forse ringraziarlo per l’appartamento. Ma le parole restano incastrate in gola assieme alle lacrime che aspettano solo il momento giusto per sgorgare. Forse Peter si è sbagliato. Forse non esiste un Alpha adatto a Stiles. Forse è davvero rotto e destinato a rimanere senza marchio. Esce in stada, gira l’angolo e si lascia cadere lungo il muro prima di abbandonarsi ad un pianto disperato incurante delle persone che gli camminano a fianco.
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Alpha
FanfictionQuando finiscono di mangiare, come ogni mattina Stiles mette via i piatti, poi fa per lavarli, ma il suo Alpha lo chiama, chiedendogli di avvicinarsi. Se lo tira sulle ginocchia, facendolo sedere a cavalcioni e prendendogli il viso tra le mani. "Sei...