Da dove comincio? Forse è il caso di iniziare da me. Sono Alice Wood un' adolescente come tanti come agli occhi di tanti. Io non mi vedo così, anzi mi sento tutto tranne che un' adolescente come molti, dico troppe volte la parola "adolescente"vero? E che è una parola troppo generica per un gruppo di persone poco generiche, magari ripetendola tante volte il significato diventa più profondo e meno banale. La mia vita. Non ha senso parlare della mia città, tutto quello che si può di dire è che una accozzaglia di grigio, non si distingue nulla o magari sono la sola a non distinguere nulla. Non ho mai visto veramente, ho sempre avuto gli occhi annebbiati, a scuola mi sono sempre sentita l'unica a capirci qualcosa, penserete che io sia una presuntuosa ed effettivamente è così, ma nonostante tutto sono sempre stata in disparte e l' unica scena che facevo era quella muta. Ma mi è sempre andata bene così fino a quando la mia unica amica Jo, non mi presentò Jace.
"Aliceeeee!" dio ma perché urla sempre così, non sia mai che riesca a modulare i suoi toni di voce "Aliceeeeee!" "Cristo! Jo, sono qui perché urli!?" le grido a mia volta "Nulla.. e che non mi stavi aspettando. Sai che paura venire in questo postaccio da sola.." mi giro a guardarla, e normale che abbia paura l' ambiente non è proprio il suo genere. Lei è sempre abbastanza fine e raffinata, molti si stupiscono a vederla in mia compagnia, ma il parere degli altri mi interessa fino alla curva, ognuno ha il diritto di scegliere le proprie compagnie "Tranquilla.. mica ti mangia" la rassicuro " Lo so Alice, e che incute un po' di timore.." sorrido e spingo la porta dello studio, non cigola ma fa quell' orribile suono di entrata che ci sono nei negozi di scarpe, l' interno è completamente tappezzato di locandine di tatuaggi e disegni vari, l' ambiente di per se non è ne macabro ne raccapricciante, ciò che incute veramente timore a Jo è Sam il tatuatore e non ha tutti i torti.. anche io se lo vedessi per strada mi girerei a fissarlo: sarà alto almeno un 1.80, avrà tipo sette buchi solo in viso alcuni che, però sono sommersi dalla barba lunga di uno che non vede un rasoio da mesi ma ciò che attira più di tutto l'attenzione sono i lunghissimi dreadlock rossicci tenuti a mo' di turbate sulla testa e i tatuaggi coloratissimi che partono da sotto il collo e si dilagano fino ai polsi. La voce di Sam arriva dal retro "Un secondo Alice, finisco qui e sono a tua disposizione, sedetevi intanto.." "Grazie Sam, fai pure con calma" ci sediamo sul divanetto celeste che è a disposizione dei clienti "Ma perché ne vuoi fare un altro Alice? Io non capisco, sarà già il quarto che fai.." "E che a volte ho voglia di sentire un po' di male e poi per uno spazio vuoto ci vuole un poco di colore, non credi?" Jo mi guarda perplessa, annuisce ma non dice nulla. So che non la pensa proprio come me, anzi forse non approva neanche.. In realtà non gliel'ho mai chiesto cosa pensa a proposito del imbrattamento dell'epidermide, sono talmente persa nei miei pensieri che non mi accorgo che Sam si materializza davanti a noi "Ciao ragazze! Scusate il ritardo ma lo sfondo era parecchio rognoso, venite pure con Collin ho finito.." entriamo nella stanzetta sul retro dove c'è questo ragazzo moro che si sta rivestendo riesco appena a intravedere la fasciatura per il tatuaggio sul fianco che si è già rinfilato la canottiera "Mi raccomando Collin, la fasciatura cambiala almeno una volta al giorno" lo riprende Sam, il ragazzo annuisce e se ne esce con un flebile "Arrivederci" Sam si gira verso di me e sogghignando dice "Era il primo che faceva, ma ha scelto un punto difficile... Credo che non abbia mai sofferto tanto" sorrido e mi siedo sulla poltroncina apposita "Allora.." "Dimmi tutto Alice" "Vorrei una citazione appena sotto il seno" "Va bene, è molto lunga?" "Mm no non molto vorrei una citazione di Virgilio: Se non posso muovere i Celesti, muoverò gli Inferi" Jo mi guarda e con un espressione confusa sul viso "Non sapevo fossi 'credente' Alice.." "Infatti non lo sono, e che esprime di più di quello che dice" Jo adesso sorride e mi guarda con uno sguardo che non riesco a decifrare forse ammirazione e commozione, non saprei. Interrompo la nostra comunicazione di sguardi chiedendo un consiglio a Sam "Pensi che il piercing sia guarito bene?" "Adesso guardo tanto devi toglierti la maglietta" mi sfilo la maglietta e mi corico sulla poltroncina in eco pelle nera "Si, direi di si, ogni quanto lo pulisci adesso?" "Più o meno una volta ogni due giorni.." "Va benissimo, l'ombelico non è nemmeno più gonfio.. Però magari ti cambio il gioiello e te ne metto un altro nuovo giusto per tenerlo sempre pulito" annuisco e aspetto che Sam finisca con lo stencil. Finita la bozza facciamo due o tre prove per trovare la posizione giusta "Alza leggermente il reggiseno" lo alzo abbastanza da far intravedere la pelle più candida "Va bene così, ti piace abbastanza la posizione?" Mi alzo e vado a guardarmi allo specchio sulla parete, lo osservo la scrittura è semplice,piccola e sottile ma leggibile, mi piace. "Va benissimo, è bello esprime quello che volevo" vado a rimettermi sulla poltroncina e Sam inizia a lavorare e la mezz'ora passa abbastanza bene senza contare le piccole punture d'ape che continuavano a perforarmi sulla costola sinistra. "Finito!" Mi alzo tutta indolenzita dalla poltroncina e mi dirigo di nuovo verso lo specchio, appena lo vedo mi esce un sorriso involontario "Sam.. è perfetto" dico trasognante, anche Sam e Jo sorridono "Sono contento che ti piaccia, vieni dobbiamo fasciarlo le procedure per la guarigione le conosci ma saranno meno complicate che per il corvo e il marchio.. Poi non ti faccio nemmeno le raccomandazione sul sole.." sghignazza "..Tanto non rischi, sei trasparente a momenti!" gli rispondo con un ghigno e appena Jo distoglie l'attenzione gli alzo il dito medio, Sam ride, per avere un aspetto abbastanza 'inquietante' è la persona più gioviale che conosca. Pago il tatuaggio, prenoto la visita di controllo e usciamo dallo studio "Sei felice?" la domanda mi spiazza, Jo non mi aveva mai chiesto se fossi felice, e senza nessun rimorso le sorrido veramente "Sì".
DUE ORE DOPO
Controllo l'orario sul telefono, sono solo le 8, piove e mi sto annoiando. Dopo essere uscita dallo studio ho accompagnato Jo a casa sua e poi sono tornata a casa. Esco sul balcone, mi accendo una sigaretta. Faccio il primo tiro e lo osservo mischiarsi con l'aria fresca di pioggia, mia madre dovrebbe tornare tra poco, da quando si è separata da mio padre lavora molto di più penso sia per colmare il vuoto o semplicemente è perché sente di saper fare solo quello, ma non la biasimo.. Non ha fatto una gran bella vita, per fortuna adesso va tutto bene. I rapporti con lei sono migliorati da quando si è separata e dal trasferimento, mi sento a mio agio con lei adesso in più diciamo che approva il mio modo di essere o per lo meno lo tollera. Finisco la sigaretta e butto la cicca nel posacenere, decido di andarmi a fare una doccia, prendo gli asciugamani e l'intimo pulito, apro il getto dell'acqua bollente, mi infilo dentro e mi perdo tra i miei pensieri e il bagno schiuma al cocco. Esco dalla doccia, prendo un asciugamano e me lo lego sotto le ascelle, prendo un altro asciugamano e mi friziono i capelli che mi rimangono. Mi guardo allo specchio e osservo la ragazza riflessa, osservo il suo viso, osservo i suoi capelli: le rasature ai lati le induriscono il viso al contrario del colore, l' argento tendente al bianco le ammorbidisce i lineamenti. Tutto sommato un buon mix, la mia attenzione viene distratta dalla caduta della pallina argentea che si è staccata dal piercing al setto "Merda!" mi piego a raccoglierla e risalendo urto il telefono attaccato al caricatore facendolo cadere, solo allora mi accorgo di un messaggio di Jo *Hei scorbutica domani ti devo presentare degli amici, vedi di essere carina* "Perfetto" le rispondo con una serie di ok, gli amici di Jo di solito mi stanno distanti non approvano ne me ne il mio aspetto e più di una volta hanno cercato di persuadere Jo a lasciarmi perdere, quindi è del tutto normale che io mi senta un po' in soggezione, ma per lei posso farlo. Mi preparo per andare a dormire, mi lavo i denti, faccio le medicazioni per il tatuaggio e scendo di sotto per chiudere la porta di casa, mamma non è ancora tornata evidentemente al pronto soccorso l'hanno trattenuta, appena sento il suono della serratura tolgo le chiavi dalla toppa, risalgo le scale, mi metto sotto le coperte do la buonanotte a Jo e chiudo gli occhi. Mi addormento pensando al mattino dopo. Il formicolio dietro il collo non sapevo come interpretarlo.
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|| Pleasantville ||
Teen FictionPleasantville è la città in bianco e nero, Alice è un' adolescente alla scoperta dei colori che alla sua età non è ancora riuscita a vedere. Nemmeno crede di essere in grado di vedere colori fino a quando non incontrerà Jace. Un ragazzo e una ragazz...