Capitolo 9

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️⚠️ATTENZIONE⚠️Questo capitolo contiene scene di violenza verbale. Se non volete leggere la prima parte non preoccupatevi. Detto questo, buona lettura di capitolo!

Hermes's pov

Flashback

Hermes 8 anni

Sono in camera insieme al mio fratellino Apollo di 3 anni. Stiamo giocando con delle macchinine, quando, d'un tratto, sento delle urla provenire dal salotto.

Per l'ennesima volta mamma e papà stanno litigando, ogni giorno per una cosa diversa e si finisce sempre con uno dei due che esce per "prendere aria".

Apollo, al sentire quelle urla si spaventa e inizia a piangere, di conseguenza prendo delle cuffie nascoste sotto il letto, le collego al tablet e gliele metto, faccio partire una playlist di canzoni dello Zecchino d'Oro, in modo che non senta i nostri genitori litigare.

Preferisco sentire io le urla, anche per lui; Apollo è ancora troppo piccolo ed è mio dovere proteggerlo.

Dopo una decina di minuti sento una porta sbattere, segno che mio papà è uscito di casa e sento dei passi salire le scale. La porta viene aperta e sulla soglia trovo la figura di mia madre, il viso rabbioso, gli occhi infuocati e il respiro affannato.
Deglutisco rumorosamente e inizio a sudar freddo, mi fissa ed io non riesco a reggere il suo sguardo assiduo.

Vedo che i suoi occhi saettano su Apollo ed io, prontamente, lo prendo in braccio, apro la porta del bagno e lo metto seduto sul pavimento. Lui alza il suo bel visino verso di me e quegli occhi verdi luccicanti riescono a tranquillizzarmi un pochino.

<<Flatellone.>> Dice con un sorrisone battendo le sue piccole manine, ancora non ha capito la differenza tra la "r" e la "l", ma la sua vocina mi scalda il cuore. Io gli mando un bacino volante con la mano e chiudo la porta del bagno.

Mi giro verso mia madre ed è lì in piedi, di fronte a me, pronta a rovinarmi la giornata.

<<Sai perché io e papà abbiamo litigato?>> Mi chiede ed io scuoto la testa.

<<Il tutto è partito da un pallone da calcio, quello che tu avevi lasciato in salotto. Tuo padre ci è scivolato sopra e da lì si è scatenato l'inferno.>> Lei racconta per filo e per segno tutto, mentre io tengo lo sguardo basso.

<<E sai di chi è la colpa? È tua, solo ed esclusivamente tua.>> Ecco che inizia con il puntarmi il dito contro.
Qualsiasi loro litigata è causata da me, a quanto dice lei. Decido di farmi coraggio e prendere parola.

<<Avevo lasciato lì il pallone perché volevo giocarci con papà una volta tornato da lavoro...>> Ammetto, torturandomi le mani in preda all'ansia.

<<Ma davvero? E dimmi, chi ti ha detto che lui voleva giocare con te eh?>> Si avvicina ancora di più, incutendomi timore.

<<Lui non gioca mai con te, e lo sai perché? Perché sei cattivo ed è per colpa tua se lui non è mai qui.>> Mi urla addosso, facendomi venire i sensi di colpa, nonostante io non abbia fatto nulla.

<<M-ma io n-non volevo.>> Dico singhiozzando, le lacrime scendono copiose sulle mie guance.

<<La prossima volta ci penserai due volte prima di lasciare il tuo stupido pallone in salotto. Adesso papà è uscito fuori per colpa tua e non ritornerà entro stasera. Sei contento?>> Continua ad urlarmi addosso, io scuoto il capo in segno di negazione, non sono per niente contento, non voglio che mamma e papà litighino.

<<Allora smettila di mettere continui ostacoli nella famiglia. Sei solo un peso, dovresti vergognarti.>> Dice queste parole con rabbia e, subito dopo, esce dalla camera sbattendo la porta.

Resto fermo, scosso dalle lacrime e sentendomi umiliato dalle sue parole. Tiro su col naso e prendo un fazzoletto per asciugarmi il viso.

Io non ci credo alle cattiverie che dice. Anche perché i miei amici affermano che chi mi insulta vuol dire che è invidioso di me.

Ma perché mamma è invidiosa di me? Che cosa ho fatto di male per meritarmi l'odio da parte sua?

Decido di non pensarci, faccio dei bei respiri e mi calmo un attimo.

Poco dopo apro la porta del bagno e ci trovo mio fratello intento ancora ad ascoltare le sue canzoncine.
Appena mi vede alza le braccia verso di me, lo prendo in braccio e mi siedo sul letto.

Gli tolgo le cuffie e lui mi guarda sorridendo. Dopodiché appoggia la sua testolina sul mio petto ed io lo abbraccio in segno di protezione.

Lo cullo un po', sentendomi al sicuro con lui. Rialza il viso verso di me e mi fissa con i suoi bellissimi occhioni verdi. Sembrano due smeraldi, hanno una luce tutta loro e farò di tutto pur di non fargliela spegnere.

Lo proteggerò da tutto e tutti, se servirà anche da nostra madre.
Apollo è ciò a cui tengo di più e guai a chi oserà fargli qualcosa. Mi sono fatto una promessa, ovvero quello di tenerlo al sicuro ed è ciò che farò.

...

<<Herm... Hermes, svegliati cazzo.>> Qualcuno mi muove un pochino per farmi svegliare, quella persona è Altea ed in questo momento vorrei solo strozzarla.

<<Ma che cazzo vuoi Altea?>> Gli sbotto addosso.

<<Coglione, è l'intervallo.>> Mi informa lei.

<<Ma che soavi parole sentono le mie orecchie.>> Dice ironicamente Jason, con una faccia buffa. Io e Altea scoppiamo a ridere, come se prima non ci stessimo insultando.

Ci alziamo e usciamo dalla classe per andare in corridoio.

<<Ragazzi, oggi pomeriggio dobbiamo fare quella cosa.>> Ci annuncia Jason e abbiamo già capito che cosa intende.

<<Ripetimi i nomi di sti tre coglioni che dobbiamo menare.>> Gli chiede Altea.

<<Rick, Julian e Bryan. Il trio dei coglioni.>> Ci ricorda Jason. Ha gli occhi desiderosi di ciò che succederà oggi pomeriggio.

<<Rick, 19 anni, è il capetto del loro gruppo; capelli castani lunghi legati in un codino, occhi color nocciola, alto 1.70 cm e peso 65kg, ha iniziato da poco palestra, ma oltre a farsi foto e mettersi in mostra altro non sa fare.
Julian, 18 anni, capelli biondi rasati, occhi verdi , alto 1.80 e peso 78kg, come sport fa calcio, nella precisione il portiere, quindi ha gambe abbastanza forti e presa potente.
Bryan, 18 anni, capelli mori corti, occhi neri, alto 1.75 e peso 70kg, non fa nessuno sport, ma ama fare le risse, appena parte non si ferma più.>> Rafael ci dà un descrizione completa dei tre ragazzi, lui è un'ottimo hacker, se hai bisogno di informazioni vai da lui, saprebbe dirti anche quante volte caga al giorno una persona.

<<Quando li incontreremo e dove?>> Chiedo per sapere.

<<Di solito il pomeriggio loro vanno sempre al parchetto vicino a scuola per fumarsi qualche canna, potremmo fargli una sorpresina.>> Dice Jason con un sorrisino malefico.

<<E dimmi un po', vuoi menarli a sangue subito o torturarli un pochino prima?>> Chiede Rafael.

<<Voglio picchiarli a sangue finché non chiederanno perdono.>>

<<Non vedo l'ora, sento già le mani prudere.>> Afferma Altea con un sorrisino che non porta a nulla di buono.

Ormai quei tre si sono messi contro le persone sbagliate, anche se indirettamente. Possiamo essere degli stronzi, ma non tolleriamo i coglioni che molestano o solo che ci provano.

Rick, Julian e Bryan, siete fottuti.

Spazio autrice:
Eccoci con un nuovo capitolo. Abbiamo potuto vedere una piccola parte di ciò che Hermes ha subito da piccolo. Preparatevi per il prossimo capitolo, ne succederanno delle belle.
Cosa ne pensate del capitolo? Fatemelo sapere nei commenti!
Alla prossima❤️

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