CAPITOLO 5 - Il Bandito

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Il vecchio prete, dirigendosi alla stalla del suo asinello Eugenio, fischiettò qualche vecchia canzonetta d'alcuni suoi amici pellegrini. Una volta montato, il suo fedele compagno di viaggio ragliò, e i due furon pronti a partire. Tuttavia, prima che il viaggio iniziasse davvero, Don Livio, prendendo una viuzza di campagna, andò a casa d'un suo amico, giacché voleva chiedergli se il suddetto potesse fargli compagnia durante il tragitto.

La risposta definitiva di quest'ultimo fu un no deciso, senza un minimo segno di ripensamento.

Livio si ritrovò solo col suo vecchio asino, e ribadisco, molto vecchio.

Il compagno del vecchio prete, capace di sopportare orrende fatiche anche per molto tempo, gli comunicava traverso il suo verso, ed in base al suo suono, che Don Livio distingueva ben bene, o, s'era oramai abituato in poche parole a sentire, che ovviamente cambiava calcolando l'acutezza o la gravità del tale, il sacerdote riusciva a comprendere quale fosse di preciso il bisogno dell'asinello.

Potrebbe aiutarci, per comprendere al meglio lo stupefacente rapporto che v'era tra i due fratelli, ma di razza distinta, facendo riferimento anche ad un semplice esempio: quando Eugenio ragliava con una grande acutezza, significava solamente due cose, che aveva sete soprattutto quando si viaggiava a lungo, e quindi dovevano trovar chi gli desse da bere, chiedendo in poche parole l'ospitalità di qualche abitante della zona, oppure voleva dir che l'asino era molto stanco, anche perché il suo cuoricino tenero, ma che alle volte gli offriva una grande sicurezza, non riusciva a sopportar fatiche peggiori di quelle a cui era stato sottoposto prima. Detto ciò, il viaggio iniziò, ma non appena che i due grandi amici partirono, con tanta voglia di spaccare il mondo in quattro, dimostrando al Signore della loro grande bontà d'animo, nonché forza di volontà, accadde qualcosina d'alquanto inaspettato: improvvisamente cominciò a piovere a dirotto! I due, che non avevano percorso ancora un chilometro trovarono riparo di sotto ad una vecchia capannuccia di legname, ma tale capannuccia poteva tradursi con un termine più accurato, ossia il termine "stalla di paglia, nonché di fresca merda". Sì, confermo quest'ultima affermazione col dir qualcosa d'assai importante: senza nessun verso, l'asino cagò non appena entrati nella casa del Bandito.

Don Livio sapeva di tutto il paese ma non s'apprestò mai a vedere chi v'abitasse in quella catapecchia di legname, giacché pensava fosse oramai disabitata, ma si sbagliava appieno questa volta! Tant'è che subito vide del nuovo (tralasciando la sorpresina d'Eugenio), si trattava di cibo ancora caldo, del pesce.

– "Accidio!" – fu la prima esclamazione del vecchio prete quando si ritrovò avanti a sé il suddetto cibo.

Ma proprio in quel momento, qualcuno gli toccò la spalla destra; una personcina, un anziano, un vecchio: nostro, signor Bandito.

– "Chi è lei!" – gridò con tutte le sue forze il buon Livio. Peccato della sua inutile paura, giacché non ve n'era il bisogno d'averla. Tant'è, in sostegno della mia idea, lo dimostra il fatto che il Bandito s'azzeccò in prossimità d'un fuocherello oramai spento da qualche tempo, che inoltre rappresentava l'unica fonte d'illuminazione disponibile nella cosiddetta catapecchia di legname.

– "Niente di che." – disse tra sé il vecchio, nostro Bandito.

A quel punto il vecchio Don Livio non seppe bene come controbattere la sua affermazione, ma iniziò dicendo una cosa d'enorme importanza, che poteva collegarsi anche al suo nome, Bandito.

– "Senta, visto che non vuole dirmi chi è, mi dica allora da dove proviene, mi dia nozioni dettagliate, mi racconti la sua storia.". Titubò. Livio pensò in quel momento due cose che s'assai distinguevano (riguardo a Bandito): o, come sosteneva di più, stava pensando su com'esporre al meglio le sue vicende, o come pensava di meno non voleva parlare dal momento che nessuno era in grado di comprenderlo.

DON ZUNINO LIVIONCELLOWhere stories live. Discover now