I papaveri si schiudono altissimi al levar del giorno,
Rosso ardente ai piedi degli olmi verdastri in fondo.
Il grano è mietuto sotto le grigiastre nubi vesti di cielo,
L'afa è soffusa, piove su di una casetta e il suo sentiero.Dune dorate d'erbetta e terriccio,
Quattro figure e quel capel riccio.
Una reca l'ombrello e indossa un abito in cotone,
Un cappello floreale la protegge da quel solleone.Al suo fianco un bambino ed una paglia sopra il capo,
Corre tra le sterpaglie e forse è in cerca di quel drago.
Una camicetta l'avvolge e bianca come la sua d'età,
In mano altri papaveri che alla sua nonnin porterà."Andiam di qui!" dice la donna col capo chino più in qua,
La paura di una qualche vipera la fa restare sul chi va là.
Il bimbo dagli stessi capello nero e carnagione,
Segue l'altra senza fare nessun'altra questione.*Sopra è il famoso olio su tela dal titolo appunto "I papaveri" del pittore paesaggista e padre dell'Impressionismo parigino Claude Monet che ho adesso qui di fronte, questo ispira il titolo e tutta la storia sottoforma canzone. Il quadro risale al 1873 ed è conservato al Musée d'Orsay di Parigi. Infine potete gustare il tutto accompagnati con il fantastico brano del gran cantautore italo-vietnamita Riccardo Cocciante dal titolo appunto Mare dei papaveri che si sposa piuttosto egregiamente. Fosse stato possibile in questo periodo avrei persino postato la cover solamente musicale suonata da me e non so se lo sapete ma io suono anche il piano. Eh, già!