Capitolo 7

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Ottimo, davvero ottimo. La migliore giornata di sempre. Vorrei proprio sapere che ho fatto di così malvagio nella mia vita passata per meritarmi una così indegna punizione. Perché non bastava un bel richiamo scritto, no, assolutamente no. Mettiamo pure Jace nella stessa classe con la povera Alice. Che poi, che cazzo avrà fatto per finirci qui?!

Sono qui davanti all'aula 405 della detenzione a compatirmi. Ok, al tre entro senza guardare in faccia nessuno. 1. 2. 3. Apro la porta con po' troppa enfasi, sento un tonfo al mio fianco, benissimo. Già una gran bella figura. Mi stanno guardando tutti letteralmente, ragazzi, ragazze, professore e Jace. L'ho individuo subito. E come potrei non notarlo? Ha le braccia incrociate sul banco, gli occhi puntati su di me e alcune ciocche di capelli che gli ricadono disordinate sulla fronte, come se si fosse appena risvegliato da un sonnellino pomeridiano. Mi sento così in imbarazzo e come se non bastasse Jace ha uno stramaledetto sorrisetto poco rassicurante stampato in faccia. Ma cazzo. Abbasso le ciglia, mi sento come fossi fuori posto, ma io non posso assolutamente sentirmi così. Anzi, alzo le labbra mostrando uno dei miei più smaglianti sorrisi cattivi e mi dirigo verso il professore con il foglietto del richiamo. "Buongiorno" esclamo con orgoglio, porgo il foglietto. Il professore prima mi squadra. Ovvio, prima i pregiudizi poi magari ci mettiamo a conoscere le persone. Il suo sguardo mi dice già tutto. Finalmente apre la bocca con gli occhi puntati sul foglietto, e naturalmente per umiliarmi ancora un po' fa che mettersi a leggere ad alta voce quello che c'è scritto sul pezzetto di carta che al momento vorrei bruciare. "Wood Alice alle ore 12:50 aggredisce una sua compagna di classe con violenza fisica e insulti.." e a questa frase si alza un leggero brusio dalla classe che interrompe la lettura tremendamente degradante, "..Silenzio! Ed è quindi obbligata a rimanere nell'istituto oltre l'orario scolastico previsto per le prossime settimane fino a nuovo avviso. Durante tali ore la ragazza sarà tenuta a fare lavori socialmente utili sempre all'interno dell'edifico. Bene, benvenuta Alice" e mi sorride bastardo allora a mia volta gli dedico un bel ghigno con allegato una faccia da schiaffi. Punta il dito verso uno dei banchi liberi nell' aula, vuole assegnarmi un posto. Ma ovviamente questo non è il mio posto. Mi siedo svogliatamente al banco e con gli occhi cerco Jace per vedere a quanti banchi è distanziato da me. Giro la schiena e.. Ops è proprio a due banchi da me. I nostri occhi si incontrano.   Mi rimetto composta, tiro fuori le cuffie e mi attacco alla musica per aspettare che qualche stramaledetto cazzone venga ad assegnarci i nostri 'lavori socialmente utili'.

Dopo il buio torna sempre il sole

scusami se non ti parlo ma per farlo

io ti ho scritto una canzone,forse è inutile

la strada per l'inferno è piena di persone

ma è una via che si percorre in solitudine

mi ero ripromesso,''Mai più depresso!''

sai a volte ripenso come sia possibile che sia successo

a ripensarci stavo proprio di merda

tapparelle abbassate,letto disfatto,vestiti per terra

fanculo,oggi ho avversari da divorare

ho qualcosa da dire quanto da dimostrare

e sopravvivere con la certezza che solo

chi conosce la tristezza sa cosa vuol dire ridere

sono il migliore a farlo,non mi fotte un cazzo

potete puntarmi il dito,potete succhiarmi il cazzo

potete venirmi incontro c'ho le spalle contro la parete

tanto vedrete che come siete nati morirete

Alla fine della strofa la vice preside fa il suo ingresso nell'aula con il foglio dei compiti da svolgere e lo passa al professore, poi se ne esce senza salutare..

____

Il poliziotto mi interrompe " Sono sicuro che sia molto interessante come tu abbia conosciuto questo ragazzo, ma come può incidere su quello che ti è capitato?" io lo guardo stizzita, "Ma come prima mi chiede di raccontarle tutto e ora sotto intende perché è questo che sta facendo sta sotto intendendo che non gliene sbatte proprio niente della mia storia" comincio già ad alterarmi e il poliziotto se ne accorge. "Calmati Alice. Non è che non voglio ascoltarti e che dobbiamo avere un quadro generale, piuttosto cerca di stringere non dico di tagliare tutto quanto ma per lo meno le parti meno importanti". Ok. Sono incazzatissima. "Va bene.." lo accontento "Insomma alla fine andò tutto come doveva andare Jace e Megan andarono avanti con la loro relazione,  Jo e io restammo e siamo tutt'ora amiche e io e Jace non abbiamo avuto più contatti se non qualche battibecco strafottente e qualche frase con doppio senso" il poliziotto mi guarda confuso "Ma quindi cosa centra questo ragazzo con la tua storia?" io ghigno allusiva "Tutto.. non c'è mai stato niente fra noi. Questo almeno fino a un anno fa più o meno quando si lasciò con Megan". Guardo l'uomo davanti a me con lo sguardo più enigmatico che trovo, sperando di averlo incuriosito. Perché la realtà, il motivo per cui mi trovo qui in questo istante comincia un anno fa. Sorride, io gioisco dentro me stessa, l'ho convinto ad ascoltare ancora. Alza le labbra e pronuncia una sola parola "Continua.."

CIRCA UN ANNO FA..

Erano passati mesi da quando Jace e Megan si erano trasferiti insieme in questa città di merda. Ed erano passati due mesi da quando avevo ricevuto la notizia dalla mia migliore amica che la loro relazione era finita. Tra me e Jace c'era sempre stata attrazione fisica ma ora era passata tutta d'altronde da quelle settimane nell'aula di detenzione che abbiamo passato insieme ero riuscita a vedere una trama della persona che è. E ora riuscivi a vederlo veramente per quello che era, da quando Megan l'aveva lasciato era caduto in strada della vita che tutti gli adolescenti con una rabbia soppressa all'interno prima o poi incontrano. La brutta strada e con essa ogni sua conseguenza: brutta reputazione, brutte compagnie, violenza, cattiveria. Io ci ero già passata e ci ero ancora dentro sotto un certo punto di vista, ma io ho cercato sempre di evitare ogni persona che mi si materializzava davanti. Lui invece era sempre circondato da gente ma un alone nero lo distingueva da tutti gli altri. Il cambiamento che aveva avuto era stato talmente radicale che mi porto a supporre che ci fosse molto altro sotto di lui per diventare così stronzo. Era stronzo con tutti sempre e comunque..

Anche questa mattina era iniziata come tutte le altre. Solite persone, solite lezioni, solita scuola.. Alzai la testa dal banco socchiudendo gli occhi accecata dalle luci a neon della classe. Alzai il braccio svogliatamente e lo tenni alzato fino a quando la professoressa Harrison non mi diede la parola "Parla Alice, hai qualche domanda da fare in merito alla spiegazione?" "Si.. posso andare in bagno?" la classe scoppia a ridere. La Harrison mi guarda con sdegno "Vai Wood e non disturbarti a tornare in classe" la osservo ghignante mentre preparo lo zaino per poi uscire dalla classe sbattendo la porta. Tiro fuori una sigaretta dal mio pacchetto e mi dirigo verso il bagno. Finita la sigaretta butto la cicca nel water e tiro lo scarico. Esco fuori dal bagno senza guardarmi allo specchio e mentre cammino per il corridoio annoiata una voce tremendamente sarcastica e sensuale mi giunge da dietro "Puzzi di sigaretta Alice, non sai che è contro le regole? Non sarai mica diventata una cattiva ragazza?". Lo riconosco subito..





- Angolo scrittore -

Ebbene sono tornata nonostanze nessun commento, e vi ho colto con un colpo di scena perchè tutto stava diventando estremamente noioso da scrivere e da leggere almeno ai miei occhi. Spero possiate apprezzare e magari accontentarmi.. :)

Grazie per l'attenzione

Ila

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