CAPITOLO 1 - Don Zunino Livio

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Zunino Livio, che ci appresteremo poi chiamare Zunino Livioncello o, ancor meglio, don Zunino Livioncello, nacque il quattordici d'un aprile odoroso e pulito dell'anno 1807. Si ritrovò subitamente in una famiglia numerosa, di ben otto membri di cui cinque sorelle, lui ed i genitori. Egli nacque in una piccola abitazione, pur provenendo da una famiglia numerosa, come già detto, che proveniva dalle radure sperdute della Liguria territorio il quale come ben si sa è caratterizzato dell'alternarsi brusco e poi repentino di montagne unite a vallate e poi insenature che vanno a congiungersi a coste alte e rocciose comunicanti a loro volta sul mare.

La sua condizione familiare, però, non era un granché giacché caratterizzata dalla morte pressoché sfuggente di alcuni membri della famiglia quali la madre Anna, che lasciò cinque figli (dico così perché una della cinque sorelle morì precoce) al padre.

Il padre, però, non si dimostrò mai un uomo amorevole, ma alquanto rozzo, autorevole, dedito al giocarsi tutto ciò che gli passasse di testa.

— "Ah, tutte queste donnacce!" — diceva nei modi più sozzi possibili. — "Ah, tutte queste donnacce! Venderei persino le future prostitute delle mie figlie!" — continuava poi, disattento e disadattato.

Il fatto è che il padre, Tonio, credeva troppo nel valore dei soldi, e lui ne aveva ben tanti perché, va detto, Livio nacque in una famiglia alquanto ricca, e si legò spessissimo alla madre la quale, a differenza del padre, risultava essere una donna intelligente, come il padre infondo, che soleva menare il tempo dedicandosi alle passioni che più le piacevano.

Era una donna buona e così gentile, poco astuta ma come detto non privata di senno.

Il buon Livio visse una fanciullezza delicata che non ebbe mai qualcuno con cui sfogar le proprie idee e opinioni circa un dato argomento, e questo gli fece molto male e questa sarà una ferita aperta che non arrivò mai, come di solito accade per tutte le ferite, a sanarsi del tutto.

Un giorno, o meglio dire una notte, il padre Tonio decise di intraprender una conversazione appresso al fedele Livio Zunino. Tutto incominciò durante una partita di carte tra i due, ma non del tutto: il padre Tonio, durante tutta la conversazione, alludeva a qualcosa di cui solo lui era a conoscenza, aveva difatti ucciso una persona all'insaputa di Livio e di tutta la sua prole.

— "Qualcosa non va?" — incominciò il buon Livio, notando negli occhi del padre un'amara e fatale debolezza. — "Qualcosa non va?" — ripeté di nuovo. — "Qualcosa non va, padre?" — ripeté ancora e ancora.

Il buon padre alle richieste insistenti del figlio Livio non resistette molto anzi già alla terza iniziò coll'arrabbiarsi dicendo: — "Lasciami in pace, sono solo concentrato su quale carta scegliere!" — e così Tonio continuava.

La partita nel mentre proseguiva attenta e coesa, sinché il buon padre disse al figlio: — "Livio..." — proruppe. — "...tu mi vuoi bene indipendentemente da cosa accada?" — continuò poi.

Il buon Livio Zunino prima di rispondere in maniera affermativa chiese al padre: — "Perché questa domanda?"

Il padre indispettitosi riprese a dire: — "Livio, tu mi vuoi bene indipendentemente da quel che accada?"

— "In realtà..." — proruppe il giovanissimo. — "...io voglio bene a prescindere, quindi sì!" — continuò.

Il padre, proprio in quel momento, scoppiò in un pianto isterico seppur trattenuto.

Ma la vera tragedia si consumò il giorno appresso, quando tutte le sorelle Livio compreso, compresero che Tonio fosse uccisosi.

Passarono gli anni, e Livio crescendo vedeva tutte le sue opportunità svanir via come pipistrelli nel vespro da soffrire d'una grande depressione poiché si sentiva indecente, o almeno meno importante possibile.

Un giorno Livio, assetato di morte, decise di buttarsi in un pozzo profondissimo e ignoto, ma proprio in quel momento avvenne un miracolo a dir poco grandioso: infatti, una forza a lui ignota impedì che ciò accadesse.

Quando queto accadde, Livio Zunino aveva la tenera età di diciassette anni.

Era un bel giovane, ricco di desideri e spunti personali per provare ad emergere in questa vita, ma come detto in quel momento delicato tutto, e dico tutto, apparì smaterializzarsi.

Livio era alto in più alla media, era biondo rossiccio con un viso paffuto che negli anni scomparve quasi completamente. Aveva gli occhi chiari e uno sguardo serio ma provocante. Egli fu, come già accennato, di corporatura robusta nei primi anni della sua vita, per poi dimagrire molto rapidamente.

DON ZUNINO LIVIONCELLOWhere stories live. Discover now