Il viaggio in macchina da il locale a casa mia è stato meno lungo del previsto, Megan si è addormentata dieci minuti dopo essere salita in macchina e Jace e Jo evidentemente non avevano molto da dire. Scendo dalla macchina sbattendo lo sportello, saluto con un cenno della mano la piccola combriccola di teste di cazzo e senza girarmi indietro mi dirigo spedita verso l'ingresso di casa, non ho le palle di guardarlo o forse la mia dignità non me lo permette. Ovviamente sapete già di chi parlo. Io non so proprio come esprimermi per descrivere la sensazione che avevo, magari non deve essere descritta. Appena chiudo la porta di casa dietro di me sento il motore riaccendersi e partire, non mi allontano fino a quando non lo sento più, persa nei miei pensieri. Mi risveglio dalla trans e finalmente mi guardo intorno: in soggiorno è tutto buio e pure la cucina, evidentemente mia madre è già a dormire oppure non è ancora tornata, ma ne dubito è venerdì ha la giornata un po' più tranquilla. Salgo le scale tranquilla, l'ansia che mi attanagliava la gola in macchina è passata. Ansia che poi non so di che tipo, come se avessi una cravatta che piano piano mi stringesse la gola, come se avessi sbagliato qualcosa. Ma che cosa avrei dovuto sbagliare? Senza la faccenda del tatuaggio è stata una serata abbastanza serena, insomma se non fosse stato per quel cretino forse starei ancora su quel divanetto a collassare e a rodermi il fegato, sia per l'alcool sia per il fatto che sarei stata volentieri al posto della piccola biondina. Perché non posso negare che quando Jace mi ha toccato una fila di brividi freddi e caldi insieme mi ha attraversato la spina dorsale, e non saprei dire se i brividi fossero dovuti per le mani ghiacciate o semplicemente per il contatto della sua pelle con la mia. Sta di fatto che in quel momento mi sono sentita completa. Ma in fondo non c'è nulla di male a provare attrazione per un ragazzo, bello per di più, anzi direi che è tutto nella norma. Perché diciamocelo chiaro e tondo, non posso non ammettere che un pensierino non l'abbia fatto, ma non potete giudicare siamo fatti di carne e sangue, e la carne è debole e io ho un debole per la carne. E di certo la sua mi attrae parecchio. Sicuramente starete pensando nelle vostre piccole menti che io sia veramente una troia, stronza e ipocrita, come faccio a pensare di andare a letto con il ragazzo della cugina della mia migliore amica che non conosco nemmeno tra l'altro. Ma vorrei vedere voi, scommetto che siete peggio. In fondo so che è sbagliato ma a me non interessa dei pareri ne vostri, ne degli altri ne miei e nemmeno dei suoi. Io faccio solo dei viaggi mentali alla fine, perché io sono fatta così parlo tanto ma quando si passa ai fatti lascio sempre andare tutto sia per paura dei risultati che potrebbe dare una qualche azione sconsiderata sia per i commenti che potrebbero esserci. Dio che contraddizione abnorme. Dico che me fotto di tutto ma in realtà solo in parte è così, l'unica cosa che faccio veramente e giudicare. Si perché sono una persona incoerente da morire: odio essere giudicata ma mi piace giudicare. Ma sono umana anch'io, nonostante mi senta diversa da tutti gli altri, ma l'ho già detto e continuerò a ripeterlo: io sono una presuntuosa, irascibile, arrogante e suscettibile. Ma questa sono io con i miei difetti e pregi, magari con un poco più di difetti che pregi, ma a chi importa no?
E mentre faccio queste super riflessioni filosofiche finisco di lavarmi e struccarmi. Mi metto il pigiama, il telefono a caricare e mi metto sotto le coperte con uno stato di apatia totale mi addormento.
Lunedì mattina, ore 9:30
Ebbene si, sono in ritardo. Pazienza entrerò più tardi tanto mi sono persa ben poco. Ho fatto fatica ad alzarmi stamattina dopo aver passato un intero fine settimana a collassare non sono riuscita a starci con i tempi. Beh almeno posso andare a scuola con tutta la calma che riesco a trovare, perché purtroppo sono tutto tranne che tranquilla, penso possiate immaginare quale sia il motivo. Non ho sentito Jo tutto il fine settimana dopo la sfuriata di venerdì sera, e sono ansiosa di parlarle, figuriamoci di vedere Jace e la sua 'donna'. Sono proprio messa male. Parcheggio la mia macchinina e scendo, non mi guardo nemmeno nel vetro so benissimo come sono conciata: ho i capelli crespissimi tirati su in una crocchia da vecchia e sono vestita come una barbona: ho dei jeans grigi larghissimi più larghi del solito che mi cascano pure e una canottiera nera con una felpa rossa anch' essa larghissima, per lo meno mi sono truccata decentemente ma sembro lo stesso una stracciona tossica. Ma nessuno presta attenzione a me, quindi ho poco per preoccuparmi di come appaio e che stile io abbia che sia da pottina, hipster, gabber, emo o qualunque altro sia. E anche se mi guardassero, vedrebbero la persona che sono attraverso il mio aspetto senza filtri. Passo in segreteria a per farmi fare il timbro del ritardo e poi vado in classe, mi avvio verso la porta della 3°D, non busso nemmeno ovviamente sanno che sono io, chi altro può arrivare con un'ora e mezza di ritardo senza alcuna giustificazione? Inspiro ed espiro. Apro la porta. Li guardo in faccia uno ad uno dal professore a ogni persona presente in quella stanza. "Wood in ritardo pure oggi? E la giustificazione ce l'hai?" io lo guardo stralunata per un attimo poi tiro su la mia maschera di strafottenza e gli alzo un sopracciglio con un sorrisetto stampato sulle labbra "Ovviamente Wood.. che te lo chiedo a fare? Vai a sederti va e fai almeno finta di seguire". Sorrido ancora, fino a quando non mi siedo al mio banco, tiro fuori l'astuccio, incrocio le braccia sul banco, ci appoggio la testa e aspetto che qualcosa di interessante mi preda e mi porti via.
Lunedì mattina 12:45
Le ore di italiano e di lingua straniera sono passate a rilento, mancano cinque minuti al suono della stramaledetta campanella, mi riconnetto con il mondo. Ad un certo punto suona un telefono, la professoressa Harrison si scusa, ed esce fuori dall'aula a rispondere. Mi giro a guardare i miei compagni ingenui e falsi, ognuno di loro ha proprio pensiero e devo dire che qualcuno posso benissimo tollerarlo, ma sicuramente non quella faccia di cazzo di LiLy Morgan, vi chiedete perché ve ne stia parlando proprio adesso? Semplicemente perché mi sta guardando o meglio fissando con quel suo sguardo da smorfiosetta e un sorrisetto strafottente. "Hai bisogno di qualcosa Morgan?" mi guarda prima stupita poi un lampo di cattiveria le attraversa lo sguardo "Veramente si?" "Ah si? Spara.." "Mi chiedevo come facessi a lavorare, sai.. Conciata così come fai ad attirare gli autisti?" colgo il doppio senso e l'insulto gratuito, e lo incasso. Faccio un respiro e mi preparo a risponderle, mi disegno in facci uno dei migliori sorrisi e le rispondo "Lily fossi in te eviterei, non sono di buon umore" "Ah e come mai Alice? Hai finito le scorte di fumo?" e sottovoce, evidentemente pensava che non la sentissi, dice "Tossica di merda". Io e lei avevamo già avuto qualche discussione e più di una volta ero finita in presidenza per colpa sua e avevo promesso che non avrei mai più fatto casino per una personcina inutile come lei, ma mi sa che mi tocca rompere la promessa. Sta volta se le è cercate. "Lily mi sa che torni a casa paralitica, perché adesso ti strappo la spina dorsale dal culo". Il tempo di avvertirla che le ero già sopra, nel frattempo la campanella suonava, ma a me non interessava anzi ero molto impegnata a strappare ciocca dopo ciocca a quella stronza. Purtroppo non riesco nel mio obbiettivo. La professoressa sentendo le urla è rientrata e ha visto il casino che secondo lei, io avevo tirato fuori. Come sempre è colpa mia e ora ne pago le conseguenze.
Quindi adesso sono qui davanti all'aula di detenzione e ci devo stare per tutta la settimana con il richiamo scritto per rissa. Ma alla fine non sono pentita, la prossima volta farà attenzione a chi rompere le palle. Guardo di fianco alla porta la piccola bacheca che elenca tutti i nomi e cognomi dei presenti nella classe per la punizione. Un groppo in gola mi sale, scorgo un nome e cognome che mi fanno saltare un battito.
'Jace Williams'.
- Spazio autrice -
lo so che è presto magari per chiedere una cosa del genere, e che non so più se quello che scrivo piaccia o meno, quindi vorrei chiedere agli egregi lettori e lettrici di lasciarmi un piccolo commento. Anche un "FA SCHIFO" mi andrebbe bene alla fine, perchè sono davvero nel vuoto.
Grazie per la lettura, e un grazie in anticipo ai primi commentatori ( se ci saranno ) di questa storia.
xxx
Ila
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|| Pleasantville ||
Teen FictionPleasantville è la città in bianco e nero, Alice è un' adolescente alla scoperta dei colori che alla sua età non è ancora riuscita a vedere. Nemmeno crede di essere in grado di vedere colori fino a quando non incontrerà Jace. Un ragazzo e una ragazz...