Capitolo 2 - Problemi a scuola

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Seduto sulla panchina di pietra con la schiena curva, Alessandro fissava con sguardo vacuo il foglio della pagella.

Sopra la sua testa, le cime dell'albero che lo sovrastava ondeggiavano in maniera quasi impercettibile a causa della leggerissima brezza che spirava in quel momento.

I tigli che circondavano il campetto di calcio posto oltre il lato ovest dell'istituto Dante Alighieri erano del tutto privi di foglie per via della stagione invernale, ma nonostante fosse febbraio inoltrato non faceva freddo, e a dispetto delle nuvolette di condensa che si formavano dopo ogni respiro il termometro segnava dodici gradi e mezzo.

Quella felice combinazione di temperature miti e cielo terso, sembravano aver convinto diversi ragazzini delle medie ad uscire all'esterno per improvvisare una partita di calcio, e da oltre dieci minuti le loro grida eccitate riecheggiavano alle sue spalle.

Al contrario, la zona che circondava interamente il campetto separandolo dall'asfalto del cortile e dal muro perimetrale, si presentava pressoché deserta.

Trattandosi di una semplice striscia di terra battuta, ricoperta qua e là da chiazze di muschio o erba a seconda dell'irraggiamento solare ricevuto, finiva sempre per trasformarsi in un pantano alla prima pioggia, e sebbene in quel momento non lo fosse, camminarci sopra significava comunque sprofondare per almeno due o tre centimetri nella terra umida.

''Allora, è andata bene?'' gli domandò Marco.

Per una frazione di secondo Alessandro incrociò lo sguardo dell'amico che gli sedeva accanto sulla panchina, e poi riprese a fissare la pagella.

''Sì, abbastanza'' farfugliò evasivo.

''Fa' un po' vedere'' disse Marco mostrandogli il palmo aperto.

Seppur poco convinto Alessandro gli consegnò la pagella, prendendo in cambio la sua.

''Tieni''

Intanto che leggeva i risultati riportati sul foglio, Alessandro riuscì anche a lanciare qualche fugace occhiata verso Marco, in attesa di vedere quale sarebbe stata la reazione dell'amico una volta che avesse scoperto i voti peggiori.

A differenza sua, che aveva i capelli di un nero corvino, quelli di Marco tendevano al castano ramato, ma se c'era qualcosa che invidiava di lui era soprattutto la pelle del viso, pressoché priva di acne o altre imperfezioni, se non per qualche isolata lentiggine.

''Cavolo hai preso otto in letteratura'' sbottò Marco sbuffando, ''a me hanno dato sette''

Alessandro si astenne dal fare commenti, preferendo aspettare che finisse di leggere.

''Nove in religione, nove in geografia, dieci in storia, dieci in inglese'' elencò distrattamente, ''sì ma tanto quello lo prendi di default''.

Si interruppe di colpo, facendo capire ad Alessandro che fosse giunto alla parte incriminata.

''Oh''

''Sì, esatto, oh'' confermò mesto Alessandro.

Marco aspirò aria attraverso i denti tenuti serrati.

''Brutta storia'' commentò a disagio.

''Mamma mi ammazzerà'' mugugnò Alessandro coprendosi la faccia con la mano libera.

''Prova a ritagliarla, magari non se ne accorge'' scherzò Marco.

''Oppure faccio finta di averla persa, e le mostro solo la versione online'' propose tra il serio e il faceto. ''La tua però''. Abbassò la mano e si mise a fissare il campetto di terra battuta sotto le sue scarpe da ginnastica. ''Avanti, dimmi la password dell'account''

KAMA - Volume PrimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora