Capitolo 55 - Il dirigente

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Il Lagoon si rivelò essere un locale di fascia media affacciato su uno dei laghetti presenti all'interno di Central Park, e l'arredamento che caratterizzava gli interni lo dimostrava in maniera lampante. Lì dentro mobili dal design funzionale e sedie imbottite con la fodera di velluto erano la norma, mentre all'aperto, file di tavoli d'acciaio, riparati dagli ombrelloni, si alternavano su un pavimento a mosaico dai motivi geometrici.

Tuttavia, a parte arredi o quant'altro, la caratteristica più peculiare di tutto il ristorante, e a cui peraltro doveva anche il nome, restava senza dubbio la vista sullo specchio d'acqua adiacente.

Entrato nella struttura dall'ingresso principale, Alessandro camminò sul lungo tappeto rosso che conduceva al bancone dell'accoglienza, dietro cui una giovane donna dai capelli neri raccolti in una crocchia, stava già servendo una famiglia composta dai genitori e i loro due bambini. In coda subito dietro c'era un'altra coppia.

Mentre attendeva il proprio turno, Alessandro ne approfittò per darsi un'ultima controllata ai vestiti. Indossava una camicia a quadrettoni rossi e neri, un paio di jeans e due scarpe da ginnastica. Probabilmente non era il massimo dell'eleganza, ma non voleva vestire troppo formale. Giacca e cravatta lo facevano sentire a disagio, come un attore costretto a recitare un ruolo a lui totalmente estraneo.

Ad ogni modo, il suo turno arrivò presto, e sperando che non si rifiutassero di farlo entrare a causa degli abiti eccessivamente casual, Alessandro raggiunse il bancone.

''Benvenuto al Lagoon'' lo accolse la cassiera sorridendogli raggiante.

''Grazie'' disse Alessandro facendo un cenno col capo. ''Ecco...''

Un vigoroso brontolio proveniente dal suo stomaco lo costrinse ad interrompersi.

Ecco il mio biglietto da visita

''Capita a proposito, eh?'' domandò gioviale la cassiera, nient'affatto turbata.

Grato per il suo tatto, Alessandro ricambiò il sorriso.

''Avrei un appuntamento con questa persona''

Tirò fuori lo Smartphone e gli mostrò il messaggio inviatogli da Guendalina al termine della loro chiamata, in fondo al quale era riportato un codice QR che lei gli aveva detto di presentare all'accoglienza. La cassiera scannerizzò il codice e poi iniziò ad armeggiare col proprio Tablet. Tempo mezzo minuto e rialzò la testa, mettendo via il dispositivo.

''Molto bene'' commentò soddisfatta. Gli indicò col braccio un corridoio, che tagliando per l'interno del ristorante conduceva alla zona coi tavolini all'aperto. ''Esterno. Tavolo venticinque. È quello in fondo, vicino al vaso di ortensie''

''Grazie mille'' disse Alessandro, per poi avviarsi nella direzione indicatagli.

Il tavolo a cui faceva riferimento la donna si trovava proprio accanto alla ringhiera affacciata sul laghetto, vicino ad un grosso vaso pieno di fiori turchesi e viola. Era apparecchiato per due e uno dei posti disponibili era già occupato da un uomo col completo blu scuro e la cravatta color porpora.

Vedendolo camminare verso di lui, e appurato che fosse diretto proprio al suo tavolo, si alzò in piedi per accoglierlo.

''Buongiorno'' disse in tono rispettoso porgendogli la mano e al tempo stesso accennando un inchino.

Era un tipo magro, sulla trentina, e dai tratti inequivocabilmente orientali.

''Buongiorno'' ripeté Alessandro ricambiando la stretta. ''Non sono in ritardo, vero?''

''No, assolutamente'' rispose subito l'uomo annuendo. Alessandro non capì se si trattasse di un lapsus, ma fece finta di niente. ''In realtà è in leggero anticipo, signor...''

KAMA - Volume PrimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora