Fragole e pioggia

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Apro gli occhi con la mano di mia madre che mi scuote dal letto.

«Cri, alzati.»

Le tenebre mi chiamano alle lenzuola e non ho intenzione di separarmene.

«Cri. C'è Kevin di là.»

La frase s'incunea nel mio cervello. Oggi è l'8 dicembre, non si va a scuola, e Kevin mi piomba in casa. L'unico neurone sveglio registra l'anomalia e mi toglie via lo spesso strato di torpore. Afferro subito il cellulare, per prima cosa, e vedo diverse notifiche di messaggi: Filippo, Edo, Valerio. Mi metto seduto e sento già il batticuore a palla. M'infilo la felpa appoggiata sulla sedia e cammino scalzo verso il mare di luce accecante. Sento odore di cucinato. Sarà ora di pranzo?

Kevin è in salotto, con gli occhiali da sole e mi sta aspettando, impaziente. Dato che ieri sono stati al Kassandra, avranno fatto tardi pure loro.

«Che c'è?» chiedo in paranoia, riparando la luce con la mano, con una voce da zombie.

«Intanto tranquillo. Niente. E fatti un caffè.»

Intanto tranquillo e Kevin d'improvviso a casa mia, è un contrasto di grande rilievo.

«Volete stare in cucina?» mi chiede mia madre per lasciarci soli.

«Sì, ma', grazie»

Entriamo e chiudiamo la porta. Io mi muovo in automatico verso la macchinetta del caffè.

«Che è successo?» chiedo.

«Niente. Consigli urgenti. Visto che sei quello che sistema le faccende di cuore.»

Ok, ora lo strozzo e poi prendo il caffè. No, prima il caffè. Ma poi lo strozzo, giuro.

«In che senso, Kevin? Guarda, ho un sonno bestia. Fa' che sia davvero importante perché ti giuro che non ti salva manco il ju jitsu.»

Kevin si siede.

«Certo che è importante.»

Metto i due caffè sul tavolo e mi siedo.

«E lo zucchero?» chiede.

«Lo prendi amaro come il mio risveglio. Parla.»

Kevin inizia a giocare con la tazzina.

«Allora, dato che hai fatto mettere insieme Franci con Luca, io dico... possibile che non troviamo un modo per farmi mettere con Arianna?»

Bevo il mio caffè come una medicina, poi allungo la mano e prendo pure la sua tazzina.

«Scusa, ma è necessario, se non voglio ucciderti adesso.»

Kevin si distende sulla sedia e le sue gambe arrivano fin sotto la mia, tanto è alto.

«E' una cosa importante per me» insiste.

«Ok, mi rendo conto, ma con Luca ha fatto tutto Franci. Le ragazze fanno tutto loro, di solito.»

«Ma Arianna è timida, non lo farà mai.»

Penso al modo in cui mi ha baciato l'anno scorso e no, non me la ricordo tanto timida.

«Definisci timida» dico, incrociando le braccia al petto per tenere l'equilibrio sulla sedia. «Sai farmi un altro caffè?»

«Ru', ma tu li puoi prendere tutti questi caffè?»

Kevin mi tratta sempre come fossi malato, ma so che il suo è solo istinto di protezione e non mi sento offeso. Anzi, è il suo lato tenero che mi fa digerire il restante 99 percento di assurdità.

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