Capitolo 1 - Il colloquio

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La professoressa Cominetti, una gracile donna sulla trentina dai corti capelli biondi e l'espressione solare, prese il fascicolo dalle mani della collega che le sedeva accanto, e dopo averlo appoggiato sul tavolo, si mise a sfogliarlo in silenzio.

Il ragazzo seduto sulla sponda opposta del mobile, ad oltre tre metri di distanza dagli insegnanti, era un diciassettenne dalle spalle larghe e il fisico imponente, che vestiva con dei semplici jeans e una felpa pesante provvista di cappuccio.

Forse non sarebbe mai stato considerato degno di comparire sulla copertina di una rivista di moda, ma il suo volto risultava comunque abbastanza ben proporzionato da essere giudicato attraente.

O almeno, avrebbe potuto esserlo, se soltanto una vistosa ed aggressiva rosacea non gli avesse irrimediabilmente deturpato gran parte della faccia.

Coperta di pustole, cicatrici e sgargianti chiazze rossicce ormai endemiche, la sua pelle si presentava butterata al punto che era diventato difficile persino immaginarsi come avrebbe potuto essere quel viso nel caso fosse stato privo di un simile sfregio.

In ogni caso, a dispetto di quanto potesse apparire sgradevole, nessuno dei professori che gli stavano di fronte parve esserne troppo impressionato. Essendo già il settimo anno che frequentava quella scuola, e il quinto da quando si erano manifestati i primi sintomi, nel corso del tempo avevano finito per farci l'abitudine.

''Allora Alessandro'' esordì la Cominetti alzando lo sguardo dal fascicolo. ''qui abbiamo la tua pagella di fine quadrimestre''

Alessandro deglutì in preda all'ansia, mentre tentava inutilmente di sprofondare nella sedia dallo schienale di plastica rigida.

''Tranquillo, è andata tutto sommato abbastanza bene'' lo rassicurò lei, tornando a concentrarsi sul fascicolo. ''Cominciamo con la parte bella. Hai preso otto in letteratura, nove in geografia, nove in religione''.

Un sorriso compiaciuto le affiorò sulle labbra.

''Dieci in storia, e dieci in inglese. L'unico di tutta la classe. Molto, molto bene''.

Un'ombra calò improvvisamente sul suo volto, offuscandone l'espressione affabile.

''Ora però dobbiamo passare al resto che è...''

''Un disastro'' l'anticipò il professor Ronzini.

Messo alle strette dall'occhiataccia sprezzante con cui l'insegnante di matematica accompagnò la propria affermazione, Alessandro interruppe subito il contatto visivo abbassando il capo.

Con quel suo cipiglio perennemente corrucciato e lo sguardo penetrante celato dietro le lenti degli occhiali, Ronzini riusciva sempre a farlo sentire terribilmente a disagio.

Fortunatamente per lui, la Cominetti parve comprendere l'imbarazzo che stava provando, e non tardò a venirgli in soccorso.

''Angelo non esagerare, è...''.

Storse la bocca, come se faticasse a trovare le parole giuste con cui proseguire.

''Diciamo che si poteva fare meglio, ecco'' concluse in tono fin troppo diplomatico. ''Hai preso sette in educazione fisica, sei in filosofia, cinque in biologia, cinque in fisica, cinque in disegno tecnico...''.

Si lasciò sfuggire un breve sospiro.

''E quattro in matematica''

''Non montarti la testa, il quattro è solo perché non posso dare zero'' s'intromise Ronzini.

Il modo in cui lo disse, gelido e graffiante al tempo stesso, acuì enormemente il nervosismo di Alessandro, che per una volta tanto non si rammaricò della rosacea esplosiva che gli infiammava permanentemente le guance, perché in caso contrario la cosa sarebbe stata ancora più evidente.

KAMA - Volume PrimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora