AUSTIN

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Ehi, basta correre. Fermati. Guardati allo specchio, guardati il viso, sfiorati i capelli.

La vedi quella figura riflessa? Sei tu. Semplicemente tu.

Le vedi quelle cicatrici? Non sono altro che delle guerre che hai vinto.

Sei come una farfalla che non riuscendo a vedere le proprie ali, non si sente mai abbastanza.

Tumblr.


Ancora una volta, senza controllo, ancora una volta la consapevolezza di quanto stessi sbagliando si perse tra quelle labbra dannate.

Con quella pelle pericolosa tra le dita, ancora una volta quello sguardo arcobaleno, quella musica.

Era un tormento, ma chi volevo prendere in giro? Io stavo impazzendo all'idea di saperla con un altro, all'idea che quel corpo potesse essere sfiorato da qualcun altro, ed ero un pazzo, ero io ad averglielo detto ed ero io tutt'ora convinto che doveva farlo, ero schifoso, egoista, stronzo, quel posto mi permetteva di averla senza averla veramente, ci stavamo distruggendo a vicenda, per motivi diversi ma il risultato alla fine sarebbe stato lo stesso, dovevamo odiarci, prenderci a schiaffi, allontanarci, ma quella dannata Luna ci teneva incollati in quello sbaglio, ed io non riuscivo a fare altro che ricaderci ogni volta che lei mi guardava.

Baci languidi mi tormentarono il cervello, quel profumo di frutta mi invase fino a perdere la ragione, la toccai tutta, con la speranza di non perdere mai la sensazione della sua pelle sotto le mie mani.

La ruota panoramica girava piano, come a voler farmi rallentare, ma la voglia di strapparle quella camicetta e alzarle la gonna era troppa. Un bottone partì nel vuoto quando la strappai lasciando che il suo seno venisse veramente scoperto, era così bello. Lei era bella.

Scariche di adrenalina elettrizzarono la sua pelle quando mi abbassai con la bocca. Tra i denti il bordo del reggiseno divenne debole sotto la mia foga di strapparlo via, ed il suo capezzolo sensibile sotto la mia lingua.

<Sei un fottuto problema Italy, ho paura che tu sia proprio la protagonista.> Mi lasciai sfuggire senza rendermene conto.

<Protagonista?> Sussurrò con voce rotta dal piacere.

Curiosa, testarda ed esternamente sexy.

I miei respiri profondi non nascosero la mia eccitazione estrema, portata al limite da quel viso disarmante, il mio cervello, il mio corpo, la mia ragione era tutto completamente azzerato, in tilt.

<Tu devi smetterla di essere così Italy, mi farai a pezzi una volta scesi da qui lo sai vero?> Grugnii nuovamente, ammirando quel corpo dall'alto, corpo fatto di dannazione e tormenta, stretto in una gonna aderente che solo dio sa quanta fatica io abbia fatto per aspettare così tanto.

Attimi di follia divamparono tra i nostri corpi quando con un'esigenza spaventosa mi liberai dai vestiti e la sbattei contro il bordo della cabina per poi alzarle la gonna fino ai fianchi.

L'intimo nero, di pizzo mi fece schizzare l'eccitazione, tornai a baciarla, ad invaderla con la lingua, mentre il ginocchio premeva saldo in mezzo alle sua gambe.

<Mmm.. niente male signorina> Sorrisi malizioso scoprendo quanto la piccola era bagnata per me.

Lei sorrise timida, imbarazzata, ed io sentii subito un doloroso bisogno di spingermi dentro di lei, la agguantai dal sedere, con le mani aperte sulle sulle natiche, era così leggera da non sentirla neanche, ma il suo centro caldo lo sentii colpirmi potente quando la portai ad allacciare le gambe sui miei fianchi.

<Prendilo> Ordinai, sperando che lei capisse le mie intenzioni.

Lei si bloccò un attimo, con un piccolo cenno indietreggiò con la testa e mi fissò confusa.

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