Due

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La cena sembra infinita anche se l’atmosfera non è tesa come Stiles si sarebbe aspettato. Peter e Derek chiacchierano tutto il tempo come se non ci fossero attriti tra di loro mentre Stiles si sente sulle spine. Peter sembra non perdere occasione per toccarlo come a voler marcare il suo territorio mentre Derek gli manda occhiate così infuocate che Stiles potrebbe realmente prendere fuoco. È eccitato, forse pure troppo. Non si è mai sentito così fuori dal calore ed è ancora lontano dal suo prossimo calore. Eppure, in quel momento, non esiterebbe ad inginocchiarsi davanti a Peter e fare qualsiasi cosa gli chieda anche sotto gli occhi Derek.

Sta lavando i piatti, Peter è uscito per una telefonata di lavoro quando Derek si piazza dietro Stiles. “Sembri una puttanella in calore.”

Stiles si sente andare a fuoco. Vorrebbe prenderlo seriamente a schiaffi, dirgli che non deve mai più azzardarsi a chiamarlo così. E nemmeno pensarlo in quel modo. Ma non vuole mostrargli quanto le sue parole possono colpirlo. “È un problema se trovo eccitante il mio Alpha e non vedo l’ora di farmi scopare da lui?”

“Lo è se il tuo odore diventa così dolce” dice sfiorandogli il collo con il naso.

Stiles sente le ginocchia tremare. Si gira e con fatica lo spinge via. “Sono di Peter e non azzardarti mai più a prenderti certe confidenze.”

Derek inarca un sopracciglio. Sembra divertito mentre Stiles è già sfinito da quella situazione. “Chissà come diventi bisognoso durante il calore. Mi piacerebbe sentirti pregare di scoparti più forte.”

“Stai pur certo che non pregherei di sicuro te. E ora vattene prima che torni Peter e decida di sbatterti fuori casa.”

Derek alza le mani uscendo dalla cucina. Peter rientra poco dopo e Stiles ha già finito di sistemare. Si avvicina all’Alpha strusciandosi contro di lui. Peter se lo stringe addosso rilasciando un leggero gemito. “In camera, ora. Invio una mail e quando arrivo ti voglio nudo e pronto per me.”

Stiles nemmeno riesce a rispondere a causa del desiderio che prova. Corre in camera, si spoglia velocemente e si sistema carponi nel letto. Comincia a toccarsi con le dita ma ben presto si rende conto che non è abbastanza. Si allunga verso il comodino, apre il cassetto e tira fuori un dildo di discrete dimensioni. Lo succhia usando solo la proprio saliva come lubrificante per poi inserirlo nel suo corpo caldo e bisognoso. “Non mi sembra di averti detto che potevi scoparti da solo.”

Il tono di Peter lo fa eccitare ancora di più. “Volevo essere pronto per te.”

“Mi stai dicendo che posso già scoparti?”

Stiles non è certo di essere già pronto ma vuole Peter, ha un disperato bisogno di sentirlo dentro, di sentirsi pieno. Appoggia la testa sul cuscino, allarga di più le gambe e con le mani si separa le natiche in maniera oscena. Peter geme camminando velocemente verso di lui. Lo sente togliersi i vestiti e gettarli sul pavimento alla rinfusa. “Mi farai impazzire” dice sistemandosi dietro di lui.

Gli sfila il dildo dal culo per prendere velocemente il suo posto. Fin troppo velocemente. Il cazzo di Peter è decisamente più grosso e Stiles si trova senza fiato. L’Aloha però non sembra intenzionato a dargli il tempo di abituarsi: gli poggia una mano sul retro del collo schiacciandogli la testa contro il materasso per poi cominciare subito a spingere con movimenti secchi e veloci. “È così che volevi essere scopato?”

Stiles è in preda a dolore misto a un piacere che poche volte aveva provato prima. Gli piace sentire Peter perdere il controllo per merito suo. Vorrebbe che sia sempre così anche se troppo spesso il mannaro si contiene per paura di fargli male. “Sì, ti prego, continua.”

“Fammi sentire come ti piace” ordina muovendosi ancora più veloce.

E Stiles lo fa. Urla, geme, si contorce, piange tutto il suo piacere. Invoca il nome di Peter, lo prega, gli chiede sempre di più. Peter lo accontenta continuando a scoparlo fino a quando Stiles non crolla soddisfatto.

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