Mi giro, ed eccolo li davanti ai miei occhi. Totalmente vestito di nero, se non fosse per l'odioso beige rosso che gli nasconde i capelli. "Non credo sia affare tuo quello che faccio non credi?" chiedo con sarcasmo, lui per tutta risposta si avvicina di due passi appena, punta gli occhi direttamente nei miei e con un sorriso che non promette nulla di buono dice "No affatto. Ma intanto che sei qui dovrei chiederti un favore" io gli rispondo a tono, il più fredda possibile "Dipende da cosa mi chiedi" e ora sorrido io sardonica ben sapendo di cosa ha bisogno. Da un po' di tempo a questa parte l'unico motivo per cui io e Jace ci rivolgiamo parola è perché lui prende da me da fumare. "Non ho niente per te oggi" riprendo "Mi arriva la prossima settimana, ho soltanto le mie scorte" Jace ha uno sguardo indecifrabile. Sposto gli occhi dai suoi e mi appoggio al muro dietro di me "Appunto per questo ti sto chiedendo un favore, potresti darmene un po' della tua, ti pago e lo sai" "Non ho bisogno dei tuoi soldi" "E di cosa hai bisogno?" mi chiede provocatorio "Da te nulla". Sta ghignando, si avvicina ancora sempre di più, il mio battito è aumentato ma cerco di restare il più calma possibile, non conosco le sue intenzioni e questo mi spaventa. Sta esattamente a pochi centimetri da me, sento il suo profumo e il calore che emana il suo corpo. Alza un sopracciglio, avvicina il viso al mio e mi sussurra nell' orecchio ironico "Sicura?". No non sono sicura, l'unica cosa di cui sono certa e che in questo momento vorrei scappare perché sono certa che se si avvicinasse ancora potrei aggredirlo o baciarlo, le opzioni sono due ed entrambe sono tremendamente allettanti. "Sì, sono sicura" rispondo impertinente a due centimetri dalle sue labbra. Jace scrolla le spalle ed eccolo che si avvicina di nuovo, mi spinge ancora di più indietro schiacciandomi addosso alla parete, mi prende per i fianchi e spinge i suoi sui miei, mi manca il respiro e non so cosa diavolo fare. Arrotola una ciocca dei miei capelli e gentilmente la tira di lato lasciando il mio collo scoperto in bella vista, non perde un secondo e avvicina le labbra e le appoggia sulla giugulare ascoltando il mio battito cardiaco che ovviamente ha perso il controllo. " Te lo ripeto ancora una volta, sei sicura?" mi chiede di nuovo il bastardo, io ho la testa affollata di pensieri, voglio che continui quello che stava facendo e nello stesso tempo voglio che si allontani per non doverlo vedere mai più. "Si Jace, sono sicura" ripeto, e il mio tono mi sorprende mi esce molto più calmo di quello che credevo tanto da sembrare che quello che Jace sta facendo non mi tocchi neanche un po'. Ed evidentemente lui se ne accorge e probabilmente si è pure offeso dato che sta spingendo di nuovo i suoi fianchi addosso ai miei sbuffando. "Che stai facendo" domando preoccupata, lui invece di rispondermi mi bacia il collo nel punto in cui erano appoggiate le sue labbra "Piuttosto chiedimi cosa voglio fare o meglio vorrei fare" e con la voce calca sul vorrei "Cosa vorresti fare?".
Un sorriso cattivo gli attraversa il volto "Vorrei baciarti quelle labbra insolenti, e convincerti a fare quello che ti ho chiesto cortesemente prima". Sono bloccata, non so cosa rispondergli adesso, mi manca la voce.
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|| Pleasantville ||
Teen FictionPleasantville è la città in bianco e nero, Alice è un' adolescente alla scoperta dei colori che alla sua età non è ancora riuscita a vedere. Nemmeno crede di essere in grado di vedere colori fino a quando non incontrerà Jace. Un ragazzo e una ragazz...