CAPITOLO 3 - I primi segni di demenza

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Don Livio predicava con la sua abitudinale omelia che, come in ogni rispettosa messa, precedeva la donazione ai fedeli del corpo di Cristo, quando il vassoietto che li conteneva cadde dal sacrario finendo poi sulla pavimentazione messa in evidenza dalla luce che penetrava in tutta la chiesa.

Don Livio, guardando attentamente la luce proveniente dai finestroni scorse avanti una semplice proposizione latina la cui traduzione era: non sempre chi è prete lo è anche per un dio.

Ma la mente del vecchio Don Livio non appena letta tale proposizione esplose tremendamente.

Pur esplodendo, essendo quindi colmo di pensieri d'ogni genere, Don Livio non ebbe nemmeno il tempo di pensarci su, che cadde sul pavimento marmoreo, svenendo. Il colpo che lui diede con la testa rimbombò per tutto il convento, tant'è che non appena le monachelle scorsero del tragico incidente, ripetevano sotto voce: — "Oh, Dio immenso, salva un povero tuo figliolo!"

Ma Don Livio non si destò per lungo tempo, né respirò, tant'è che persino qualcuno d'esperto ipotizzò che il vecchio, povero cristo, fosse oramai morto.

Tutto il paese, dai giovani ai vecchi, gli preparò dei solenni funerali; lui, un prete di fiducia di molte vecchiarelle di paese.

Il buon Livio aveva di già, detto il seguito tra virgolette, preparato i suoi funerali non appena sopraggiungesse la sua morte. A differenza dei più comuni defunti, il cui corpo esanime veniva dapprima posto in un sarcofago e poi sepolto nei giardini del vecchio cimitero, che invece era situato ai confini, Livio voleva diventar una parte della natura: voleva in poche parole che il suo corpo si decomponesse là, nella sua terra madre. Il vecchio Don Livio stava quindi per essere sepolto tra la verde erbetta del cimitero di paese, quand'ecco che d'un tratto aprì gli occhi, con la luce del sole che gli andava in viso; si ritrovò in una fossa, nel tempo in cui percepiva cadere ciottoli di terra adagi in questa.

— "Ehiii, — strillava violentemente il vecchio Don Livio, intanto che gli cascava della terra sul suo viso rugoso — io sono vivo, Cristo! Oppure sono morto, è la luce degli angeli questa che vedo illuminarmi tutto?"

— "Smettetela di buttare merda sul prete, è vivo!" — sbraitò una giovine donna, sentendolo.

— "Ha ragione la ragazza, lui non è morto." — osservò un'altra donna, un po' più vecchia.

Tizio e Caio che buttavano la merda, come detto dalla signorina, si stopparono all'istante, non appena udito qualcuno reclamare che il prete fosse aiutato ad ascendere ritornando tra le persone che l'avevano sempre voluto assai bene. Poi, una volta che il prete venne messo in salvo da lombrichi ed altre bestiole, come le formiche rosse, pronte a mangiucchiargli quel ch'avevano dinanzi, subito alcuni: — "Non sa come m'ha fatto preoccupare!"

— "Anche a me, stavo morendo io, prima che l'avessi sentita là tra la terra!" — ribadì una vecchia signora, che sembrava però molto più giovane di quanto sembrasse all'apparenza. Don Livio, sentendo tutto questo, si scotolò quella terra o, dicendo meglio, fango di dosso. Con l'aiuto di talune persone venne condotto di nuovo al suo convento, ove la prima cosa che domandò ad una monachella fu: — "Son svenuto?"

La monaca, che nel momento in cui accaddero i fatti era ovviamente presente, non disdegnò a dirgli: — "Ritengo che lei abbia avuto una buona intuizione, ma pensavamo con l'età che lei fosse andato in Paradiso in men che non si dica, pensi!"

Ma pur essendo una risposta tra virgolette completa, non lo era per il vecchio Don Livio, che invece non capiva come mai, un uomo come lui, abituato ad ogni cosa, potesse dapprima svenire, facendo credere ai presenti della sua morte, che morte non era. Il vecchio, che non ricordava nulla, o quasi, della sua visione, diede per vero la risposta data dalla monaca, che nel mentre ritornava a passo lento, come di piena solennità, dalle altre che stavano pregando. Il sole cocente splendeva nell'alto del cielo, quando il vecchio Don Livio sedeva mangiando coi suoi commensali. V'erano dei nuovi arrivati in convento, e il prete l'accolse allegramente, con garbo e buon auspicio.

— "La ringrazio, Don Li... Don Livio, le antiche mura di questo convento son colme d'affetto, gentilezza e rispetto." — disse uno dei nuovi arrivati.

— "La ringrazio io, giovine futuro uomo." — ringraziò il buon Don Livio, assai contento di quel che disse il giovinotto.

— "Ho saputo che lei ha subito una morte apparente, — continuò quel giovine. — evidentemente lei è tanto lontano da Dio."

Eppure a quell'affermazione il prete diventò di ghiaccio, fermo, immobilizzato.

DON ZUNINO LIVIONCELLOWhere stories live. Discover now